"Così daranno i lavori a chi li vota". Lega: "Frasi gravi. Busia lasci l'Anac"
La replica di Salvini: "Meno tempo per il corrotto di incontrare il corruttore". La Cgil tuona: "Si torna alle liste fiduciarie di Tangentopoli"
Codice Appalti, le paure di Anac e Cgil: "Meno qualità nei lavori"
Il governo ha varato il nuovo Codice degli Appalti, ma subito si è innescata una polemica senza fine. La norma prevede che circa il 98% dei lavori pubblici si assegnino senza gara, per velocizzare tutte le procedure. Pesanti attacchi - si legge sul Corriere della Sera - arrivano da Anac e sindacati. L’Autorità anticorruzione parla di luci — "la digitalizzazione che obbliga alla trasparenza" —, ma anche di «ombre» per la possibilità in particolare dell’assegnazione diretta o a invito nel caso di appalti fino a 5.382.000 euro. «Soglie troppo elevate — spiega il presidente Giuseppe Busia — per gli affidamenti diretti e le procedure negoziate rendono meno contendibili e meno controllabili gli appalti di minori dimensioni, che sono quelli numericamente più significativi». Il rischio, dice, è che «sotto i 150 mila euro va benissimo il cugino o anche chi mi ha votato e questo è un problema, soprattutto nei piccoli centri».
Non è d’accordo Salvini che replica: «Più veloce è l’iter della pratica, meno è facile per il corrotto incontrare il corruttore. Sarà uno strumento di lavoro fondamentale per l’Italia nei prossimi anni». Non ne è affatto convinta - prosegue il Corriere - neppure la Cgil che teme perfino un ritorno «alle liste fiduciarie di Tangentopoli», dice Alessandro Genovesi della Fillea Cgil: il primo aprile scenderà in piazza con Feneal Uil e tutto il mondo edile. E non è esclusa la presenza anche del leader Maurizio Landini. «Il nuovo codice riporta il Paese indietro di 30 anni vanificando la lotta alle mafie», attacca il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato. Ma Salvini liquida la protesta: «Se la Cgil annuncia uno sciopero, vuol dire che il codice è stato fatto bene».
Lega: "Frasi gravi. Il presidente Busia lasci l'Anac"
"Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul 'codice Salvini'. Se parla cosi' di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non puo' stare piu' in quel ruolo". L'affondo della Lega e' affidato a Stefano Locatelli, responsabile Enti locali del partito, dopo le parole del presidente dell'Autorita' nazionale anticorruzione. "Busia - riprende l'esponente leghista - ha dei compiti di controllo, invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile".
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