Economia
Altro che ripresa, la guerra in Iran fa impennare i costi dell'energia e affossa l'economia. Confindustria lancia l'allarme
L’industria ha mostrato un lieve recupero ad aprile (+1% nella produzione), iniziando bene il secondo trimestre, ma i livelli restano comunque depressi dopo i cali del 2023 e del 2024. Il rapporto di Confindustria

L’industria italiana non riparte: tra guerra e dazi, costi fuori controllo e fiducia in calo
La guerra tra Israele e Iran ha peggiorato un quadro economico già fragile per l’Italia. L’aumento dei prezzi del petrolio e del gas, causato dal conflitto, ha fatto risalire il costo dell’energia, che pesa negativamente sulla produzione industriale e sulle aspettative di crescita. Confindustria definisce questa situazione "un altro choc" per il sistema produttivo.
Secondo il rapporto flash del Centro studi di Confindustria, l’aumento del prezzo del petrolio, passato da 63 dollari al barile a maggio a 77 dollari a metà giugno, è legato proprio al conflitto in Medio Oriente. Anche il prezzo del gas in Europa è salito, passando da 34 a 40 euro al megawattora, invertendo la tendenza al ribasso registrata nei mesi precedenti.
Nel primo trimestre 2025 gli investimenti avevano mostrato segnali positivi (+1,6%), con crescita in tutti i settori (costruzioni, macchinari, ricerca), ma ora le prospettive si indeboliscono. A maggio la fiducia delle imprese è ancora bassa, l’incertezza resta alta, gli ordini di beni strumentali sono negativi e le attese sui nuovi ordini calano per il secondo mese consecutivo.
Sul fronte dei consumi, la fiducia cala per il terzo mese di fila e le vendite al dettaglio crescono solo marginalmente (+0,5% in aprile). Anche le immatricolazioni di auto registrano una lieve flessione (-0,1% su base annua a maggio), segnale di una domanda ancora debole. L’industria ha mostrato un lieve recupero ad aprile (+1% nella produzione), iniziando bene il secondo trimestre, ma i livelli restano comunque depressi dopo i cali del 2023 e del 2024. L’indice di fiducia PMI per l’industria è vicino all’area di contrazione (49,2 a maggio) e la fiducia delle imprese recupera solo marginalmente.
Diversa la situazione nei servizi: dopo un primo trimestre deludente, con un calo dello 0,1% nel valore aggiunto nonostante la ripresa del turismo (+4,1% la spesa degli stranieri), ad aprile e maggio si osservano segnali di ripresa. Il fatturato cresce e l’indice HCOB-PMI mostra un miglioramento della fiducia tra le imprese dei servizi.