Autostrade, salta tutto? No, non ancora almeno. Ma l'accordo per l'ingresso in forza dello Stato nella società controllata dai Benetton, dopo l'accordo di metà luglio, è in bilico. Molti fondi stranieri presenti nel capitale infatti non sembrano apprezzare lo schema che prevede un aumento di capitale con cui destinare il 33% di Aspi a Cdp, per poi puntare sull'Ipo. Tra questi, scrive la Stampa, il fondo inglese Tci, che gestisce patrimoni per 35 miliardi. C'è irritazione, insomma, scrive il quotidiano torinese. Contesto che può aprire, paradossalmente, a un futuro rientro nel capitale proprio dei Benetton, tramite Edizione.
Pochi giorni fa, come riportato da Affari, citando indiscrezioni di Repubblica, Christopher Hohn, uno dei più noti e influenti gestori anglosassoni che attraverso il fondo inglese Tci gestisce circa 35 miliardi di dollari di investimenti aveva chiuso agli investimenti in Italia, scottato dalla vicenda Autostrade e dall'obbligo di abbandono imposto ai Benetton. "Non metteremo più soldi in Italia se la fiducia dei mercati nell’ordinamento giuridico italiano non verrà ristabilita. Atlantia è stata costretta a scegliere tra la vendita della partecipazione di Aspi a Cdp o la revoca illegittima della concessione, che avrebbe avuto come conseguenza la necessità di affrontare contenziosi lunghi e incerti per contestare il provvedimento. Tale procedura è in palese contrasto con i principi della Costituzione e del diritto della Ue".
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