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Cento anni dalla teoria di Bohr: il genio della fisica non tramonta

Proprio cento anni fa, nel luglio 1913 il fisico danese Niels Bohr , con una pubblicazione geniale, rivoluzionò la visione del mondo microscopico. Il suo modello dell’atomo – noto ancora oggi come atomo di Bohr- si basava sull’idea che il nucleo atomico -carico positivamente- fosse circondato da elettroni disposti come su orbite di energia diversa, ma - e qui la novità – che l’energia potesse assumere solo valori definiti e discreti. L’energia degli elettroni era cioè determinata da leggi diverse da quelle note nel mondo macroscopico. Questa interpretazione segnò la nascita di una nuova fisica, nota come meccanica quantistica. Da allora, la meccanica quantistica, anticipata in parte dagli studi condotti da Einstein nel 1905 per spiegare l’effetto fotoelettrico, ampliata e approfondita successivamente da altri scienziati, ha continuato a dare risposte valide e a fornire un quadro consistente e coerente capace di spiegare in anni successivi moltissimi fenomeni legati al comportamento delle particelle che formano l’affascinante mondo dell’infinitamente piccolo. Da quella geniale intuizione di Niels Bohr è derivata tutta una serie di scoperte fondamentali che hanno portato in questi cento anni a capire meglio come è fatta la materia: la scoperta del neutrone, la fissione dell’atomo, l’ipotesi dell’antimateria, l’ipotesi dei quark, il modello Standard dell’universo, fino alla recentissima scoperta del bosone di Higgs per opera di Fabiola Gianotti al Cern.
Ludovica Manusardi