Pompei, riapre la domus dei mosaici
Pompei, riapre la domus dei mosaici. E non solo: ecco tutte le domus che saranno visitabili
Di Eduardo Cagnazzi
Nel corso degli anni il degrado l'aveva pesantemente colpita: centinaia di tessere si erano sollevate dal piano di calpestio, i motivi e le geometrie dei mosaici quasi non si leggevano più, tanto da essere aggrediti dalle muffe. Secondo gli archeologi la casa risale a un periodo compreso tra il III e il II secolo avanti Cristo ed è una delle più grandi della città. Si sviluppa infatti su una superficie di circa tremila metri quadrati con sessanta ambienti.
Ma quello che caratterizza ancora di più questa fastosa domus, il cui impianto deriva dalla trasformazione di due altre case tra loro adiacenti, è la posizione in cui si trova: scenografica e centrale allo stesso tempo con vista sull’antico porto. A nord, invece, l'ingresso, si apre sul vicolo che porta alle terme del Sarno e dista solo qualche centinaio di metri dal Foro cittadino.
La Domus venne rimodernata dai proprietari all'indomani del disastroso terremoto che colpì Pompei e l'area vesuviana nel 62 dopo Cristo, ma venne ritrovata solo agli inizi del 1800. Ventisei anni dopo cominciò lo scavo. Il recupero, tuttavia, non si concluse del tutto ed altri interventi vennero effettuati e terminati solo nel 2013. Tra le sue caratteristiche è l’ampio atrio con impluvium e un tablino da cui si accede al peristilio e al portico. Inserita all'interno del Grande Progetto Pompei, la domus è stata oggetto di restauro con altri edifici che necessitavano di interventi di messa in sicurezza.
Si tratta di tre fabbricati, ritenuti all'epoca amministrativi, che affacciano sul Foro, e della Casa detta di Championnet dal nome del generale francese che costituì la Repubblica partenopea, nel 1799, lo stesso anno in cui venne scavata.
Quest'ultima domus aprirà nei primi mesi del 2017. L'intervento di recupero riguarda le coperture, che andavano del tutto rifatte. In buona sostanza, per restaurare apparati decorativi e strutturali degli edifici in oggetto sono stati stanziati quasi 3 milioni e settecentomila euro del Grande Progetto. E dal prossimo 3 dicembre, alla presenza del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, riapriranno altre quattro sontuose Domus: quelle di Marco Lucrezio Frontone, di Obellio Firmo, dell’Orso ferito e di Sirico. Tutte restaurate con i fondi del Grande Progetto.