Bonus casa, pensioni, Irpef e non solo, la manovra prende forma: ecco le misure in campo. Critiche dai sindacati: "Pronti a sbattere" - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 17:45

Bonus casa, pensioni, Irpef e non solo, la manovra prende forma: ecco le misure in campo. Critiche dai sindacati: "Pronti a sbattere"

La manovra economica del 2026, dal valore complessivo di 16 miliardi di euro, è in dirittura d’arrivo e dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri all'inizio della prossima settimana

Manovra, Landini: "Pronti a sbattere"

"E' stato un incontro dannoso non abbiamo avuto alcuna risposta e la manovra è una manovra che porta a sbattere questo Paese". lo ha detto il segretario della Cgil Maurizio Landini parlando con i cronisti al termine dell'incontro sulla legge di bialncio a Palazzo Chigi. 

Bonus casa, pensioni, Irpef e non solo, la manovra prende forma: ecco le misure in campo

La manovra economica del 2026, dal valore complessivo di 16 miliardi di euro, è in dirittura d’arrivo e dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri all'inizio della prossima settimana. Al suo interno sono previste misure che spaziano dal fisco alle pensioni, dalla famiglia alla sanità, passando per incentivi alle imprese, sostegni per la casa e contributi dal settore bancario.

Una delle misure principali riguarda l’Irpef, con l’introduzione di un taglio di due punti percentuali dell’aliquota intermedia: passerà dal 35% al 33% per i redditi compresi tra 28mila e 50mila euro. Questo intervento avrà un costo stimato di circa 2,5 miliardi di euro e comporterà un beneficio massimo per i contribuenti fino a 440 euro annui. La misura è più contenuta rispetto a quella originariamente ipotizzata, che prevedeva un'estensione fino a 60mila euro e avrebbe avuto un costo tra i 4 e i 5 miliardi.

Sul fronte della pace fiscale, è in arrivo una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, strutturata su nove anni e suddivisa in 108 rate. Saranno applicati criteri selettivi per identificare i contribuenti ritenuti “meritevoli”. È prevista una rata minima di 50 euro, che potrà salire a 100 euro per i debiti di importo più contenuto.

In materia di pensioni, si punta a una sterilizzazione selettiva dell’aumento dell’età pensionabile previsto a partire dal 2027. Il blocco dell’incremento di tre mesi potrebbe non riguardare tutti i lavoratori, ma essere limitato a chi compirà 64 anni nel 2027, prevedendo quindi un'applicazione graduale e mirata.

Per quanto riguarda il capitolo famiglia, è previsto un pacchetto di misure dal valore compreso tra i 500 milioni e 1 miliardo di euro. Tra queste figurano il rafforzamento del congedo parentale, con la conferma della possibilità di usufruire di tre mesi retribuiti all’80% dopo il congedo obbligatorio, e un bonus dedicato alle mamme. Si lavora anche all’introduzione di detrazioni fiscali attraverso il quoziente familiare.

Sul tema casa, si punta a prorogare il bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case, con criteri più selettivi. Non è invece ancora chiaro se verrà rinnovato il bonus mobili, in scadenza alla fine dell’anno.

Per le imprese, dovrebbe essere confermata l’Ires premiale, introdotta lo scorso anno per incentivare le aziende virtuose che reinvestono gli utili in occupazione e innovazione. La misura, in scadenza il 31 dicembre, ha un costo stimato tra i 400 e i 500 milioni di euro. Inoltre, si lavora a un nuovo incentivo che superi l’attuale programma Transizione 5.0, che non ha prodotto i risultati attesi.

La sanità riceverà nuovi fondi: il governo intende incrementare gli stanziamenti per il Servizio Sanitario Nazionale, con l’obiettivo di potenziare le assunzioni e ridurre le liste d’attesa. Oltre ai 4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio dello scorso anno, si aggiungeranno altri 2,5 miliardi.

Dal settore bancario è atteso un contributo "concertato" e non punitivo, che potrebbe concretizzarsi anche con una proroga dell'intervento sulle Dta (attività per imposte differite). Le entrate previste da questa misura si aggirano intorno ai 2,5 miliardi.

Infine, per quanto riguarda la difesa, il governo assicura che i fondi non verranno sottratti ad altri comparti, in particolare al settore sociale. Se l’Italia dovesse uscire dalla procedura europea per deficit eccessivo, nel 2026 lo stanziamento per la difesa ammonterebbe allo 0,15% del Pil, pari a circa 3,3 miliardi di euro.