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Economia
Allarme Copasir su UniCredit-Generali. Mire francesi su risparmio e debito
LaPresse

Allarme Copasir su UniCredit e Generali. "Negli ultimi mesi si sono susseguite preoccupanti notizie su possibili operazioni di fusione di UniCredit con altri players stranieri, tra cui l'istituto tedesco Commerzbank, ovvero le banche francesi Crédit Agricole e Société Générale. A parere del comitato, le iniziative da parte di attori esteri su entità strategiche per la sicurezza economica nazionale rappresentano un rischio di particolare rilevanza per il sistema bancario e del pubblico risparmio, atteso che, oltre a pregiudicarne l'indipendenza, le stesse potrebbero determinare una forte asimmetria tra l'area di raccolta delle risorse finanziarie (Italia) e quella di impiego delle stesse (estero)", scrive il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica nella sua relazione approvata oggi sulla tutela degli asset strategici nazionali nei settori bancario e assicurativo e che l'Adnkronos è riuscita a visionare.

"Pur continuando a provenire dalle famiglie e dalle imprese italiane - motiva il comitato - le risorse raccolte da UniCredit potrebbero essere impiegate per finanziare territori e sistemi produttivi esteri. In aggiunta, una sostanziale contrazione delle attività bancarie svolte da UniCredit in Italia, ovvero una progressiva riduzione degli investimenti effettuati dal gruppo in titoli di Stato italiani, potrebbero produrre un impatto negativo per il nostro Paese". 

Secondo quanto si legge nella relazione, "nonostante la rilevanza di UniCredit per il sistema economico e finanziario nazionale, l'istituto milanese ha assunto negli ultimi anni alcune iniziative apparentemente volte ad affrancare la banca dall'Italia. In tal senso potrebbero essere infatti inquadrate le operazioni di cessione di UniCredit di alcuni gioielli italiani, quali Fineco e Pioneer, ovvero la riduzione del portafoglio di Btp che, dal 2016 ad oggi, è diminuito di circa 11 miliardi di euro. Il gruppo sembra inoltre avviato verso una progressiva contrazione della propria presenza sul territorio nazionale, come attestato dal piano industriale Team23 (per il periodo 2020 - 2023), presentato ai mercati il 3 dicembre 2019, nel quale è stato previsto un taglio di circa 8.000 dipendenti, principalmente in Italia (circa 6.000) dove il personale verrà ridotto del 21%, e la chiusura di 500 filiali, di cui 450 nel nostro Paese".

"Risulta che UniCredit - continua il Copasir - avrebbe in animo una profonda ristrutturazione, che prevede la costituzione di una subholding nella quale dovrebbero essere incluse tutte le attività estere della banca. Il timore è che tale iniziativa sia prodromica alla cessione delle attività estere di UniCredit, che perderebbe così la sua anima internazionale; altra ipotesi potrebbe essere un'operazione d'integrazione della banca con un altro istituto estero, che potrebbe sancire il definitivo disimpegno della Banca dall'Italia".

Su Generali, invece il comitato presieduto da Raffaele Volpi, "dal punto di vista finanziario, una eventuale cessione del gruppo ad Axa incrementerebbe in misura considerevole la quota, già elevata, di titoli di stato italiani posseduta da operatori francesi".

"Se si considera infatti che Assicurazioni Generali possiede 63 miliardi di euro di titoli italiani, a seguito della possibile acquisizione da parte di Axa, il nuovo soggetto economico arriverebbe a detenere complessivamente 85,5 miliardi di euro di titoli italiani, pari al 3,5% di tutto il debito pubblico italiano. Una quota così elevata di debito pubblico detenuto da investitori esteri (in questo caso francesi, ma l'argomento potrebbe essere ripetibile per altre nazionalità) - continua il comitato - pone un rischio a livello strategico e di rilievo per l'interesse nazionale. Inoltre, risulta critico il tema dei dati personali sensibili, quali i dati sulla salute o sulla situazione reddituale e patrimoniale dei sottoscrittori di polizze, che le assicurazioni raccolgono e trattano a livello di singolo sottoscrittore per finalità contrattuali e a livello aggregato per fini attuariali e di profilatura della clientela", aggiunge il Copasir.

Allargando lo sguardo a tutto il tessuto tessuto economico, bancario, assicurativo e finanziario, l'organismo parlamentare, inoltre, "registra una crescente e pianificata presenza di operatori economici e finanziari di origine francese, nonchè forti interrelazioni tra soggetti industriali ed economico-finanziari italiani e gli anzidetti operatori, e non puo' non far rilevare una possibile preoccupazione in merito alla circostanza che tale aspetto, in via ipotetica, possa anche determinare strategie, azioni e atteggiamenti non sempre in linea con le esigenze economiche nazionali".

Infine il Copasir invita a non sottovalutare l'operazione che riguarda Mps: "Tra i possibili acquirenti, figura proprio UniCredit, la cui policy, come si è detto, desta perplessità sotto il profilo del perseguimento degli interessi nazionali. Anche altre operazioni, sempre connesse all'attivismo del partner francese, a parere del Comitato, devono essere monitorate con attenzione. In particolare - si rileva ancora nella relazione - l'aumento della quota di capitale di Delfin in Mediobanca potrebbe modificarne l'assetto societario, con conseguenze per il nostro principale istituto di assicurazioni, Generali, che, come detto, detiene un considerevole pacchetto di titoli di Stato".

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