Economia

Borsa: Piazza Affari in grande forma, ma resta sottovalutata

di Redazione

Il tasso di crescita degli utili delle aziende quotate

Borsa, Piazza Affari sottovalutata

Nonostante un notevole aumento del 60% negli ultimi 18 mesi, il mercato azionario italiano rimane sottostimato rispetto ad altre borse dei paesi sviluppati, con uno sconto medio del 30% rispetto al resto dell'Europa negli ultimi cinque anni.

Come riporta Trader Link, un recente studio condotto da Intesa Sanpaolo ha utilizzato un modello chiamato Implied Medium-Term Growth (Imtg) per valutare il tasso di crescita mediotermine degli utili per azione delle aziende quotate. L'S&P 500 di New York è risultato leggermente sopravvalutato, mentre l'Euro Stoxx appare valutato in modo equo.

Tuttavia, la situazione cambia quando si esamina il Ftse Mib, l'indice principale di Piazza Affari. Secondo il modello Imtg, le aziende quotate su questo indice potrebbero registrare una riduzione media annua del 2,5% degli utili per azione tra il 2027 e il 2032, peggiorando rispetto ai trimestri precedenti e alla media storica degli ultimi 10 anni.

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Questo si verifica in un contesto di ridimensionamento della crescita degli utili, che potrebbe scendere a un tasso medio annuo del 1,9% fino al 2026, un valore significativamente inferiore rispetto alle previsioni precedenti.

La composizione del Ftse Mib, dominato da banche, società finanziarie, aziende energetiche, automobilistiche e delle telecomunicazioni, contribuisce a questa situazione strutturale. Il settore tecnologico è scarsamente rappresentato, mentre il "rischio Paese" non sembra essere una preoccupazione significativa per gli investitori.

Le prospettive future per la Borsa italiana non sono altrettanto rosee, con previsioni di un debole trend nel 2024, caratterizzato da un calo degli utili del 2,5% e un modesto rimbalzo del 3% nel 2025 per il Ftse Mib. Questo è attribuibile sia alle incertezze riguardanti il ciclo economico internazionale, sia a un contesto aziendale caratterizzato da bassi volumi di vendita e una minore capacità di fissare i prezzi da parte delle società.