Del Vecchio: pronto al passo indietro, ma in Cda rafforza la presa - Affaritaliani.it

Economia

Del Vecchio: pronto al passo indietro, ma in Cda rafforza la presa

CONTI E STRATEGIE/ Luxottica guarda lontano e punta ad un migliaio di nuove aperture: 600 store nel vista e più di 300 per i Sunglass Hut che arriveranno a 4 mila al 2018. Nelle slide distribuite agli analisti sul bilancio 2015 (804 milioni di profitti; + 25% e cedola di 0,89 euro per azione), il gruppo di Agordo illustra anche le strategie per il 2016 da cui si attende una crescita dell'8-10% delle vendite nel 2016. Inoltre Luxottica guarda a nuove opportunità in America Latina Sud-est Asia, Cina, India e pianifica di entrare in Corea e Giappone.

 

Osservando i nuovi cambiamenti e gli annunci sulla governance di Luxottica, il leader mondiale degli occhiali creato da Leonardo Del Vecchio, viene in mente la celebre frase del romanzo "Il Gattopardo" di Tomasi di Lampedusa: "Tutto deve cambiare perché nulla cambi". E' proprio questo che deve aver pensato qualcuno nel parterre di Piazza Affari, ascoltando stamane il messaggio inviato agli investitori dal presidente di Luxottica (in questo momento, in Asia per un viaggio di lavoro).

Del Vecchio infatti ha comunicato che, dopo esser rientrato nuovamente in possesso delle deleghe operative (una mossa non presa benissimo dal mercato che ha iniziato a temere lingombranza dell'ottantenne fondatore), vorrebbe mollare la presa operativa sul colosso di Agordo.

 "Vorrei nel giro di alcuni anni tornare al mio ruolo di presidente non esecutivo e di azionista, lasciando al management l'azienda che sogno, fatta di eccellenza, innovazione e tradizione", ha detto. "Da quando sono rientrato ho capito che in molte aree si deve fare di più e meglio, non solo per i risultati di breve, ma per consolidare nel futuro la nostra leadership mondiale e renderla sostenibile nel lungo termine", ha aggiunto il fondatore del gruppo di occhialeria sottolineando che "ho avviato, insieme a Massimo Vian e a tutto il management, una nuova fase caratterizzata da un'innovativa visione strategica, da rapidità di esecuzione e semplicità organizzativa".

Fila tutto, leggendo queste dichiarazioni, senza osservare però quello che è stato deciso ieri ad Agordo dal Cda e senza ricordare l'ultimo anno e mezzo di Luxottica. Le dichiarazioni di Del Vecchio, infatti, arrivano dopo che il patron di Luxottica ha cooptato nel board l'amico e manager fidato Francesco Milleri, suo braccio destro e, secondo qualcuno, la vera mente pensante, assieme al primo azionista, del gruppo. Una presenza che, subito dopo l'uscita a settembre 2014 di Andrea Guerra (l'ex Ceo), ha reso complesso, si dice, l'insediamento di Enrico Cavatorta.

I rumors sull'assegnazione di un possibile ruolo in passato al superconsulente, amico di famiglia, Milleri erano sfociato infatti nelle premature dimissioni di Cavatorta. Una parentesi a cui era seguita l'ennesimo cambio al vertice di Luxottica con l'arrivo a fine ottobre 2014 di Adil Mehboob-Khan, la scelta di maggior impatto di Del Vecchio nel sostituire il lungo corso di Andrea Guerra e che in una governance innovata sullo stile delle Assicurazioni Generali dell'era Balbinot-Perissinotto, divideva le deleghe fra il manager inglese ma di origini pakistane e Vian (si occupa del prodotto). A fine gennaio di quest'anno ancora un ribaltone: Adil Mehboob-Khan lascia e Del Vecchio torna in azienda prendendo tutte le deleghe dell'ex Ceo diventando presidente esecutivo.

Che da parte del mercato ci sia un po' di diffidenza (i cambi sulla tolda di comando sono stati puniti con vendite sul titolo), Del Vecchio ne è consapevole, tant'è che nel sottolineare che  "la governance oggi è in ottime mani", l'industriale ha anche "promesso che il gruppo sarà lasciato a manager cresciuti nel gruppo, capaci e innamorati di Luxottica, con un Cda forte ed indipendente, come l'attuale, e di un presidente all'anglosassone a garanzia di tutti gli azionisti". E' l'ultima opzione? L'accendiamo?