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Economia
Crisi, l'israeliana Teva chiude a Nerviano. Restano a spasso 350 lavoratori

Un fulmine a ciel sereno per i 350 lavoratori che si sono riuniti oggi per studiare il da farsi. La multinazionale Teva, tra le più importanti aziende farmaceutiche in Italia, ha appena comunicato alle Rsu aziendali e ai dipendenti che intende chiudere l’attività produttiva di Nerviano, nell’alto milanese. Una decisione che segue quella dello stop anche per  il punto produttivo di Bulciago in provincia di Lecco, chiusura eseguita tre mesi fa. 

La proprietà israeliana ha motivato la propria decisione spiegando di aver registrato una perdita dei volumi di produzione pari al del 75%. Andamento controintuitivo in tempo di pandemia, fase che invece ha fatto la fortuna di molti attori del settore farmaceutico. 

Durante l’incontro con le Rsu aziendali i rappresentanti di Teva hanno fatto sapere però che l’azienda è disponibile a cedere lo stabilimento ad un’altra società, soluzione ideale per salvaguardare i 350 posti di lavoro. La multinazionale aveva rilevato la Actavis di Nerviano solamente nell’agosto del 2016. La crisi aziendale è finita subito sul tavolo delle istituzioni locali. 

Il sindaco di Nerviano Massimo Cozzi hanno bussato subito la porta della giunta Fontana chiedendo che “la Regione Lombardia e il Ministero delle Attività Produttive si occupino subito di questa situazione. “Stiamo parlando di un polo farmaceutico di assoluta eccellenza: un fiore all’occhiello per il nostro territorio”, ha tuonato Cozzi che ha chiesto anche un incontro immediato con la proprietà e con i sindacati per salvare l'occupazione.

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