Economia
Valutazione della Pa, ok allo schema di decreto

"Il ministro Padoan mi ha informato che, per una questione tecnica di lavori di Consiglio, il decreto sulla proroga della voluntary disclosure potrebbe slittare al Consiglio dei Ministri di martedì. Al di là di questo aspetto puramente tecnico-procedurale, resta ferma la volontà politica di procedervi". Lo ha dichiarato in una nota, Enrico Zanetti, sottosegretario all'Economia. L'aspettativa per una ulteriore finestra di accesso alla procedura che permette di far emergere i capitali nascosti al fisco, pagando le tasse e con uno sconto sulle sanzioni, è cresciuta con il pressing degli operatori. Resta da capire se la proroga arriverà fino alla fine di novembre o per tutto il 2015.
In consiglio dei ministri odierno, intanto, "ha approvato uno schema di decreto" per arrivare alla misurazione e valutazione "della performance delle pubbliche amministrazioni".
Tornando alla voluntary disclosure, già nei giorni scorsi una sorta di proroga è di fatto stata diramata dall'Agenzia delle Entrate, che ha dato tempo per la presentazione della documentazione relativa alle richieste di adesione alla procedura di emersione dei capitali fino al 30 ottobre (fatta salva la scadenza del 30 settembre per inoltrare la prima domanda). D'altra parte, le richieste degli operatori del settore erano tutte per un allargamento della finestra dei tempi di adesione. Alla prima settimana di settembre risultavano circa 14mila domande di adesione, per un imponibile quantificabile in circa 3,15 miliardi di euro. E già allora un sondaggio tra i professionisti citato dal Sole24Ore parlava di otto domande su dieci in stand-by, sia per la complessità tecnica della materia sia perché gli ultimi tasselli procedurali (l'accordo con le banche svizzere, ad esempio) sono arrivati soltanto alla fine di agosto. L'aver disinnescato la mina del raddoppio dei termini di accertamento, che gravava sui potenziali aderenti, ha poi accelerato il ritmo delle adesioni negli ultimi giorni.
Il Tesoro, in via cautelativa, non aveva inizialmente indicato una stima di gettito dall'operazione, ma fonti parlamentari hanno quantificato in 3-5 miliardi il possibile ricavato. Nella nota di aggiornamento del Def, sono indicati 671 milioni di euro. Viste le necessità della Legge di Stabilità per il prossimo anno, che vanno dalla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia all'abolizione delle tasse sulla prima casa, è plausibile che ci sia stato un ripensamento vista l'opportunità di mettere più fieno in cascina. Proprio in tema di clausole, lo stesso provvedimento al vaglio del governo, riportano le agenzie di stampa, cancellerà la clausola di salvaguardia legata al 'reverse charge' (l'inversione contabile dell'Iva) nella grande distribuzione che avrebbe fatto scattare dal primo ottobre (l'aumento sulle accise della benzina. La neutralizzazione dell'aumento delle accise sarà coperta appunto con i proventi del programma di emersione dei capitali.
La necessità di coprire il 'buco' del reverse charge risale allo scorso maggio, quando la Ue ha bocciato il meccanismo che doveva portare 728 milioni nelle casse dello Stato. Il paventato aumento delle accise della benzina, che doveva scattare a fine giugno, è stato posticipato a fine settembre e ora dovrebbe esser del tutto cancellato grazie agli introiti dai capitali rientranti.