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Culture
Così i "Cyber Actors" sbrogliano una Rete sempre più fitta di pericoli

E' stata presentata stamattina presso il Comune di Vitorchiano , in provincia di Viterbo, l'associazione culturale “Cyber Actors”, il cui motto è: "Il futuro è cyber, ma non c’è futuro senza sicurezza". 

Se la suggestione vi sembra un po' inquietante, ancora di più lo sono le peculiarità del mondo frequentato dal suo presidente, Gianluca Boccacci, che fa un lavoro un po' strano: “La mia professione? Sono un hacker o, meglio: un ethical hacker. In parole semplici, mi occupo di verificare la sicurezza dei sistemi digitali, cercando di hackerarli. È quello che nel nostro gergo si definisce 'sicurezza offensiva': quella classica è meramente difensiva, nel senso che ci si affida a software, firewall e policy operative e si spera che tutto funzioni al meglio, per difenderci da eventuali attacchi. L'approccio offensivo, al contrario, utilizza gli stessi strumenti degli hacker malintenzionati, ma a fin di bene, ovvero per verificare i livelli di protezione e risolvere eventuali fragilità”. 

La cyber security è uno degli argomenti-clou del nostro tempo: dalle tensioni tra USA e Cina rispetto alla protezione dei dati nelle reti 5G alla neocostituita Commissione dell'UE per fronteggiare intrusioni indebite nei processi elettorali europei, sta davvero dominando il dibattito politico. Boccacci non nasconde come ciò rappresenti anche una ghiotta opportunità di lavoro: “La mia è un professione molto ricercata. Le aziende hanno sempre più bisogno di ethical hacker, ma non ne trovano abbastanza e adeguatamente formati. È senza dubbio un settore al quale guardare con interesse anche dal punto di vista dell'occupazione giovanile, perché nei prossimi anni la domanda crescerà ulteriormente. Anche mio figlio vuole fare l'hacker, ma io gli dico sempre di precisare 'ethical hacker', altrimenti chi sente il termine pensa subito a un criminale”, aggiunge Boccacci tra il serio e il faceto. 

“In questo modo gira davvero della brutta gente, dalla quale è meglio stare alla larga. Quando si parla di hacker molti pensano ad Anonymous, ma è solamente la punta dell'iceberg e le loro azioni generalmente sono meramente dimostrative, perché hanno finalità politiche. Possono fare dei danni rendendo pubblici dei dati, questo è ovvio, ma mai gravi quanto quelli perpetrati da chi ruba milioni di euro rubando i dati delle carte di credito, oppure sottraendo informazioni sensibili alle aziende, per poi far loro un'estorsione”.

Il nome “Cyber Actors” deriva dal “Cyber Security Act”, un protocollo europeo che ancora deve essere recepito da molti Stati. Giocando con le parole, l'associazione ha scelto come logo due maschere del teatro antico, una bianca e una nera, simboleggiando anche la lotta tra buoni e cattivi. E i cattivi, in Rete, lo sono ancora di più che nel mondo reale: “Abbiamo a che fare con le stesse tipologie di criminalità organizzata che conosciamo dalla cronaca nera, non a caso si parla di 'Mafia 2.0' oppure di 'McMafia'”, continua Boccacci. “La differenza consiste nel fatto che questi cyber-criminali sono dotati di strumenti estremamente più potenti e quindi possono fare dei danni ancora più ingenti. Oggi basta una mail per arrivare a un livello di profilazione dettagliatissimo. Per il resto, i metodi criminali rimangono gli stessi. Infatti, per trasformare il denaro virtuale in soldi veri, questi soggetti utilizzano gli stessi metodi del riciclaggio tradizionale, come ad esempio i casinò o i money transfer per spostare la valuta in Paesi con legislazioni più compiacenti. Sapendolo, è così che li staniamo: il vecchio detto 'follow the money' funziona sempre”. 

Il contrasto tra bianco e nero si rispecchia anche in quello tra le raffinatissime competenze tecnologiche dell'associazione e la natura medievale della sua città d'origine, nel Viterbese. “La nostra è una città bellissima, da valorizzare, e ci è piaciuta l'idea di organizzare proprio qui il 'Cyber Act Forum', che si svolgerà nel 2021 in collaborazione con l'Università degli Studi della Tuscia e con la presenza di molti ospiti prestigiosi. Lo scopo di questo evento, così come dell'associazione in generale, è fare cultura sul tema. Siamo convinti che ce ne sia bisogno da molti punti di vista, anche, come dicevo, per incentivare l'occupazione: oggi la maggior parte dei miei clienti è nelle grandi città italiane o all'estero, ma anche le aziende locali potrebbero trarre beneficio da questo genere di servizi”.

“Il futuro è cyber – spiega Boccacci – ce lo dicono la domotica, l’e-commerce, le intelligenze artificiali e le blockchain, alcuni degli strumenti che rappresentano l’evoluzione della società attuale verso quella di domani. Dalle banche all’agroalimentare, fino alla pubblica amministrazione, ogni settore è sempre più legato al mondo tech. Ma non c’è futuro senza sicurezza”.

Con lui, nel corso della presentazione, sono intervenuti anche il sindaco di Vitorchiano Ruggero Grassotti, gli altri soci fondatori dell'associazione (Diego Galli, Luigi Todaro, Alessandro Braccini e Dimisca Florin Claudiu) e il prof. Federico Meschini dell'Università degli Studi della Tuscia, il quale ha spiegato come l'ateneo sia il “palcoscenico” ideale del Cyber Act Forum, anche per via della presenza del corso DISUCOM in Comunicazione, tecnologie e culture digitale e la relativa magistrale in Informazione Digitale.

Altro punto chiave dell'evento sarà il collegamento tra le aziende del settore hi-tech e i giovani laureandi della Tuscia. Spronare il contatto tra mondo del lavoro e studenti universitari è infatti uno dei core dell'associazione Cyber Actors, che si prodiga anche di diffondere la cultura cyber per promuovere la consapevolezza dei rischi, ma soprattutto delle opportunità, legati alla tecnologia.

Ovviamente, un'associazione di questo genere non può che essere molto interattiva: oltre a consultare il sito www.cyberactors.it e seguire la pagina Facebook Cyber Actors, è possibile rivolgere domande via mail all'indirizzo info@cyberactors.it

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