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Culture
Premio Bruno Cavallini, Sgarbi annuncia le novità dell’edizione 2017

di Andrea Cianferoni

Un’importante iniziativa culturale realizzata con il patrocinio della Regione Friuli Venezia Giulia, dei Comuni di Pordenone e di Barcis e della Pro Barcis. Si tratta del Premio Bruno Cavallini, istituito nel 1996 dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, che da quest’anno non è più intitolato al solo Bruno Cavallini, zio di Vittorio ed Elisabetta Sgarbi, ma anche ai fratelli Bruno, Romana e Rina Cavallini, quest’ultima madre di Vittorio ed Elisabetta, tre personalità molto diverse, ma tutte accomunate da una speciale sensibilità artistica e da un altrettanto speciale forza di carattere. Come è nato il Premio Cavallini ma, soprattutto, chi era Bruno Cavallini?  Il premio nasce quasi per caso, perché a Barcis, in Valcellina provincia di Pordenone, così lontana da Codifiume dove il professor Bruno Cavallini nacque il 26 maggio 1920, così diversa da Ferrara dove fu docente di storia dell’arte, poi di italiano e latino nel Liceo Classico “Ariosto”, così piccola rispetto a Milano dove fu preside in diversi Licei, esisteva già un premio Letterario denominato “Giuseppe Malattia della Vallata” istituito per celebrare ed onorare la figura di un poeta, sensibile cantore, cultore e studioso dei valori tradizionali, delle memorie e della storia della Valcellina e di Barcis. Il Premio Giuseppe Malattia, che nel corso degli anni negli anni è via via cresciuto,  è riuscito a farsi conoscere ben oltre i confini del Friuli. Nella primavera del 1996, il Sindaco di Barcis Maurizio Salvador, ebbe la fortuna di incontrare in Valcellina Vittorio Sgarbi, il quale apprezzò subito l’altissimo livello di composizione della giuria del premio letterario, tra cui spiccava quella del professor Antonio Piromalli, grande amico dello zio Bruno Cavallini. Ecco allora che, scoprendo nella giuria del Premio Malattia la presenza di un amico della sua famiglia, come era Antonio Piromalli, Sgarbi si impegnò a dare un proprio contributo personale, che poi sfociò nell’istituzione del Premio Cavallini, in memoria dello zio che negli anni ha contribuito a dare lustro alle valli della Valcellina e di Barcis. Il premio è stato assegnato nel 1997 a Gaio Fratini, nel 1998 alla Rivista Panta, nel 1999 a Younis Tawfik con premio speciale a Egi Volterrani, nel 2000 a Franco Loi, nel 2001 a Alain Elkann, nel 2002 a Franco Marcoaldi, nel 2003 a Gian Antonio Cibotto, nel 2004 a Edoardo Nesi, nel 2005 a Diego Marani, nel 2006 a Pino Roveredo, nel 2007, anno in cui il premio si è sdoppiato, a Alexandre Jardin e Giovanni Reale, nel 2008 a Lucio Dalla, Marco Alemanno e Matteo Collura, nel 2009 a Mauro Corona e Pierluigi Panza, nel 2010 a Claudio Magris e Folco Quilici, nel 2011 a Roberto Vecchioni e Alessandro Spina, nel 2012 alla cantante Alice e a Maurizio Di Giovanni, nel 2013 a Boris Pahor, Pierluigi Cappello, Tommaso Cerno e Eleonora Cavallini, la quale, oltre ad essere figlia di Bruno Cavallini è una fine grecista docente dell’ateneo di Bologna, nel 2014 a Nuccio Ordine e Raffaele La Capria, nel 2015 a Jean-Louis Georgelin, Marc Fumaroli e Ramin Bahrami e, lo scorso anno, a Oscar Farinetti, Paolo Portoghesi e Giuseppe Sgarbi. Chi sono i premiati di quest’anno? Tra loro ci sono giornalisti come Luciano Canfora, filologo classico e storico, Furio Colombo, deputato e senatore in tre legislature, già presidente della Fiat Usa, Gilles Pécout, professore ordinario di storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Parigi, considerato uno dei più importanti studiosi del Risorgimento italiano, Umberto Piersanti, regista, poeta e autore di numerosi saggi e opere di narrativa, Italo Zannier, tra i più noti fotografi e storici della fotografia italiana. Anche quest’anno si rinnova dunque un appuntamento da non perdere con la cultura, sabato 28 ottobre ottobre alle 17,30 al Convento di San Francesco a Pordenone.

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