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Culture
Arte erotica nel mondo: la vendita-evento a Parigi

di Paola Serristori

 

L'origine della vita esaltata dagli artisti secondo la diversa sensibilità nei Continenti. Europa, Africa, Asia, America, Oceania... un'immaginario colorito di tradizione e fantasia ha arricchito l'ispirazione che il Musée de l'Erotisme di Parigi ha riunito nelle sale. Arte popolare, religiosa, contemporanea, le immagini delle case chiuse. “Quasi quarant'anni di viaggi, ricerche, acquisizioni che scorreranno sullo schermo in una giornata”, chiosa Bertrand Cornette de Saint-Cyr, commissario della vendita di circa 5 mila oggetti d'arte erotica, in programma domenica 6 novembre, che tutti potranno seguire online, a partire dalle ore 11. Si annuncia un evento.

Il Musée de l'Erotisme di Boulevard de Clichy, cerniera tra il celebre quartiere a luci rosse di Pigalle e le stradine romantiche che salgono alla Butte di Montmartre, sparirà dalle mappe turistiche per fine locazione dei locali e l'impossibilità di trovare un'altra sede adeguata, ma continuerà la sua storia nelle case dei collezionisti che si aggiudicheranno manufatti artigianali (maschere, vasi, complementi d'arredo), serigrafie, dipinti, sculture dedicate alla fertilità, all'origine della vita, tra cui ex voto di civiltà scomparse, opere di artisti contemporanei, persino le chitarre di Bob Gross, erotiche, Gender, gioielli erotici in argento e oro. Una collezione museale di qualità, dove il tema è centrale, ma secondario rispetto al valore artistico delle produzioni. Certo che una sezione conserva le foto dei bordelli parigini, persino alcuni elementi degli interni, come il wc smaltato e dipinto, vestigia del ventre di Parigi descritto nella letteratura francese dell'Ottocento. Va detto chiaro però che Joseph Khalifa, insieme ad Alain Plumey impegnato nella fondazione del museo, aperto nel 1997, ha selezionato i reperti nel mondo con lo sguardo di un estimatore del quid creativo degli artisti che raffiguravano dei, organi sessuali, scene dell'accoppiamento. Nulla di pornografico. Invece un'arte più varia ed interessante delle performance contemporanee in cui si stenta a trovare un'idea che valga la pena.

La vendita organizzata dalla Casa d'Aste Cornette de Saint-Cyr presenterà le opere esposte nei cinque piani del museo di Pigalle, più il sottosuolo, fotografate nelle teche, sui muri, negli spazi che hanno occupato sino al momento in cui il nuovo proprietario andrà a ritirarli. Seguire la vendita online sarà come visitare il Musée de l'Erotisme, che negli anni ha ospitato tante esposizioni di artisti emergenti o già famosi. I pezzi che colpiscono l'immaginario sono innumerevoli. Dalle terrecotte Mochicas del Perù (nelle tombe venivano sepolti vasi con immagine erotiche che accompagnavano l'anima nell'aldilà) a quelle degli Atzechi (che avevano un rapporto tormentato con la riproduzione, che andava considerata un atto di aggressione all'altro sesso), alle riproduzioni cinesi (in Cina l'atto d'amore è vissuto nella completa armonia di Yin e Yang che conduce verso la longevità), dalla trasposizione tantrica, al Sofismo, al Giappone Zen, al Tibet, Bali, alla Nigeria di fine XIX° secolo, oltre all'Europa, compresi i disegni sulle pagine di Chalier Hebdo, un percorso che ricorda che l'incontro sessuale tra uomo e donna era inteso a soddisfare gli istinti, proteggere dai demoni, venerare gli dei.

“Quando ho avuto l'idea di creare il museo – ricorda Joseph Khalifa – mi sono detto che volevo presentare il tema dell'erotismo come veniva interpretato nei diversi Continenti, con lo spirito leggero e dissacrante che contraddistingue i francesi. Abbiamo cercato di presentare immagini intelligenti, sfuggendo ai cliché, poiché il rapporto col sesso è molto personale. Mi soffermavano davanti agli artisti di strada, visitavo gli atelier degli artigiani, compravo oggetti creati con un'ispirazione e che trasmettono un'emozione. Mi è capitato di insistere con un disegnatore indiano per acquistare un disegno. Lui non voleva. Diceva che non era completo. In un angolo della sua officina ho notato la cornice, anche quella artigianale, unica. L'ho fatta montare. Abbiamo inventariato cinquemila opere e tutte sono pezzi unici.”

La collezione era cominciata un giorno, per caso, in Giappone, negli Anni Ottanta. Un artigiano aveva allestito sul marciapiede la vendita di una cinquantina di statuette che riproducevano un fallo. Per i popoli orientali l'uomo deve potersi avvicinare al sesso libero da inibizioni. Il venditore aveva un'espressione divertita nel promuovere la singolare produzione artistica. “E' stato il mio primo acquisto. Mi sono detto: 'Un giorno voglio fare qualcosa del genere, con lo stesso spirito'. Ero appena arrivato in Giappone con l'incarico di Professore di Francese. Da allora ho viaggiato molto, creando poco alla volta la collezione. Ho comprato una coppia di statue notando che sembravano identiche, in realtà una raffigurava una coppia uomo-donna intenta a stimolarsi reciprocamente, l'altra, con le stesse fattezze dei volti e dei corpi, rappresentava una donna con l'organo genitale maschile e l'uomo senza. Lo scultore si era sbagliato o aveva voluto dedicare l'opera agli ermafroditi?”.

Poco oltre l'entrata ci si trova di fronte un grande dipinto di Jack Vanarsky “Thérèse au pied léger” ispirato all'estasi di Santa Teresa del Bernini, dove la particolarità sta nei dettagli: la freccia in alto a sinistra ed il piede, entrambi che fuoriescono dalla tela, semoventi, azionati da un motore nascosto. L'opera sarà in vendita a partire da una stima di 4-500 euro. Il piede è un riferimento al feticismo. Poi la scultura dello stesso artista “Le départ pour Cithàra” col fondoschiena a lamelle verticali che ondeggiano sul sellino della bicicletta che penetra oltre una porta. Le mini-sculture in mollica di pane di Petra Werle, incredibili nella perfezione, nell'espressività, nella conservazione sotto una campana di vetro che garantisce l'inalterabilità nel tempo (dai 7-800 euro l'ensemble). Le statuette in legno indonesiano che pare pietra, di cui due omosessuali (da 4-500 euro). Le statuette della Tailandia dedicate al dio fallo, all'albero della fertilità, e la pipa fallica (80-100 euro il lotto). La serie di disegni indiani, uno più bello dell'altro. Gli esclusivi prototipi dei gioielli-scultura di Julian Snelling della Collezione “Un bijou d'anus” (prezzi vari, a partire da 150 euro). I dipinti di Lisa Ziner ispirati a Casanova ed al libertinaggio veneziano (3-500 euro).  Le sculture di James Chedburn, essenziali ed elaborate, ironiche, provviste di un meccanismo di movimento (4-500 euro). Il quadro-scultura di Yvonne Niessen “Visite inattendue” (5-700 euro). Le deliziose scenografie in scala di Gerard Noel “Premier fois-Chez l'marquis... -Laquelle?” (180-200 euro). La fotografia patinata di Alexandre Dupouv (500-700). E tanto, tanto altro. Da vedere, almeno online. E' un peccato che la Mairie di Paris non abbia salvaguardato una parte della Collezione negli archivi per ricordare un museo che fa parte della storia della città. E non solo.

 

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