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Culture
Pizza patrimonio dell’umanità? La Ferrari deve esserlo per diritto sacrosanto
di Daniele Rosa
 
 
E finalmente due dei simboli della nostra Italia, la pizza e l’arte del pizzaiolo, sono entrati nel patrimonio mondiale dell’Umanità’. 
Trattative durate ben 7 anni ma finalmente il Ministero per la salvaguardia dei beni immateriali, dalla lontana Seul, ne ha sancito il riconoscimento.
 
Un riconoscimento all’arte culinaria, alla forza del progetto alimentare umile, povero ma incredibilmente forte dal punto di vista sociale. 
Quante famiglie di umili origini hanno sfamato i loro figli con qualche pizza; quanti progetti di vita sono nati intorno ad un tavolo di fronte ad una pizza fumante, quante amicizie o amori sono nati o si sono rafforzati. 
 
PIZZA E FERRARI. UN PATRIMONIO FACILMENTE COPIABILE
 
Davvero un qualcosa di unico ma, purtroppo per noi, facilmente copiabile e copiato.
Qualsiasi buon cuoco egiziano, cinese o sudamericano con ingredienti giusti e di qualità’ può’ ricreare il miracolo. 
 
Certo vuoi mettere la mozzarella campana, l’olio pugliese, i capperi che crescono solo da noi o le acciughe nei nostri mari, non c’e’ storia ed e’ tutto vero ma questi dettagli, nelle altre parti del mondo, sono un po’ meno percepiti e quindi le ‘brutte copie’ della pizza napoletana possono essere smerciate su ogni tavola.
All’estero il consumatore e’ un po’ più’ di ‘bocca buona’ e vuole il brand pizza ma sorvola sui dettagli qualitativi.
 
PIZZA E FERRARI. QUANDO SENTI ARRIVARE LA MUSICA DEL MOSTRO
 
Altro mondo invece e’ quando ti avvicini al ‘mostro' o lo senti arrivare con quel suono inconfondibile che e’ cosi’ vicino a una sinfonia,il mostro e' la macchina che sta nei sogni di quasi tutti gli uomini del pianeta : nostra signora Ferrari.
 
Irraggiungibile in quanto a bellezza ed esclusivita', difficilmente avvicinabile per  la progettualità’ e la tecnologia, unica per il livello  artigianale , incopiabile neppure da quei ‘campioni’ del ‘fotografa e copia’ che sono gli asiatici.
 
Tutto sono riusciti a copiare ma ad avvicinarsi ad una Ferrari mai ci sono riusciti.
 D’altra parte non si copia la ‘ Pieta’' di Michelangelo, o la ‘ Gioconda’ o il ‘ Salvator Mundi’ di Leonardo. 
Non si copiano innanzitutto perché’ impossibile e poi , qualora fosse possibile, per rispetto dell’arte suprema.
 
PIZZA E FERRARI. IL MUSEO FERRARI, IL SECONDO PIU’ VISITATO DEL PAESE
 
Entrando nel Museo Enzo Ferrari di Maranello, il secondo museo italiano più’ visitato dopo gli Uffizi, immediatamente dimentichi le criticità’ del nostro Bel Paese e ti sale un’emozione unica e un orgoglio di essere italiano che forse si era appannato o magari del tutto perso .
 
Dalle sempreverdi 750 Monza carrozzata Scaglietti del ’54, alla 750 Monza sulla quale perse la vita il fuoriclasse  Ascari, alla 365 GTB4 , alla 195 Inter di Vignale per passare ai mostri dei nostri tempi come la FXXXK da 1050 cavalli o la Ferrari aperta, ibrida da 1000 cavalli circa e 350 km orari di velocità’ di punta ci si muove come nel Paese delle meraviglie.
 
Un paese tutto italiano creato da un genio italiano che vinse la scommessa di fare una macchina da corsa a 12 cilindri nel dopoguerra quando Maserati e Alfa Romeo avevano motori a 8 cilindri e gli inglesi un modesto 6 cilindri.
 
Una scommessa vinta per tutti gli italiani e cosi’quando un bambino disegna una macchina normalmente la colora di rosso. Immagina a chi sta pensando.
 
Anche per questo, ma non solo per questo, la Ferrari e’ come la pizza napoletana : un patrimonio dell’umanità’e un orgoglio per tutti gli italiani.
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