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Culture
LA MIRABILE REALTA’ DELLA “CASA DEL MUSICAL” DI AGRIGENTO

“Al passo coi Templi: Il risveglio degli Dei”; da Taormina a Selinunte uno spettacolo epico firmato Savatteri  

Nonostante la lunga sosta forzata causa Covid, qualcuno nel comparto teatrale ha avuto il coraggio e la tenacia di mandare in scena opere di alto livello qualitativo. E’ una straordinaria realtà italiana, siciliana per la precisione, capace (nel pieno rispetto delle norme ministeriali) di mettere in scena una tournée isolana dal successo a dir poco esplosivo. Un vero e proprio percorso itinerante a fianco della mitologia greca, tra canti, invocazioni e danze. E’ la magia che la “Casa del Musical” di Agrigento, diretta dall’autore, compositore e regista Marco Savatteri, è riuscita a far vivere calcando, sin dall’estate scorsa, il millenario selciato di anfiteatri, musei nazionali, parchi archeologici, cave e mura storiche: tutti “scenari” di primordine del territorio siculo. Il sipario si è aperto al Teatro antico di Taormina, assieme all’illusionista “Alexis Arts” e alla Soprano lirica Rossana Potenza con un evento a data unica promosso sul prestigioso cartellone di “Taormina Arte”, per poi proseguire dapprima nella suggestiva “Valle dei Templi” di Agrigento, poi a Caltanissetta “Cava di Sabucina”, a Enna “Museo Nazionale del Mito”, a Siracusa “Teatro Greco”, a Catania “Teatro Romano” e a Selinunte presso il “Parco Archeologico”.

Schermata 2021 03 14 alle 18.22.20
 

La compagnia di Savatteri – al quale abbiamo rivolto alcune domande anche sui progetti futuri – è stata in grado con maestria di far rivivere gli eroi del mito tramite i propri interpreti di caratura nazionale; allievi, artisti e professionisti conclamati, provenienti dall’intero territorio nazionale. “Al passo coi Templi: Il risveglio degli Dei” - cavallo di battaglia della “Casal del Musical” – è  uno scorcio su un mondo arcaico, un viaggio onirico attraverso la mitologia per esorcizzare un periodo che passerà agli annali come uno dei più dolorosi per l’umanità. Uno spettacolo mozzafiato, con delle scenografie uniche, mirato a sublimare un dramma epocale in cui siamo tutti immersi da oltre un anno. Le articolate coreografie sono affidate al maestro Gabriel Glorioso, la direzione corale al cantautore Ernesto Marciante, il combattimento scenico, così come la manipolazione del fuoco, al vulcanico Turi Scandura, i costumi alla poliedrica Valentina Pollicino e gli arrangiamenti orchestrali al compositore Enrico Fallea. Tra gli ospiti di spicco da segnalare attori di grandezza indiscussa quali Silvio Laviano, Gianleo Licata, Giuseppe Orsillo e Marzia Patanè Tropea.

Durante il tour giornate tortuose si sono susseguite tra allestimenti, prove, sedute di trucco e revisioni, accompagnate da distanza, mascherine e angoscia. Tuttavia, se c’è una cosa che l’arte può insegnare ad ognuno di noi, è che le paure possono essere vinte. Come? Con il giusto equilibrio tra un amore smisurato per il proprio mestiere e un po’ di sana, genuina follia. Questa è la favola della creatura di Savatteri e i suoi ragazzi!

D. Dott. Savatteri lei è riuscito a guidare questo straordinario gruppo nonostante le restrizioni Covid. Soddisfatto degli esiti del precedente tour?

R. Sono estremamente soddisfatto di quello che è stata l’estate 2020, nonostante l’anno difficile per noi e per tutti. La via è stata la volontà di resistere, il coraggio di osare, senza dimenticare l’obbligo e la necessità di sicurezza e di mantenere una tutela reciproca.

Siamo riusciti a pensare degli spettacoli “ad hoc” all’interno di siti archeologici e di teatri prestigiosi e meravigliosi, come il Teatro antico di Taormina.

Grazie anche agli organizzatori, a coloro che dirigono questi spazi e, in sinergia con i direttori di questi luoghi, abbiamo realizzato questa splendida tournèe. 

