A- A+
Economia
Decreto rilancio, nella filiera del turismo i gestori si sentono abbandonati

Decreto rilancio, nella filiera del turismo i gestori si sentono abbandonati

Increduli e arrabbiati gli imprenditori che da sempre si impegnano a far conoscere cosa e quanto di più bello può offrire al mondo il Bel Paese: gli operatori turistici. Eh già, uno dei settori strategici dell’economia italiana, che costituisce il 13% del PIL, è tra quelli che trarrà minori ristori dalle norme previste dal “Decreto Rilancio”.

Già prima della presentazione del decreto, a lanciare l’allarme furono oltre 200 gestori indipendenti di hotel e villaggi di tutta Italia e più di 20 società che gestiscono dalle sei alle 15 strutture ricettive. Ma né nel testo del decreto né nell’attuale dibattito relativo alla conversione in legge, le loro istanze stanno trovando ascolto e risposte adeguate.

Le soluzioni adottate dal Governo sulle locazioni e sugli affitti d'azienda risultano inaccettabili Gli interventi previsti, a ridosso della stagione estiva, sono ritenuti insufficienti non consentendo, in molti casi,di affrontare i costi legati alle imminenti aperture stagionali e neanche di arginare l'impatto negativo del  Covid-19  sul futuro delle aziende.

Il decreto Conte concede solo un credito di imposta del 60% sui canoni di locazione di aprile, maggio e giugno, condizionato, in particolare alla riduzione del fatturato di almeno il cinquanta per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Beneficio che si dimezza nel caso in cui l’affitto non riguardi solo l’immobile, ma l’intero complesso aziendale come spesso accade nel settore. Credito di imposta che potrebbe non risolvere nulla in un momento di particolare difficoltà, con le attività quasi interamente ferme, personale ordinario già in cassa integrazione, personale stagionale che quest’anno, in gran parte, non sarà assunto ed incassi pressoché a zero, con la conseguenza quindi di non avere imposte da compensare con il credito. La preoccupazione dei gestori è che molti proprietari delle strutture, forzino la mano sulla mancata puntualità dei canoni per chiedere la risoluzione dei contratti.

Questo è uno dei rischi ulteriori che si aggiunge all’allarme lanciato dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e dal Procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri: le mafie potrebbero essere le organizzazioni che, data la rilevante liquidità di cui dispongono, hanno la maggiore probabilità di beneficiare dalla crisi Covid19, andando a rilevare, anche a prezzi bassi, strutture che in questo momento non consentono ai proprietari un adeguato flusso di liquidità. Alle mafie potrebbero aggiungersi grandi gruppi finanziari non italiani – e anche non europei – capaci di rilevare le strutture e le aziende in crisi. 

Nel Decreto Rilancio, non c’è nessun aiuto alle aziende che operano nella gestione alberghiera stagionale, nonostante siano più di quattordici mila in Italia, tra queste, migliaia di società di gestione a conduzione familiare con 5/10 dipendenti. 

Questo particolare comparto occupava fino allo scorso anno oltre 200 mila lavoratori stagionali. Nel sud la maggioranza dei villaggi turistici hanno un contratto di affitto d’azienda con dei canoni molto alti.

Siamo già a metà giugno e quasi tutti i gestori non hanno ricevuto nessun anticipo sui contratti dai tour operator stranieri e italiani e poche prenotazioni confermate da parte delle famiglie italiane.

Per evitare una marea di contenziosi che riempiranno le aule dei tribunali, perché non potranno certo pagare i canoni che erano stati concordati in una situazione di normalità, e la chiusura di moltissime imprese turistiche sarebbe necessario estendere il livello di aiuti almeno al 60% sul canone annuo del contratto di locazione o fitto di ramo d’azienda, erogandolo direttamente al proprietario, a riduzione di quanto dovuto dai gestori che non hanno la liquidità per pagare le rate concordate. Ciò anche per i casi di fitto d’azienda, almeno quando stagionali, in quanto è quasi scontato che per gli affitti di alberghi ad uso stagionale il contratto quasi esclusivamente utilizzato è questo.

Per gli operatori stagionali è inoltre praticamente inutilizzabile il contributo a fondo perduto sulla riduzione del fatturato: ad oggi è limitato alla sola riduzione del fatturato del mese di aprile rispetto allo stesso mese dell’anno precedente mentre andrebbe esteso almeno fino al mese di Ottobre. Inoltre è inadatto il limite massimo di fatturato di 5 milioni di euro (che andrebbe quantomeno raddoppiato), per l’alta incidenza di costi esterni sul prezzo del servizio (in particolare affitto e personale, anche stagionale).

Alcune interessanti proposte sono contenute nel “Piano Colao”, che oltre a varie ipotesi di rilancio del settore, propone di prevedere per legge una ripartizione del rischio tra locatore e conduttore nella forma di presunzione, o in alternativa incentivazione (tramite riduzione di Imu e Tari) della rinegoziazione dei canoni commerciali.

Senza questi o senza altri interventi simili, una grande quota delle aziende di gestione alberghiera italiane rischia di scomparire.

* Coordinatore CONFAPI Calabria

Commenti
    Tags:
    turismo italiaitalia turismofase 3fase 3 turismo fase 3 italia




    
    in evidenza
    La nuova paladina di Fratelli d'Italia. Francesca Giubelli insidia Giorgia Meloni

    Protagonista alla convention di Pescara

    La nuova paladina di Fratelli d'Italia. Francesca Giubelli insidia Giorgia Meloni


    motori
    MG debutta a Pechino la supercar elettrica EXE181

    MG debutta a Pechino la supercar elettrica EXE181

    Testata giornalistica registrata - Direttore responsabile Angelo Maria Perrino - Reg. Trib. di Milano n° 210 dell'11 aprile 1996 - P.I. 11321290154

    © 1996 - 2021 Uomini & Affari S.r.l. Tutti i diritti sono riservati

    Per la tua pubblicità sul sito: Clicca qui

    Contatti

    Cookie Policy Privacy Policy

    Cambia il consenso

    Affaritaliani, prima di pubblicare foto, video o testi da internet, compie tutte le opportune verifiche al fine di accertarne il libero regime di circolazione e non violare i diritti di autore o altri diritti esclusivi di terzi. Per segnalare alla redazione eventuali errori nell'uso del materiale riservato, scriveteci a segnalafoto@affaritaliani.it: provvederemo prontamente alla rimozione del materiale lesivo di diritti di terzi.