Economia
Dazi Ue-Usa, tregua per l’agroalimentare: frutta secca, latticini e carne suina al riparo. Vino e alcolici ancora penalizzati
L’accordo Ue-Usa sui dazi alleggerisce il peso per alcuni prodotti agroalimentari e industriali, ma lascia vino, birra e distillati sotto tariffe fino al 15%

Dazi Ue-Usa, l’agroalimentare tira un sospiro di sollievo: frutta secca e suini esenti. Vino e alcolici nel mirino
È arrivato, dopo settimane di trattative e indiscrezioni: Bruxelles e Washington hanno messo nero su bianco l’accordo sui dazi. Una tregua, più che una pace commerciale, che ridisegna i rapporti tra le due sponde dell’Atlantico. Non tutti però escono vincitori: se alcuni settori respirano, altri restano con la corda al collo.
Quali sono esenti dai dazi? Diversi prodotti industriali americani e alcune categorie agroalimentari considerate "non sensibili", come frutta secca, ortaggi freschi e trasformati, semi, latticini e carne suina. Tradotto: prodotti che non rappresentano un rischio diretto per le filiere europee.
Invece settori chiave come vino, birra e distillati restano colpiti da tariffe fino al 15%. Un colpo pesante per l’Italia, tanto che la Farnesina ha già creato una task force per analizzare rischi e opportunità per le filiere strategiche.
Gli Stati Uniti hanno fissato un tetto chiaro: nessuna tariffa oltre il 15% sui beni europei, con la clausola della “nazione più favorita” per evitare favoritismi. Alcuni settori restano legati solo a questa formula e dunque non subiscono aggravi particolari: materie prime non disponibili in America (come il sughero), componenti per l’aeronautica e farmaci generici.
Per altri prodotti sensibili come semiconduttori, legname, farmaci e l’intero comparto acciaio-alluminio resta la vigilanza stretta di Washington. Sul fronte auto, i dazi caleranno soltanto quando l’Ue approverà la sua legge che prevede dazi zero per l’agroalimentare americano.
L’accordo non è solo commerciale. Bruxelles si è impegnata ad acquistare energia dagli Usa per 750 miliardi di dollari entro il 2028 (gas, petrolio e nucleare inclusi), mentre le imprese europee investiranno oltre Atlantico circa 600 miliardi, di cui 40 nei semiconduttori. A questi si aggiungono nuove forniture militari made in Usa.
Sul fronte ambientale, l’Ue ha ammesso che la produzione statunitense pesa poco sulla deforestazione globale, e ha promesso un tavolo tecnico per affrontare il tema. Inoltre ha garantito più flessibilità sull’applicazione del meccanismo del carbonio (Cbam), che gli americani temevano potesse danneggiare le loro piccole e medie imprese.