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Economia
Debito, Borghi: "Il rischio-multa Ue? Rantoli di un potere tecnocratico"

"Arriva la lettera europea con il rischio multa da 3,5 miliardi? Il postino è già stato sfiduciato dai suoi. Il partito socialista di Pierre Moscovici (il Commissario europeo agli Affari economici in carica, ndr) in Francia non esiste più. Sono gli ultimi rantoli di un potere tecnocratico che non c’è virtualmente più. Attenderemo l’insediamento sia del nuovo Parlamento sia della nuova Commissione e a loro faremo riferimento". Così il presidente della Commissione Bilancio alla Camera Claudio Borghi, una delle menti economiche della Lega, commenta con Affaritaliani.it il rischio di apertura di una procedura d'infrazione per debito eccessivo da parte della Commissione Juncker. Una procedura che per Borghi non arriverà perché "l'Italia è un Paese che paga nell'Ue sia come contributore netto sia come creditore nei confronti di mezza Europa, con il fondo salva-Stati". "Tali questioni verranno risolte a livello politico", dice. Ecco come.

conte juncker 2
 


L'INTERVISTA

E’ in arrivo la lettera della Commissione europea con la nuova richiesta di chiarimenti a Roma sui fattori rilevanti in grado di giustificare lo sforamento degli obiettivi sul debito. Primo step di una procedura che può portare a una richiesta di correzione e terminare con la comminazione all’Italia di una multa Ue da due decimali di Pil da accantonare in un deposito infruttifero. Il vicepremier Matteo Salvini ha commentato il fatto spiegando che l’Italia “risponderà con garbo che l’era della precarietà e dell’austerità si è conclusa” e aggiungendo: “La Commissione prenda atto che i popoli hanno votato”. Come se ne esce? 
“C’è bisogno di uscirne? Magari scrivono le lettere, ma il postino è già stato sfiduciato dai suoi. In Francia, il partito socialista di Pierre Moscovici non esiste più. Sono gli ultimi rantoli di un potere tecnocratico che non c’è virtualmente più, sia in termini di persone sia in termini di formazioni politiche. Magari in certi casi rimarranno i partiti, ma cambieranno tutte le persone. Attenderemo l’insediamento sia del nuovo Parlamento sia della nuova Commissione e a quelli faremo riferimento. E’ inutile mettersi a litigare con gente in libera uscita. Non hanno nessuna autorità né la possibilità di poter confermare alcun tipo di sanzione”.

Tria moscovici ape 2
 

Considerando i tempi tecnici della formazione delle nuove maggioranze politiche in Parlamento, i colloqui politici anche a livello di capi di Stato e di Governo per la formazione del nuovo esecutivo comunitario e il voto di fiducia a Strasburgo, la Commissione Juncker resterà in carica almeno fino all’autunno prossimo. Avrà, quindi, il tempo per aprire il confronto con il governo italiano sulla procedura d’infrazione per debito eccessivo e chiedere una correzione contabile…
“Ma anche quando c’erano state le elezioni italiane nel 2018 il governo Gentiloni è rimasto in carica per gli affari correnti”.

E quindi? La Commissione potrebbe già far arrivare a luglio la proposta sul tavolo dell’Ecofin…
“Si possono fare tutti i primi e i secondi step del caso. Alla fine bisognerà discutere con la nuova Commissione e con il nuovo Parlamento. Quelli sono i nostri interlocutori. Poi, chiedo: 'E' mai esistita in passato una sanzione per deficit o debito eccessivo?'”.

No, quindi voi contate sul fatto che la questione della traiettoria dei nostri conti pubblici verrà risolta sul piano politico alla fine con la nuova Commissione europea…
“Certo, anche perché dubito che queste questioni si risolvano con sanzioni. Noi siamo un Paese contributore netto dell’Unione europea. Sarebbe curioso che un Paese che paga all’interno dell’Ue venga sanzionato dagli altri che invece vengono pagati”.

Ma la questione del rispetto dei parametri è fondamentale per mantenere in vita in futuro l’Unione monetaria cosi come la conosciamo. Non crede quindi che la questione dei nostri conti pubblici venga valutata anche dalla nuova Commissione sul piano dell’immagine da dare a tutti gli stakeholder, compresi gli investitori che prestano i soldi ai governi per finanziare i loro debiti pubblici?
“Perché - chiedo ad esempio - altri Paesi, come in questo momento la Francia, stanno rispettando il parametro del deficit? Prendiamo poi, sempre ad esempio, il deficit degli ultimi dieci anni del Portogallo che è stato doppio di quello dell’Italia, anche con miliardi provenienti dal nostro Paese. Il punto è uno: se uno Stato ha bisogno dei soldi dell’Ue allora deve sottostare a ciò che Bruxelles ti impone. Un esempio su tutti è quello del caso Grecia, Paese che è stato finanziato dall’Ue e anche dall’Italia. Soldi che in parte non torneranno mai indietro. L’anomalia del nostro Paese è che noi paghiamo come contributori netti e creditori nei confronti di mezza Europa con il fondo salva-Stati, strumento che ha bruciato soldi con i prestiti a Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo. In più, l'Italia è in surplus commerciale e non deve finanziare alcuna posizione. Non capisco, quindi, come uno possa pensare di ricattarci”.

Non crede che anche di fronte a un’escalation dello spread Btp-Bund - tensioni sul secondario hanno già iniziato a vedersi ieri dopo il voto europeo - le istituzioni europee debbano dare un segnale del rispetto dei parametri anche per garantire la sopravvivenza dell’architettura Ue?
“L’Italia di oggi è uguale all’Italia di ieri e lo spread è un fattore esclusivamente tecnico, frutto però di una decisione politica. Il punto è se esiste o meno una garanzia della banca centrale. Quando si è attivato il quantitative easing, la Bce è stata l’unico acquirente netto dei nostri titoli di Stato e lo spread è sceso. Fino ad ora questo tipo di garanzia è stata più o meno estesa con l’annuncio delle aste Tltro e, volendo, possono essere ancora estese. E ciò non dipende anche dal nostro deficit, che è più basso di quello di altri Stati e lo è sempre stato”.

E quindi?
“La questione verrà risolta politicamente e vediamo quali saranno le modalità per farlo. Quindi speriamo che entri subito in carica il nuovo Parlamento e la nuova Commissione”.

E se ciò non avvenisse?
“Avremo dei contatti intra-europei di un certo tipo e mediati”.

Ma anche all’interno dei vostri alleati ci sono leader che sono molto rigoristi sulla questione conti pubblici. A chi si riferisce?
“A tutti, in questo momento abbiamo anche altri Stati come, ad esempio, la Francia dove ci sono state delle indicazioni abbastanza precise (la vittoria del Rassemblement National di Marine Le Pen, ndr) di cui sarà difficile non tenere conto. In più, sempre in Francia  dato che chiede più deficit per se non so fino a che punto Emmanuel Macron possa domandare meno deficit per gli altri”.

twitter11@andreadeugeni

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    Tags:
    procedura d'infrazione europea debitobtpspreadclaudio borghiuecommissione juncker procedura d'infrazione




    
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