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Culture
Eloisa e Abelardo: in libreria il romanzo

Di Chiara Giacobelli

1116, Regno di Francia – Eloisa non ha conosciuto altro se non il convento dell’Argenteuil, in cui è stata rinchiusa poco dopo la nascita: non sa chi siano i suoi genitori, né da dove provenga; l’unica persona al mondo che in qualche modo è legata a lei è lo zio Fulberto, che però non ha mai visto in viso. Pietro è il primo figlio maschio di un’importante casata, destinato a ereditare terre, castelli e potere: ha già sperimentato molte cose e potrebbe avere tutto ciò che chiede, ma non è interessato ad altro se non allo studio; per questo motivo, un giorno trova il coraggio di comunicare alla sua famiglia la scelta di lasciare il paese e partire, per coltivare soltanto il proprio sapere.

Sono due figure tanto diverse quanto lontane da un punto di vista fisico, temporale (Pietro è molto più grande di Eloisa) e caratteriale i protagonisti della storia d’amore senza tempo che noi tutti amiamo grazie al mito e al passaparola costruiti attorno ad essa. Nonostante le difficoltà, quando a Parigi l’ormai illustre maestro di filosofia Pietro Abelardo si trova a insegnare ad Eloisa per volere dello zio di lei, qualcosa di inspiegabilmente forte e incontrastabile si accende tra i due. Inizia così una relazione in grado di cambiare in maniera netta e definitiva l’esistenza di entrambi, consegnandoli all’immortalità per mezzo di un sentimento che, se di certo fu immenso e illuminò i loro animi, allo stesso modo distrusse, ferì, annientò entrambi, evirato lui e rinchiusa in un convento lei. Chi pagò il prezzo maggiore delle conseguenze? Pietro Abelardo, che perse ogni possibilità di essere uomo ma mantenne la sua carriera e fama, oppure Eloisa, costretta a rinunciare a suo figlio e a suo marito per prendere un velo che odiava?

La risposta data dall’autrice Manuela Raffa nel nuovo romanzo edito da Piemme “Eloisa e Abelardo. Storia di un amore” propende verso l’ipotesi che, come era d’uso all’epoca, fu la donna a scontare la pena peggiore, piegata dalla volontà di un uomo che mai perse il proprio carisma, né il desiderio di dominare scegliendo non soltanto per sé, ma anche per gli altri. Così, ne esce una relazione meno paritaria rispetto a quella che la tradizione ci racconta, caratterizzata invece da un Abelardo concentrato principalmente su se stesso e un’Eloisa mite, soggiogata, resa docile dalla stima e dal rispetto che la legano a lui.

Con una narrazione ricca di dettagli storici, spigliata e intimista, Manuela Raffa ci restituisce un affresco originale e in un certo qual modo femminile della storia di Eloisa e Abelardo, rendendo così molto attuale il romanzo; è infatti evidente la tematica del rapporto tra uomini e donne, ancora oggi non abbastanza basato sull’uguaglianza dei sessi. Sebbene il punto di vista si sposti qua e là tra i tre personaggi principali – lo zio Fulberto, Pietro ed Eloisa – è a quest’ultima che viene data la priorità, come d’altra parte la Raffa aveva già fatto con il precedente libro “Francesca”. Sono, i suoi, romanzi storici narrati dal punto di vista delle donne, o per lo meno pensati per ridare a fanciulle altrimenti dimenticate, o svilite nella propria personalità, un ruolo principe nelle vicende del passato, assegnando loro sentimenti, scelte, coraggio di fronte alle avversità.

In libreria edito da Piemme, “Eloisa e Abelardo” è quindi un romanzo storico che non ripete nulla di già detto, ma anzi propone una lettura originale e interessante, nel contesto di uno stile piacevole.

 

Per maggiori informazioni: www.edizpiemme.it  

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