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Dom Serafini racconta il suo libro "Ero Gracile" a Rai Italia e svela che...

Dom Serafini racconta il suo libro "Ero Gracile" a Rai Italia e svela che...

Il nostro collaboratore da New York Dom Serafini é stato ospite del programma di Rai Italia "L'Italia con voi", per promuovere il suo nuovo libro "Ero Gracile: la rivincita della B12", appena uscito nelle librerie in Italia.
            
Con la conduttrice Monica Marangoni (nella foto con Serafini) si é parlato di tutto ció che il libro racconta degli anni 60: perché la cucina abruzzese non faceva ingrassare (ed ecco a soccorso la B12), l'emigrazione (oggi chiamata fuga dei cervelli), un ambiente senza rifiuti (tutto veniva riciclato), le contestazioni, un tempo dalla sinistra contro la destra, oggi da destra verso sinistra, il cinema e la musica...
            
Il programma Rai di 90 minuti, in onda tutti i giorni, dal lunedí al venerdí, alle 18 ore di New York e registrato negli studi Rai di Saxa Rubra a Roma, andrá in onda questo mercoledí 3 aprile. 
 
            Monica MarangoniCom’ è nata l’idea di questo libro, ma soprattutto ci spiega cosé la B12 e perché l’ha inserita nel titolo?
            Dom Serafini: L'idea del libro é nata dopo un articolo per "Affari Italiani" che ha generato molto interesse e mi ha spinto ad ampliare la storia. Alcuni lettori mi hanno suggerito di indicare come la dieta abruzzese, troppo sana, non mi facesse aumentare di peso e dovesse essere integrata con la vitamina B12 come ricostituente. Ora é vero che la dieta abruzzese, e mediterranea in generale, non causa obesitá, ma é anche vero che tutte quelle vitamine si sono prese la rivincita ed ora mi ritrovo con una ruota di scorta intorno alla pancia.
 
          MMIn queste pagine riprende i fili di storie e fissa i volti di un passato autobiografico, che s’intrecciano nell’Abruzzo degli anni ’60. Com’era, in quegli anni, questa terra di forte emigrazione in cui è nato? 
            DS: Gli anni 60 sono il periodo del miracolo economico italiano, ma chi lo ha vissuto non se n’è accorto, lo ha saputo solo dopo. Era il periodo a cavallo tra rimarginare le ferite della guerra e gli anni di piombo. 
            Il filo conduttore umoristico del libro è la soluzione al problema della gracilità, causa di molti miei problemi esistenziali. Poi ci sono molti altri temi, come l’ossessione per l’America (ora rinnovata nei nipoti), la rassegna di una vita quotidiana oggi quasi dimenticata, un sistema scolastico antiquato ma funzionante nella sua sgangheratezza, e naturalmente l’importanza della cucina come fulcro famigliare, prima che questo si spostasse in salotto. 
            Era un periodo essenzialmente semplice, quando gli americani ed i russi si prendevano a botte senza farsi male e le gare si facevano nello spazio per la conquista della luna. Era un periodo così semplice che oggi si fatica a ricordare come si potesse vivere senza dover fare la raccolta differenziata, senza piste ciclabili e i supermercati negli aereoporti.
            MMLa modernità è una spinta a conoscere anche il passato. Nel suo libro ne parla quasi come un rifugio. Perché, è importante conoscere lo stile di vita di quell’epoca, fatta di tranquillità e gesti quotidiani che, oggi, sembrano quasi dimenticati?
            DS: Il passato offre sempre una traccia per il futuro e molti elementi che si pensano superati sono in realtá molto attuali. Pensiamo all'ambiente: una volta si riciclava tutto, e oggi abbiamo la raccolta differenziata; in politica: una volta si protestava da sinistra contro lo strapotere della destra, oggi si protesta da destra contro lo strapotere della sinistra; oggi come allora é tornata l'emigrazione.
            MM:Il suo libro si rivolge a tre generazioni di lettori. Quali sono e perché?
            DS: Il libro è indirizzato a tre generazioni: quella cresciuta negli anni 60, quella dei loro figli e quella dei loro nipoti. I primi ricorderanno con simpatia un periodo per cui il tempo ha trasformato i drammi in commedie; i secondi capiranno perché i loro genitori sono cosí “strani”, e i terzi scopriranno come si riesce a restare magri. 
            MM:Lei è emigrato negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘60. Cosa voleva dire emigrare in quegli anni? Come venivate accolti e come vi rapportavate con i giovani americani? 
            DS: Sono arrivato negli Usa nel ‘68, quindi ho visto (ma non partecipato) le contestazioni studentesche che negli Usa imperversavano proprio come in Italia. Quanto allo stile di vita, la differenza non poteva essere piú marcata. Negli States, e specialmente nelle zone periferiche, i giovani guidavano auto enormi, avevano sempre soldi in tasca ed il divertimento era un diritto, piú che un privilegio.
            MMNel suo libro ci sono aneddoti, ricordi, avversità di quell’epoca, che oggi fanno sorridere. E’ per questo che ha scelto un tono umoristico? 
            DS: Sí, perché ció che una volta era percepito come un dramma, il passare del tempo l'ha trasformato in commedia. Ma in alcuni casi, quello che ieri era commedia, oggi é diventato un dramma. 
            MM: Oggi, come lei negli anni ’60, tantissimi giovani italiani lasciano il nostro Paese, come non è mai accaduto in passato. Come vede questa fuga di cervelli all’estero? Che consiglio si sente di dare, lei che li ha preceduti?
            DS: É cambiata solo la definizione: ció che una volta si chiamava "emigrazione", oggi si definisce "fuga di cervelli". Non vedo nessuna differenza e non servono consigli perché quelli che "emigrano" hanno lo stesso mio DNA e riusciranno a cogliere le opportunitá che incontreranno lungo i loro percorsi di vita.
 
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Da Tokyo a Giulianova per il libro "Ero Gracile"

 
Alla simpatica "Giornata delle vitamine" del 2 aprile presso la Farmacia Del Vomano a Giulianova per promuovere il nuovo libro di Dom Serafini "Ero Gracile: la rivincita della B12", ha partecipato anche il giapponese Hidefumi Kokubun, chef titolare del ristorante "Giuliese da Emme" di Tokyo. Uno dei temi trattati nel libro é come la cucina abruzzese sia sana e non faccia ingrassare, ecco quindi la diffusione dei ricostituenti, specialmente negli anni 60, il periodo che il libro descrive in dettaglio. Chef Hidefumi ha appreso la cucina abruzzese grazie alle sue molte visite a Giulianova con il ristoratore Pietro Schiavoni. Durante l'evento sono state offerte in omaggio ai partecipanti le vitamine Be-Total, mentre il libro era in vendita grazie al coordinamento della Libreria Ianni.Nella foto sono da sinistra a destra:  Schiavoni, Kokubun, l'autore Dom Serafini e la titolare della farmacia, dottoressa Rosella Del Vomano. 

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