Borse, l'incertezza tedesca non spaventa. I mercati archiviano Evergrande
I listini chiudono la prima seduta della settimana all'insegna dell'ottimismo, allontanando così l'eco del possibile default del colosso cinese Evergrande
Il risultato delle elezioni politiche in Germania, che sostanzialmente conferma le previsioni della vigilia, esclude una possibile coalizione rosso-rosso-verde e manda ai "tempi supplementari" l'esecutivo uscente guidato da Angela Merkel, che manterrà la guida del Paese nel corso dei lunghi negoziati per la definizione della nuova maggioranza di governo, è accolto positivamente dai mercati azionari europei. Lo dimostra l'andamento della borsa di Francoforte che chiude positiva (+0,3%). Sul voto tedesco gli esperti di Rabobank segnalano che le elezioni in Germania sembrano fino ad ora uno stallo con un lungo periodo di disputa per la formazione di un Governo - tutto normale per l'Unione Europa.
In ogni caso, la maggioranza ha votato per una sorta "nothing happens". Reto Cueni, chief economist Vontobel, nota che "dal punto di vista economico e dei mercati finanziari, la grande notizia e' che una potenziale coalizione sinistra-verde-sinistra con SPD, Verdi e Die Linke non può raggiungere la maggioranza, il che riduce l'incertezza per i mercati in vista dei negoziati di coalizione".
"Tuttavia, non pensavamo e non pensiamo che i colloqui di coalizione saranno al centro dell'attenzione dei mercati finanziari, poichè in entrambi i casi uno degli ex partiti di governo sarà il nuovo leader della coalizione. Vediamo ancora una coalizione "Semaforo" (SPD, Verdi, FDP) e una coalizione "Giamaica" (CDU/CSU, Verdi, FDP) come i risultati più probabili, ma anche un'altra versione della Grande coalizione o una coalizione Kenya (SDP, CDU/CSU, Verdi) è sul tavolo", conclude l'esperto.
Edoardo Fusco Femiano, market analyst di eToro, commentando l'andamento dei mercati, segnala che nonostante l'aumento della volatilità si è messo in luce l'ennesimo segnale di solidità di un uptrend che non mostra alcun cedimento. "Non mancano gli elementi di incertezza: dalle valutazioni del comparto azionario, alla situazione in Cina, fino alla politica fiscale americana. Ciononostante, la price action delle ultime settimane sul piano sostanziale ha evidenziato un lieve aumento della volatilità e poco altro", prosegue l'operatore, ricordando che gli indici azionari hanno recuperato finora il 60% circa del calo recente e ciò significa che il mercato azionario globale in media scambia sotto i massimi recenti per un 2% circa.
"La storia che viene osservata con maggior attenzione - aggiunge Fusco - è quella delle difficoltà finanziarie di Evergrande. Se il pagamento delle cedole e del debito principale in yuan non dovrebbe rappresentare un problema, anche in presenza di incapacita' finanziaria strutturale della società, diverso potrebbe il discorso sulla quota estera in dollari dell'esposizione. Chiaramente, un default parziale sulla quota di obbligazioni denominate in valuta estera potrebbe essere un problema capace di destabilizzare investitori e mercati finanziari. Un altro elemento potenzialmente destabilizzante per gli asset rischiosi, mercati azionari in primis, è la dinamica dei prezzi delle fonti energetiche (WTI, Brent e gas naturale), in costante rialzo, anche per fattori esogeni come la mancanza di autotrasportatori nel Regno Unito e negli Stati Uniti. Tra i fattori di instabilita' anche i recenti rialzi dei tassi d'interesse sul comparto governativo, con il Treasury Usa a 10 anni arrivato vicino alla soglia dell'1,5%. Tuttavia, è fondamentale non confondere potenziali fattori di instabilita' con segnali di inversione del trend: sotto questo aspetto non stiamo osservando nulla che non si sia gia' verificato negli ultimi mesi", conclude l'esperto.
Mentre a Wall Street finiscono sotto pressione i titoli tech, e si iniziano a fare i conti con la futura stretta monetaria della Fed, col rialzo dei rendimenti sui bond governativi, nel Vecchio Continente chiudono in testa la piazza di Madrid (+1,4%) e Milano (+0,6%). In rialzo anche Parigi (+0,2%), Londra (+0,17%), mentre ha perso terreno tra gli indici principali solo Amsterdam (-0,35%).
Il focus della seduta è tutto sul greggio, visto che una domanda energetica sempre crescente - che secondo alcuni osservatori fatichera' a essere soddisfatta dagli attuali livelli di produzione - sta mettendo le ali delle quotazioni del petrolio, con il Wti di novembre oltre i 75 dollari al barile (+1,8%) e il Brent ai massimi da quasi tre anni sui 79,6 dollari (+1,7%).
A Piazza Affari beneficiano di questo clima i petroliferi, da Tenaris (+3,4%) a Eni (+2,3%). In testa come nel resto d'Europa i titoli bancari con UniCredit (+5,1%) e Bper (+3,8%), mentre Leonardo (+4,2%) approfitta delle indiscrezioni su un'offerta all'esercito italiano per il programma Aics (Armored infantry combat system). In controtendenza DiaSorin (-3,7%) e Amplifon (-2,9%). Sul mercato dei cambi, infine, euro/dollaro in calo rispetti ai livelli della chiusura di venerdì. La moneta unica europea vale 1,1698 dollari (da 1,1715) ed e' indicata a 129,81 yen (129,49). Dollaro/yen a 110,96 (110,73).
A rasserenare i mercati sono arrivate anche le parole della numero uno della Bce, Christine Lagarde, che ha ribadito come la previsione sia di "una forte crescita continua nella seconda metà del 2021, consentendo alla produzione dell'area dell'euro di superare il livello pre-pandemia entro la fine dell'anno". Certo le prospettive "continuano a essere incerte e fortemente dipendenti sull'evoluzione della pandemia, ma - ha aggiunto - i rischi per la crescita sono sostanzialmente equilibrati".
Tornando a Milano, tra gli exploit del giorno si registra quello di Leonardo. Riguardo l'offerta all'esercito italiano per il programma Aics, infatti, la proposta sarebbe stata presentata dal gruppo insieme a Iveco Defence Vechicles, in una cordata italiana che potrebbe vedersela con la tedesca Rheinmetall, che aveva manifestato il proprio interesse nel marzo scorso.
Il programma Aics, secondo quanto riportato dagli analisti di Banca Akros, prevede l'acquito di 679 veicoli e il Governo ha già messo a budget 2,141 miliardi da qui al 2035. La notizia di un'offerta Leonardo-Iveco, concludono gli analisti, 'e' potenzialmente positiva, anche se per l'aggiudicazione ci potranno volere anni'. Gli investitori nel corso della seduta hanno poi premiato l'istituto Banco Bpm (+2,9%) e Tim (+3%), mentre a perdere terreno sono state in particolare il lusso con Moncler (-2,2%), Interpump (-1,9%) e Recordati (-1,3%).
Commenti