Economia
Confindustria boccia la manovra: "Misure non adeguate per il rilancio delle imprese"
Il direttore generale Maurizio Tarquini: "Non avrà impatto sul Pil". Ecco tutti i punti critici

Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all' Assemblea Confindustria presso il Teatro EuropAuditorium di Bologna
Confindustria analizza la manovra e nota molte criticità. L'analisi del dg Tarquini punto per punto
La manovra 2026 è "sostanzialmente a saldo zero, senza impatto significativo sul Pil”. Lo ha detto il direttore generale di Confindustria Maurizio Tarquini, in audizione sulla finanziaria di fronte alle commissioni bilancio di Camera e Senato, evidenziando che il ddl "mobilita risorse pari a 21,3 miliardi nel 2026, 18,8 nel 2027 e 16,4 nel 2028, a fronte di coperture pari a 20,4 miliardi nel 2026 (inclusi i 5,1 miliardi da rimodulazione Pnrr 13,0 nel 2027 e 9,6 nel 2028".
Viale dell’Astronomia riconosce "la disponibilità al dialogo del governo che si è tradotta nella condivisione di scelte importanti, in primis quelle su iperammortamento e Zes unica", specie "alla luce dei ristretti margini di intervento, indicati nel documento programmatico di finanza pubblica, che rendono nullo l’impatto della manovra sul pil del prossimo anno", ma la manovra "non ha la dimensione adeguata a rilanciare la competitività delle imprese, pur centrando alcuni obiettivi rilevanti", ha spiegato Tarquini.
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Il dg ha ricordato che Confindustria, nell’ultima assemblea pubblica di maggio, aveva già “prospettato la necessità di dotare l’Italia di un Piano industriale straordinario, che andasse oltre i limiti delle singole leggi di bilancio, suggerendo tre direttrici di intervento: investimenti, competitività e contesto attrattivo". Sul fronte degli investimenti, il nuovo iper-ammortamento è un "primo parziale sforzo", ha riconosciuto Tarquini, ma "l’impianto è ancora debole" per via della "durata limitata ai soli investimenti effettuati nel 2026, o prenotati e consegnati entro il 30 giugno 2027, e operatività rinviata all’adozione di un provvedimento attuativo. Per la programmazione degli investimenti servono orizzonti ampi, certi e prevedibili”.
Confindustria quindi si attende "che l’incentivo sia esteso su base triennale e che abbia efficacia immediata, a partire dal 1° gennaio 2026”. Bene anche la Zes unica per il Mezzogiorno, che recepisce pressoché integralmente una proposta di Confindustria, soprattutto “la scelta di superare la formula di finanziamento annuale, tra i principali punti di debolezza di questi strumenti, con un’estensione triennale e una dotazione finanziaria certa, seppur decrescente negli anni". Il ddl bilancio per Confindustria, è una “prima tappa del percorso” tracciato dagli industriali nell’assemblea pubblica di maggio, a cui devono necessariamente seguire altre due, “prioritarie per garantire dimensione finanziaria e focus adeguati ai bisogni delle imprese: la rimodulazione del Pnrr e il contenimento del costo dell’energia”, ha affermato il direttore generale Maurizio Tarquini.
