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Culture
E' morto il cantautore francese di origini italiane Christophe, a 74 anni
(fonte IPA)

Il cantante Christophe è morto, all'età di 74 anni. Il cantante di Aline e di Mots Bleus è morto giovedì sera a Brest, in Francia. A confermarlo all'AFP la moglie Véronique Bevilacqua, che ha parlato genericamente di enfisema e malattie polmonari. "Ricorderemo la delicatezza che emanava dalle sue composizioni, le sublimi piccole sinfonie concepite con cura perfezionista" scrive il quotidiano francese Le Figaro.

Il cantante ricoverato in ospedale a Parigi il 26 marzo per insufficienza respiratoria, è stato poi trasportato in Bretagna per continuare il suo trattamento ed è morto giovedì sera, ha riferito L'Obs. L'appassionato di rock e amico del cantante Pierre Lescure ha confermato la notizia in serata su Twitter. "Christophe se n'è andato. E' morto in prima serata all'ospedale di Brest. Lucie, sua figlia, gli era vicina. Pensiamo a lui, a lei, ai suoi cari. Ci conosciamo dal 1965. Una vita", ha spiegato il patron del Festival di Cannes.

"Una figura snella, una voce fragile e quel viso cesellato con i baffi e i capelli sempre uguali: fino alla fine, Christophe ha coltivato questa figura di dandy senza tempo tanto singolare nel paesaggio della canzone francese. Un look da 'latin lover' ricercato che celava dietro di sé l'arrangiatore perfezionista e il compositore delicato all'origine di molti successi" riporta Le Figaro.

E' passato qualche anno da quando Christophe si è esibito in un contesto intimo sui palcoscenici della Francia. Nel 2019, aveva accettato l'invito della sua casa discografica a registrare un album di duetti. Da questo esercizio spesso sterile, aveva trovato il materiale per reinventare diversi titoli importanti del suo repertorio. Se si è sacrificato al compito, è stato più per valorizzare il lavoro delle persone che ammirava piuttosto che per sommare i grandi nomi prestigiosi. "Non è un album da showbiz", ha raccontato con orgoglio a Le Figaro, a proposito dell'album intitolato Christophe etc. in due volumi. "Mi ispiro agli altri. È tutta una questione di passione", ha detto il cantante. "Per il resto della sua vita, quest'uomo singolare e accattivante avrebbe perseguito la sua ricerca del suono con frenesia e passione" continua il quotidiano.

"Fu dietro la sua console con vista sul Boulevard du Montparnasse che Christophe ci ricevette" racconta Le Figaro, riportando le parole del cantante: "Quello che faccio ogni giorno quando mi alzo è immergermi nei materiali sonori. Ad un certo punto, giungo alla fine di un esperimento, come un pittore del suono. Mi evolvo con nuove macchine, è così illimitato!" Quest'uomo autodidatta si definiva volentieri un feticista. "Riconosceva le sue qualità di melodista pur ammettendo di essere un cantante grazie alla tecnologia" prosegue il quotidiano francese. "La mia voce, l'ho messa in scatole, non sarei mai stato un cantante se non avessi manomesso la mia voce. Tutto è iniziato con Aline".

Fu grazie a questo brano che nell' estate 1965 il giovane Daniel Bevilacqua, nato a Juvisy-sur-Orge (Essonne) vent'anni prima, era diventato famoso. Discendenti di italiani immigrati dal Friuli alla fine del XIX secolo, era figlio di un riscaldatore e di una sarta. Il giovane fu molto presto affascinato dalla musica e dalla cultura americane. Il blues dei pionieri John Lee Hooker e Robert Johnson lo sedusse, poi la prima ondata di rock'n'roll con produzioni dell'etichetta Sun, Elvis Presley e altri. Dopo aver suonato la chitarra e l'armonica, formò la band Danny Baby and the Hooligans in cui cantava in "yaourt" (yogurt). E' stato pochi anni prima dell'invenzione dello yogurt da bere. A partire dagli anni '80, Christophe preferì usare la frase "cantare in Yop".

Dopo un primo singolo senza successo nel 1963, il giovane sferrò il successo dell'estate del 1965 con Aline, un blues dedicato a uno dei suoi affezionati amici. Il successo lo spinse tra i giovani alla moda. Appare anche nella foto di Salut les copains. Ci vorranno ancora alcuni anni per scoprire che Christophe è lontano anni luce da questi cantanti. Completò i 45 giri con regolarità, con le etichette di AZ e Barclay fino al 1968. Solo Les Marionnettes conobbe un grande successo.

Pensando i 50 anni come la sua età migliore, Christophe visse la sua vita come intendeva fino alla fine. Su una barca a vela durante i mesi estivi, a Tangeri quando voleva fuggire, ma la maggior parte del tempo nel suo studio sul viale du Montparnasse. Per non parlare della presenza permanente delle donne, un punto di riferimento costante.

 

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