Lagartijas tiradas al sol Tijuana. La democrazia in Messico 1965-2015
Di Silvia Viterbo
Gabino Rodriguez, regista della compagnia messicana Lagartijas tiradas al sol, assume per sei mesi l’identità di Santiago Ramirez, operaio a salario minimo in una fabbrica di Tijuana (bassa California). Gli stenti, i limiti, la chiusura del mondo di chi non ha i soldi per evadere, per vedere, per conoscere, sono raccontati tutti. Un mondo piccolo, ristretto, pieno rinunce e sacrifici. Il termine democrazia in Messico, diventa relativo, considerato che 50 milioni di persone vivono con un salario minimo. E allora, ci si chiede, cosa si aspettano dalla democrazia, dalla politica? L’economia condiziona profondamente sia la politica sia le attesa di questi uomini. L’interpretazione di Gabino Rodriguez è intensa, dispiaciuta, come rassegnata. La compagnia come sempre indaga il tema della scrittura della propria storia da parte di queste persone, attinge al contesto socio-politico del paese e analizza il presente attraverso il passato. Gabino Rodriguez è interprete affascinante nella denuncia diretta e semplice di una vita senza niente. Si raccontano i giorni, le speranze, le rinunzie, l’amicizia, la solidarietà. Gabino Rodriguez, lascerà il lavoro prima della scadenza dei sei mesi per la perdita del proprio documento d’identità fittizio, e lascerà in regalo ai ragazzi con cui vive un’ora di taxi pagato per raggiungere il mare. Un mare vicino, eppure lontano perché manca il denaro per andarci ed il limite è assurdo in una vita invivibile.
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