Crisi Grecia, le origini: la folle spesa socialista degli anni 80 - Affaritaliani.it

Economia

Crisi Grecia, le origini: la folle spesa socialista degli anni 80

Di fatto invece la maggiore forma di welfare fu la crescita del settore pubblico, nel 1975: alla fine della dittatura militare il settore pubblico costituiva il 35% dell’economia nazionale, mentre nel 1990 era il 60%, e l’80% di questo aumento del 25% si verificò tra il 1980 e il 1990.

In assenza invece di un welfare veramente universale rivolto a tutti gli individui si è dovuto sviluppare, come unico strumento il clientelismo, la protezione del potente, la raccomandazione per entrare nelle aree di privilegio come l’occupazione statale o ricevere una pensione di invalidità. Il clientelismo divenne quindi dagli anni 80 una pratica strutturale, favorito dal bipartitismo ormai creatosi fin dalle elezioni del 1981. Il grande numero di assunzioni nel settore pubblico in quegli anni fu effettuato tramite la lottizzazione politica: con la concessione cioè di un lavoro pubblico a chi era fedele al PASOK prima o a Nuova Democrazia dopo, con la distribuzione di posti a chi proveniva dal determinato feudo elettorale del potente di turno in vari settori della pubblica amministrazione, naturalmente divisa in aree di influenza tra i colonnelli dei due partiti politici, in un sistema di lottizzazione che in fondo anche noi italiani conosciamo bene.

Essendo la meritocrazia un concetto inesistente, il clientelismo ha plasmato lo stato greco come una roccia sedimentaria con i diversi strati corrispondenti alle assunzioni fatte negli anni di vittorie elettorali dei due diversi partiti, e tutti i livelli, in particolare quelli più alti della pubblica amministrazione, che hanno visto promozioni dipendere solo dalla fedeltà politica e non dalla competenza.

La trasformazione di diritti in favori ha portato all’esplosione della corruzione, calcolata come un 8% del PIL nel 2009: di fatto Trasparency International ha calcolato che ogni greco all’anno versava 1355€ di tangenti per accedere a cure mediche, avere permessi di costruzione e persino per ottenere la patente.

Crisi Grecia, le conseguenze sull’economia di questo modello di sviluppo: portarono qualche vero beneficio queste misure di Papandreou? A osservare i numeri no, gli anni ’80 furono in Grecia una decade perduta. Come vediamo dallo schema di seguito la crescita pro capite fu la più bassa di tutti i decenni, la produttività calò e aumentò la disoccupazione.

 

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Crisi grecia, tabella con decenni in alto e indici economici e percentuali

Si noti soprattutto l’altissima inflazione, provocata dal fatto che questa spesa facile e queste assunzioni nel pubblico crearono una classe sociale consumista desiderosa di beni di consumo avanzati, che però la Grecia non produceva e così le importazioni decollarono. Negli anni ’80 la Grecia esportava il 25% di quanto prodotto, ma la quota di prodotti importati tra quelli consumati decollò dal 30% al 57%, con le conseguenze che vediamo sull’inflazione.

La sentenza finale su quel periodo che segna l’inizio del modello greco è il  seguente grafico sul reddito procapite paragonato a quello medio europeo, che vede proprio il 1980 come inizio del declino, soprattutto perchè la nuova Grecia socialista e clientelare non tenne il passo della crescita del resto d’Europa. Da un reddito che era il 95% della media europea scese fino al 71% del 2000, per poi risalire fino al 2008. Il resto è poi storia recente, cioè la tragedia greca che conosciamo.

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