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Culture
Natalia Goncharova, eroina dell’avanguardia russa. In mostra a Firenze
Natalia Goncharova Ciclista, 1913 © Natalia Goncharova, by SIAE 2019

di Simonetta M. Rodinò

 

Un viaggio tra la campagna russa dove è cresciuta, Mosca dove si è formata e Parigi dove ha scelto di vivere, racconta la storia di Natalia Goncharova, prima donna a dipingere nudi, a essere colpita dalla censura per opere a tema religioso, a esibirsi nei cabaret, a mostrarsi nei luoghi più eleganti di Mosca con il volto decorato per provocazione, in una performance ante litteram.

 

All’artista nata nel 1881 in un villaggio della Russia centrale e mancata a Parigi nel 1962 è dedicata la rassegna “Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso” da oggi nelle sale di Palazzo Strozzi a Firenze, capolavoro dell’architettura rinascimentale.

 

Se nel mondo del teatro il suo nome è leggendario, realizzò per anni costumi e scenografie per l’impresario teatrale Serge Diaghilev, creatore dei Ballets Russes, in Italia è poco conosciuto per i suoi dipinti. La retrospettiva di circa 130 opere colma questa mancanza. 

 

Spirito anticonformista, Natalia, costumista, illustratrice, grafica, scenografa, è un misto di passione e compostezza. Donna controcorrente che ha vissuto con grande forza e spirito libero la sua “vita all’avanguardia”, ha unito in maniera personale elementi iconici della tradizione popolare e religiosa russa alle proposte della modernità occidentale, guardando a Cézanne, Gauguin, Matisse, Rousseau il Doganiere, Picasso e fiancheggiando i futuristi.

 

La mostra, ineccepibile per rigore, ricerca ed eleganza, curata da Ludovica Sebregondi, inizia con un ritratto di Natalia, austera e riservata, realizzato da Michail Larionov, divertente ed espansivo, suo compagno che sposerà dopo cinquant’anni di vita insieme, nell’ottica di non veder dispersa la propria eredità artistica.

Divisa in sezioni, l’esposizione si snoda tra sale dalle pareti chiare, dove si ammirano le tele degli artisti che l’hanno influenzata, e stanze dalle pareti colorate o con riproduzioni di carte da parati ricavate da illustrazioni realizzate dalla pittrice.

 

Il richiamo all’arte primitiva assume un carattere particolare in Russia, dove, tra 1907 e 1912, si sviluppa il Neoprimitivismo, che trae ispirazione dalle tradizioni, dal folclore e dalle radici culturali del paese.

Un interessante video evoca la Russia di Natalia - attraverso foto d’epoca, spezzoni del documentario e frammenti di film, tra cui “La linea generale” di Sergei Eisenstein (1929).

 

Una sezione della rassegna è dedicata alle sue opere sacre: vere e proprie provocazioni. Non solo perché dipinte da una donna, cui la tradizione ortodossa impedisce di eseguire icone, attività riservata agli uomini - perché solo loro creati a immagine di Dio -, ma anche perché unisce stampe popolari russe (lubki) e dipinti delle iconostasi bizantine - sacre per il mondo ortodosso -, allo stile profano della modernità.

 

Accostamenti e rimandi accompagnano lungo il percorso: così, nella sezione “Modernismo” in risposta al Futurismo, di cui contesta l’esaltazione della guerra e il maschilismo del gruppo, ecco in dialogo la tela “Il ciclista” della Goncharova e gli studi per “Dinamismo di un ciclista” di Boccioni. Negatività verso la vita nella prima, tutto positivo il lavoro del secondo.

 

Poi il segmento dedicato al periodo del teatro, a quello trascorso in Italia, alla tele suggestionate da un viaggio in Spagna.  E ancora…

 

 

“Natalia Goncharova. Una donna e le avanguardie tra Gauguin, Matisse e Picasso”

Palazzo Strozzi - Firenze

28 settembre - 12 gennaio 2020

Orari: tutti i giorni 10.00-20.00, Giovedì 10.00-23.00. Dalle ore 9.00 solo su prenotazione

Biglietti: intero € 13,00; ridotto € 10,00; scuole € 4,00.

Infoline: 055 2645155

www.palazzostrozzi.org

 

 

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