Borsa, Meloni e Giorgetti sorridono. Le partecipate del governo fatturano più di 300 miliardi l'anno, maxi dividendi al Tesoro - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 18:19

Borsa, Meloni e Giorgetti sorridono. Le partecipate del governo fatturano più di 300 miliardi l'anno, maxi dividendi al Tesoro

A fotografarne dimensioni e andamento è il Rapporto sui bilanci delle Società partecipate dallo Stato del Centro Studi CoMar, guidato da Massimo Rossi

di Chiara Feleppa

Partecipate dello Stato: 312 miliardi di fatturato (14,2% del Pil) e danno lavoro a 520 mila persone

Quarantacinque società, un perimetro industriale che pesa come una grande potenza economica. Le imprese partecipate dallo Stato rappresentano oggi uno dei pilastri dell’economia italiana: nel 2024 hanno generato ricavi per oltre 312 miliardi di euro, pari al 14,2% del Pil nazionale. A fotografarne dimensioni e andamento è il Rapporto sui bilanci delle Società partecipate dallo Stato del Centro Studi CoMar, guidato da Massimo Rossi, come riportato da Il Messaggero. 

Si tratta di un universo tutt’altro che statico. Negli ultimi mesi il perimetro delle partecipazioni pubbliche è cambiato più volte, anche attraverso operazioni di rilievo strategico: dall’intesa tra Cdp e Poste per l’ingresso in Tim e la contestuale uscita da Nexi, fino all’ingresso di fondi internazionali come Kkr in Enilive o Ares ed EIP in Eni Plenitude. Senza dimenticare la joint venture tra Eni e Petronas nel Sud-Est asiatico, l’ingresso del Mef in FiberCop, l’acquisizione di 2i Rete Gas da parte di Italgas e l’alleanza tra Leonardo e Rheinmetall nel comparto della difesa terrestre.

I conti del 2024

A fine 2024, il fatturato aggregato delle 45 partecipate statali si è attestato a 312,2 miliardi di euro. Alla solidità dei ricavi si affianca una buona redditività: gli utili complessivi hanno raggiunto i 16,3 miliardi. In crescita anche il debito finanziario lordo, salito a 230,1 miliardi, con un incremento di 13 miliardi (+6%) rispetto all’anno precedente. Le partecipate pubbliche confermano inoltre il loro ruolo centrale sul fronte occupazionale. Il numero complessivo dei dipendenti ha superato per la prima volta quota 520 mila unità, rendendo questo comparto uno dei principali bacini di lavoro del Paese.

Non trascurabile anche il contributo alle casse dello Stato. Nel 2025, le dodici maggiori società partecipate hanno distribuito dividendi per 3,3 miliardi di euro, ben 1,3 miliardi in più rispetto alle stime iniziali: risorse preziose per il Tesoro, utilizzate per contenere – seppur in misura limitata – il debito pubblico.

Tra rallentamento e crescita di lungo periodo

Il confronto con il 2023 mostra una lieve flessione del fatturato: nel 2024 i ricavi sono diminuiti di 16,9 miliardi (-5,1%). Un dato che segnala una frenata congiunturale, ma che va letto alla luce di una dinamica di medio periodo decisamente positiva. Dal 2017 a oggi, il giro d’affari complessivo è aumentato di oltre 84 miliardi, con una crescita del 37%. L’analisi settoriale evidenzia una forte concentrazione nell’energia, che da sola genera il 71,6% del fatturato totale. Seguono la meccanica (13,5%), trasporti e telecomunicazioni (11,1%) e l’Ict (2,3%). Tutti gli altri ambiti, dai servizi alla Pubblica amministrazione all’ambiente, incidono per poco più dell’1% ciascuno.

Sul fronte dei risultati economici, il 2024 segna un ulteriore passo avanti: gli utili sono cresciuti di quasi il 10% rispetto al 2023 e risultano più che raddoppiati rispetto al 2019. Anche il margine operativo netto resta su livelli elevati: 33,5 miliardi di euro, leggermente inferiore all’anno precedente, ma in forte aumento rispetto ai 21,6 miliardi del 2017.

Occupazione e produttività

La crescita non riguarda solo i conti. In sette anni, le società partecipate dallo Stato hanno creato oltre 62 mila nuovi posti di lavoro. Un’espansione accompagnata da livelli di produttività significativi: il fatturato medio per dipendente si attesta intorno ai 600 mila euro, un valore competitivo anche rispetto a molte grandi imprese private.

Il Rapporto CoMar analizza infine i risultati dei primi nove mesi del 2025 di undici società partecipate quotate in Borsa. In un contesto macroeconomico rallentato, il fatturato complessivo è salito dell’1,8%, passando da 167,4 a 170,5 miliardi di euro. All’interno del dato aggregato emergono andamenti differenziati: Eni registra una contrazione dei ricavi (-6%) per effetto della normalizzazione dei prezzi energetici, mentre le altre società mostrano una crescita sostenuta. In particolare, spiccano le performance di Italgas, Fincantieri e Leonardo, a conferma di una spinta che arriva soprattutto dalle infrastrutture di rete, dalla cantieristica e dall’aerospazio-difesa più che dal tradizionale oil & gas.

Anche sul versante degli utili il quadro resta solido. Il risultato aggregato supera i 13 miliardi di euro, sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente. Le migliori performance sono quelle di Italgas, Snam e Poste Italiane. La maggioranza delle società ha confermato o migliorato le proprie previsioni, segnale di fiducia nonostante tassi elevati e incertezze internazionali. Nel complesso, il capitalismo pubblico italiano continua a mostrare una buona tenuta: meno espansivo rispetto ai picchi recenti, ma strutturalmente solido e sempre più centrale negli equilibri economici del Paese.

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