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Economia
Edison rilancia il nucleare in Italia. E ora il governo agevoli le tecnologie

Edison rilancia l'opzione energia nucleare per la transizione energetica. Le rinnovabili non sono sufficienti

Finalmente il nucleare non è più un tabù e ritorna doverosamente nel salotto buono del dibattito politico. Il convegno organizzato oggi a Milano nella storica sala azionisti della Edison in Foro Bonaparte da Adam Smith Society insieme a Edison, riporta al centro delle scelte strategiche per il futuro italiano l’opzione nucleare come fonte di energia sicura, pulita, affidabile e sostenibile.

Quattro requisiti che spazzano via molte perplessità ancora presenti sulla scena politica nazionale, ai quali si aggiunge l’aver inserito da parte di Bruxelles l’energia nucleare come opzione utile per portare a termine la transizione energetica verso una neutralità carbonica della UE nel 2050

Tutti gli interventi hanno portato allo scoperto senza infingimenti alcune realtà incontrovertibili. Primo: le rinnovabili eolico e fotovoltaico non saranno in grado di soddisfare la domanda di energia elettrica necessaria di cui il nostro paese ha e avrà bisogno nel prossimo futuro.

Soprattutto se si estende il discorso all’idrogeno e all’auto elettrica senza dimenticare le imprese più energivore, tra cui vetro, cemento ma soprattutto acciaio, non dimentichiamo che l’Ilva di Taranto è la più grande acciaieria d’Europa, che richiedono quantità di energia elettrica crescente. Senza energia non c’è crescita economica. Questo vale per l’Europa e vale per l’Italia che per fortuna, pur avendo abbandonato il nucleare nel 1987, è riuscita a mantenere nel tempo competenze di ottimo livello che oggi possono riemergere in tutto il loro prestigio.

La scelta nucleare è fattibile, conveniente, desiderabile e sicura, è complementare alle rinnovabili. I temi da affrontare non riguardano tanto le tecnologie, che esistono e sono collaudate, ma le istituzioni che devono accompagnare questo cammino. Gli orientamenti di Edison, Ansaldo, così come quelli delle università e delle imprese private come Arpinge, è unanime sulla scelta di reattori SMR di terza generazione plus (small modular reactor), piccole centrali modulari da 250/300 Megawatt che offrono vantaggi di riduzione dei rischi nella supply chain, minor tempi di costruzione, minori costi, flessibilità di utilizzo, sicurezza passiva, ben adattabili al territorio italiano.

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