Culture
Italia, il monito di Cassandra
Economia, cultura e socialità: un attacco sferrato su più fronti. Se non reagiremo, nulla si salverà
L’Italia non è nata nel 1861, con la proclamazione del Regno Unito. Ma molto prima. A fondarla fu Dante, sulle solide fondamenta di una lingua nobilissima. Con l’Umanesimo, e soprattutto con il Rinascimento, il nostro Paese ha poi raggiunto la piena maturità. Un’eccellenza creativa riconfermata nel tempo. E ancora oggi la nazione italiana rappresenta pur sempre un faro di cultura. La penisola italica ha una superficie di circa 300 mila chilometri quadri, un territorio dunque 80 volte meno esteso dell’Africa subsahariana. Eppure, qui da noi, si registra la più elevata concentrazione di intelligenza. Abbiamo primeggiato in ogni campo del sapere. E se gli Italiani hanno realizzato capolavori immortali è anche in virtù di un patrimonio cromosomico formidabile, che si esprime in un ingegno acuto, nella vocazione alla bellezza, all’armonia, al gusto, all’eleganza, che si tratti - in egual misura - di idee parole numeri suoni forme volumi colori o sapori.
I signori delle banche hanno tuttavia decretato la nostra eliminazione. Il genio italiano, evidentemente, è incompatibile con gli asettici diktat dell’omologazione globale.
I poteri forti hanno ideato un piano articolato in più fasi. Hanno prima costruito la trappola dell’Unione Europea, istituito una monomoneta, sgretolato le sovranità nazionali, messo a ferro e fuoco Mediterraneo e Vicino Oriente, riversato sul Vecchio Continente milioni di profughi da accogliere e mantenere, finanziato un’immigrazione clandestina selvaggia. E ora, grazie a questa epidemia mascherata da pandemia, ci soffocano nel cappio del “Great Reset”. Azzerano cioé economia, società, identità e impongono debiti mostruosi che, ai nostri figli e nipoti, costeranno lacrime e sangue. Con sadica ironia, il Recovery Found è stato in effetti dedicato alla “Next generation Eu”: Sinceri, insomma, almeno in questo.
I burattinai del Nuovo Ordine Mondiale, anziché sganciare ordigni nucleari, questa volta si sono affidati alla guerra batteriologica, alle arti divinatorie di comitati scientifici prezzolati e all’intervento del deus ex machina Mario Draghi. A scuola dai gesuiti, una carriera ai vertici in Goldman Sachs, Banca Mondiale, Banca Centrale Europea, Bankitalia, coinvolto nelle oscure vicende del crack Monte dei Paschi di Siena, giocoliere dello spread, esperto in politiche di austerity, campione di privatizzazioni e svendita del patrimonio industriale pubblico (Telecom, Enel, Eni, Iri, etc.), e adesso consulente della “Corporation Italy”: il classico lupo camuffato da agnello, pronto a spolpare anche l’ultimo brandello della nostra povera Italia.
Il ministro Speranza che, in ragione di una catastrofica gestione della Sanità, condotta in ossequio ai protocolli criminali dettati dall’OMS, ha sulla coscienza migliaia di morti, è stato addirittura premiato con un secondo incarico.
A dirigere il teatrino della finta opposizione, la Meloni, docile affiliata alla loggia dell’Aspen Institute. Nessuna discontinuità, quindi, rispetto al passato: i politici, al soldo dei potenti, continueranno a tradire il popolo italiano.
(Segue...)