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D. Avete riscontrato particolari difficoltà durante lo svolgimento delle repliche?

Cosa significa andare in scena durante un periodo così complesso?

R. Lo spettacolo si incentrava proprio sulla riflessione di questo cambiamento epocale e di questo male che, possiamo dire, si presenta ciclicamente nella storia dell’uomo. La Pandemia è metafora di un’epoca buia. Tali periodi nella storia sono stati tanti, ma l’operato dell’uomo insegna ad uscirne, nonostante le sconfitte e le perdite. È in onore di quest’ultime, di tutti coloro che hanno perso la vita, che bisogna cercare una via d’uscita.

Una difficoltà è stato, sicuramente il grande dispendio economico utile a garantire un efficace rispetto delle disposizioni di tutela, come il distanziamento sociale.

D. Il suo spettacolo è pregno di riferimenti alla situazione pandemica. Come nasce l’dea di adattarlo all’attualità?

R. Non si poteva più prescindere dal Covid-19. L’arte non poteva che cercare di metabolizzare l’esperienza della pandemia, sublimandola tramite domande a volte retoriche, ma sempre necessarie. Gli Dei dell’Olimpo e gli Eroi dell’epica greca ci hanno aiutato a cercare un riflesso della storia all’interno della stessa e del pensiero umano.

“Il risveglio degli Dei” voleva essere sia un auspicio alla rinascita dell’umanità, sia  un monito per gli errori commessi dall’uomo; poiché le divinità, o la natura, è stata fin troppo contaminata e provata dall’essere umano e, nel bene e bel male, una presenza così massiccia come la nostra ha fin troppo modificato il pianeta sul quale viviamo, fino a sconvolgerlo. Gli Dei si prendevano gioco di noi umani, a volte fin troppo tracotanti e peccatori, senza però rimpiangere l’allontanamento avvenuto a causa della Ubris, ovvero la volontà di scoprire, di afferrare il fuoco di Prometeo e di volere tutto e sempre di più.

La tracotanza non porta mai un buon esito.

D. Rapporto con il cast e le maestranze coinvolte?

Io sicuramente ho avuto la possibilità, così come il dono, di amare l’arte e di saper entusiasmare gli altri con il lavoro di ricerca che compio. Tuttavia devo dire di essere stato molto fortunato nell’avere accanto una squadra di infallibili, coraggiosi e temerari artisti, molto giovani, ma pieni di esperienza. È grazie a loro che siamo riusciti a costruire dei grandissimi gioielli artistici.

D. Durante un tour dal quasi totale sold-out non avevate timore di esporvi eccessivamente al contagio?

R. La paura c’era, ma è stata vinta da una grandissima attenzione e da un forte rispetto verso noi stessi e verso il pubblico. Abbiamo adottato ogni misura per poter garantire l’incolumità di tutti.

D. Terminato di “Al passo coi templi: Il risveglio degli Dei” avete avuto modo di proseguire con altri progetti. Ce ne vuole parlare?

R. Sempre ispirati dalla riflessione nei confronti del Covid, abbiamo realizzato un cortometraggio, prodotto dall’associazione MENO di Palermo, con protagonista Iaia Forte e dedicato al famoso affresco “Il trionfo della Morte”, custodito all’interno di “Palazzo Abatellis”. È stata un’esperienza straordinaria, perché abbiamo lavorato con un’attrice grandiosa che ci ha donato tanto, in termini artistici e di esperienza e generosità.

È stata bello riscoprirsi in una veste cinematografica invece che teatrale.

Devo dire che tutta la “Casa del Musical” si è dimostrata all’altezza della situazione e, anche di questo, vado fiero.

D. La “Casa del Musical” vanta un curriculum ampio e variegato. Quali sono i vostri progetti per il futuro?

R. Stiamo pensando di ripartire con “Al passo coi Templi: Il risveglio degli Dei” in un nuovo Tour nel 2021, proseguire con gli spettacoli “Camicette Bianche: IL Musical” e “Caravaggio: La Fuga”, ma soprattutto stiamo scrivendo nuovi cortometraggi e un inedito lavoro ispirato al più grande autore della letteratura Italiana.

È retorico farne il nome.

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