Culture
Dalla ricerca sulla fusione allo sviluppo industriale

Continua il forte impegno di Enea e del Centro di Frascati nella ricerca sulla fusione termonucleare controllata. Questo il messaggio emerso dal seminario tenuto il 24 novembre presso Assolombarda a Milano. Impegno che significa innanzitutto Iter, il progetto internazionale cui partecipano oltre all'Europa, la Federazione Russa, Cina, Giappone, India, Stati Uniti e Corea, sostenuto fortemente dall'Unione Europea per fornire in un futuro, che si sposta tuttavia sempre più in là, energia pulita in grande quantità. Il nocciolo del seminario mirava a illustrare i benefici, l'innovazione e le ricadute economiche che stanno a fianco di Iter. Ricadute che per le nostre imprese hanno significato contratti per 900 miliardi euro negli ultimi tre anni, quasi il 60 per cento del valore delle commesse europee per la produzione della componentistica ad alta tecnologia relativa al progetto di ricerca sulla fusione. Come ha sottolineato Alberto Ribolla, presidente di Confindustria Lombardia, sono oltre 5000 le nicchie di eccellenza a livello mondiale che collocano la Lombardia e l'Italia ai primissimi posti nel mondo come capacità e competenza.
Tra le oltre 500 industrie italiane che guardano con interesse al progetto Iter spiccano per impegno e dimensioni Ansaldo Nucleare, ASG superconductors, Simic che si sono aggiudicate gare per centinaia di milioni di euro per la costruzione della camera a vuoto, cuore di Iter, e delle bobine superconduttrici indispensabili per la creazione di campi magnetici di elevata intensità.
Ma se la sfida su Iter è soprattutto tecnologica, c'è una sfida ancora maggiore che riguarda un nuovo modello di impresa sul quale il sistema produttivo italiano deve aggiornarsi per poter essere più competitivo. E i punti cruciali sono essenzialmente quattro: creazione di grandi cluster di aziende; maggior velocità soprattutto nel passaggio alla fase applicativa; maggiore capitale umano; internazionalizzazione e digitalizzazione.
Purtroppo il "timing" del trasferimento tecnologico nel mondo è incompatibile con la struttura della ricerca applicata italiana, che soffre di lentezze decisionali e di intoppi burocratici, principali fattori che penalizzano fortemente la competitività.
Tornando a Iter, progetto sulla cui fattibilità esistono anche alcune perplessità da parte della comunità scientifica internazionale, si parla oggi di investimenti che raggiungono 20 miliardi di euro. Le difficoltà nel tentativo di realizzare una macchina che riproduca in qualche modo la reazione termonucleare che avviene nelle stelle sono ancora molte, e l'orizzonte per il completamento di un reattore dimostrativo DEMO previsto per il 2020 è già slittato in avanti troppe volte per non suscitare qualche dubbio. Ma ormai la macchina si è messa in moto, e avviene oggi quello che è successo per altre imprese e per altri progetti come lo Scudo stellare voluto da Reagan o l'avventura dello spazio decisa da Kennedy che hanno avuto ricadute imprevedibili e fondamentali non solo per la ricerca ma per il progresso di tutta l'umanità.
Ludovica Manusardi Carlesi