Cesare Paciotti, dal piccolo laboratorio provinciale di famiglia al boom degli anni 2000: storia del brand del pugnale italiano - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 07:40

Cesare Paciotti, dal piccolo laboratorio provinciale di famiglia al boom degli anni 2000: storia del brand del pugnale italiano

Addio a Cesare Paciotti (67), lo stilista che dal laboratorio di famiglia ha creato il marchio del pugnale. Ascesa anni ’90-2000, crisi, ristrutturazione e rilancio: la storia di un’icona del Made in Italy.

di Elisa Mancini

Dal laboratorio familiare al boom degli anni 2000: Cesare Paciotti e la storia del marchio del pugnale italiano

Nel cuore delle Marche, tra il profumo del cuoio e il ritmo dei tacchi che battono sulle passerelle di tutto il mondo, nasce e cresce una delle storie più emblematiche del Made in Italy calzaturiero: quella del marchio Cesare Paciotti. Un brand che ha attraversato decenni di moda e sfide economiche, portando la provincia italiana nel firmamento internazionale del lusso.

Tutto inizia nel 1948, a Civitanova Marche, quando Giuseppe e Cecilia Paciotti fondano un piccolo laboratorio artigianale specializzato in calzature di alta qualità. Negli anni Cinquanta e Sessanta, l’azienda resta una realtà locale, simbolo della tradizione manifatturiera marchigiana fatta di cura, precisione e savoir-faire. Ma è con la seconda generazione, negli anni Ottanta, che avviene la svolta.

Nel 1980, Cesare e Paola Paciotti rilevano l’attività di famiglia. Cesare, reduce da studi artistici al DAMS di Bologna e da viaggi tra Londra, New York e l’Oriente, porta con sé una visione nuova: fondere artigianato e provocazione estetica, con una forte impronta internazionale. Nasce così il marchio Cesare Paciotti, destinato a ridefinire l’immaginario della scarpa di lusso.

Negli anni Ottanta e Novanta, il brand cresce esponenzialmente grazie a un’idea chiave: trasformare la scarpa in un oggetto identitario, riconoscibile ovunque. Il pugnale-logo diventa il segno distintivo del marchio e l’elemento attorno a cui ruota una strategia di marketing audace. Le collezioni si distinguono per linee decise, tacchi vertiginosi e dettagli metallici che esprimono una femminilità aggressiva e contemporanea.

Questa estetica rivoluzionaria conquista subito il mercato internazionale. Negli anni Novanta, Paciotti collabora con Versace, Dolce & Gabbana, Romeo Gigli, fornendo calzature per le loro passerelle. Le boutique del marchio si moltiplicano: Milano, Parigi, Londra, New York, Tokyo.

Sull’onda del successo, negli anni Duemila nasce una vera e propria galassia Paciotti, con più linee e mercati di riferimento: Cesare Paciotti: la linea luxury di calzature uomo e donna, emblema del marchio. 4US Cesare Paciotti: collezione casual e sportiva, pensata per un pubblico più giovane e internazionale. Cesare Paciotti Jewels: la declinazione in gioielli e orologi del pugnale-logo. Parallelamente, l’azienda amplia l’offerta alla pelletteria, agli accessori e alla profumeria.

Tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, Cesare Paciotti S.p.A. vive il suo apice. Il marchio raggiunge un fatturato record stimato tra 120 e 140 milioni di euro, con un export che supera l’80% della produzione.  È in questo periodo che le scarpe Paciotti calzano Naomi Campbell, Beyoncé, Kim Kardashian, Eva Longoria, Paris Hilton e più recentemente Elodie e i Måneskin. Il made in Italy calzaturiero di Civitanova Marche diventa così un linguaggio universale di stile.

Ma la parabola del marchio, come molte storie del lusso familiare italiano, attraversa anche le sue ombre.
La crisi economica globale e l’ascesa di nuovi player internazionali mettono sotto pressione l’azienda. Nel 2013, il gruppo avvia una ristrutturazione del debito, ridimensionando la rete retail e puntando su licenze e mercati come il Medio Oriente e l’Estremo Oriente.

Nel 2015, il fatturato scende a circa 31 milioni di euro; nel decennio successivo, l’attività si concentra sulla qualità e sull’identità artigianale, sacrificando la dimensione industriale. Secondo gli ultimi bilanci pubblici, Paciotti S.r.l. (la società principale del gruppo) ha registrato nel 2024 un giro d’affari di circa 2 milioni di euro, mentre oggi il brand vive una fase di rilancio.

Il percorso di Cesare Paciotti è la metafora di un’intera generazione di imprese italiane che, partite da un laboratorio di provincia, hanno saputo conquistare il mondo e poi adattarsi ai nuovi equilibri del lusso. Con la scomparsa del suo fondatore, si apre una nuova fase. La sfida è traghettare il brand in un mercato in cui il lusso deve essere sostenibile, esperienziale e digitale. La forza di Paciotti, però, resta la stessa di sempre: un’identità forte, riconoscibile, irripetibile.

LEGGI ANCHE:  Chi era Cesare Paciotti, l'imprenditore del lusso stroncato da un malore a 67 anni. Addio al re delle scarpe