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Culture
A Napoli il celebre Salvator Mundi di Leonardo

Dopo circa trentaquattro anni dalla mostra di Capodimonte su Leonardo e il leonardismo a Napoli e a Roma, la città partenopea si presenta al centro del dibattito degli studi vinciani attraverso l’esposizione della celebre tavola col Salvator Mundi, della ex collezione del marchese De Ganay, ed altri dipinti del suo atelier, come il Cristo Benedicente, del complesso monumentale di San Domenico Maggiore, per la prima volta presentato con una  attribuzione al pittore messinese Girolamo Alibrandi, molto conosciuto alla sua epoca ma di cui restano poche opere e scarse notizie. Il Salvator Mundi è un dipinto a olio su tavola databile 1499 circa raffigurante Cristo frontalmente e a mezza figura mentre leva la mano destra per benedire e con la sinistra che tiene il globo, simbolo del suo potere universale.

Ancora sullo stesso filone iconografico è presentata la tavola col Cristo fanciullo di Gian Giacomo Caprotti da Oreno, noto come Salaì, giovane e controverso collaboratore di Leonardo, accompagnata da diversi lavori di pittura di allievi leonardeschi come Marco d’Oggiono. In esposizione anche tre preziosi fondi grafici: il Codice Corazza del 1640, proveniente dalla Biblioteca Nazionale di Napoli, il Codice Fredericiano, custodito presso la Biblioteca di Area Umanistica dell’Università Federico II, e il testo Napoli antica e moderna, datato al 1815, redatto dall’abate Domenico Romanelli. La mostra, che chiuderà i battenti al pubblico il prossimo 31 marzo, vede l’ideazione del maggiore esperto vivente del genio di Vinci, Carlo Pedretti, direttore dell’Armand Hammer Center for Leonardo Studies presso l’Università della California e la cura scientifica di Nicola Barbatelli.

leonardo
 

L'esposizione al Museo Diocesano di Napoli servirà ad aggiornare il processo di studi attorno a una delle opere più discusse di Leonardo da Vinci, il Cristo Benedicente, anche alla luce dei temi di maggiore attualità che la dottrina cattolica intende richiamare nel solco dell’anno giubilare appena concluso. La rassegna, fortemente voluta dal Cardinale Crescenzio Sepe, è stata realizzata con la collaborazione della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee/Madre, con il coordinamento organizzativo e gestionale della Scabec. La Fondazione è stata costituita nel 2004 dalla Regione Campania con l’intento di istituire, promuovere e gestire musei, centri d’arte e di cultura nel territorio regionale acquisendo, in via temporanea o permanente, opere d’arte da enti pubblici o privati da esporre nei propri musei o in mostre tematiche e di svolgere attività culturali e ogni altra forma di espressione artistica moderna e contemporanea.

Eduardo Cagnazzi

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