Draghi-Macron, lettera all'Ue. "Regole della legge di Bilancio da cambiare" - Affaritaliani.it

Economia

Draghi-Macron, lettera all'Ue. "Regole della legge di Bilancio da cambiare"

Italia e Francia sempre più unite. "Le attuali norme sono opache e complesse. Hanno limitato il campo d'azione dei governi. Così non si può crescere"

Draghi e Macron avvisano l'Ue: "Così non si cresce, serve una svolta"

Italia e Francia sono sempre più unite e in Europa adesso sono loro a fare la voce grossa. La conferma arriva dalla lettera aperta scritta a quattro mani dai premier Draghi e Macron e pubblicata sul Financial Times. Un chiaro segnale d'allarme lanciato all'Ue, il messaggio è inequivocabile: le regole della legge di bilancio vanno cambiate. "Per combattere la crisi, - si legge nella lettera - i governi dell’Ue hanno erogato quasi 1.800 miliardi di euro in aiuti per famiglie e imprese. La Banca centrale europea ha intrapreso un vasto programma di stimolo monetario per sostenere il credito. La Commissione europea ha sospeso le sue regole di bilancio e, insieme ai governi, ha lanciato il programma Next Generation Eu, un piano da 750 miliardi di euro per finanziare investimenti e riforme. La ripresa è ben avviata. L’economia dell’Ue non è ancora sulla traiettoria che aveva prima della pandemia, ma è sulla buona strada per tornare ai livelli pre-crisi nei prossimi mesi".

"Già prima della pandemia, - proseguono Draghi e Macron - le regole di bilancio dell’Ue andavano riformate. Sono troppo opache ed eccessivamente complesse. Hanno limitato il campo d’azione dei governi durante le crisi e sovraccaricato di responsabilità la politica monetaria. Non hanno creato gli incentivi giusti per dare priorità a una spesa pubblica che guardi al futuro e rafforzi la nostra sovranità, ad esempio gli investimenti pubblici. Avremo bisogno di politiche di bilancio credibili, trasparenti e in grado di contribuire alla nostra ambizione collettiva di avere un’Europa più forte, più sostenibile e più giusta. Non c’è dubbio che dobbiamo ridurre i nostri livelli di indebitamento. Ma non possiamo aspettarci di farlo attraverso tasse più alte o tagli alla spesa sociale insostenibili, né possiamo soffocare la crescita attraverso aggiustamenti di bilancio impraticabili".

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