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Economia
Energia e sviluppo dalla Liguria per l’Italia: verso la transizione energetica

“Energia e sviluppo dalla Liguria per l’Italia” il Digital talk sulla transizione energetica

Durante il digital talk: “Energia e sviluppo dalla Liguria per l’Italia”, istituzioni, industria e operatori del settore elettrico si sono confrontati sul modello energetico che sta disegnando questa fase post Covid. di transizione energetica.
Il punto di partenza è stata la Liguria, dalla sua storia industriale, dal suo parco di generazione elettrica che per alcune importanti scelte già intraprese può essere considerato un laboratorio. La discussione, partendo dalla produzione energetica del territorio ligure si è orientato verso le tematiche attuali della decarbonizzazione e dell’utilizzo dei soldi del Recovery Fund, per presentare un piano concreto della situazione italiana verso la transizione energetica. Il dibattito ha offerto spunti importanti sull’evoluzione del modello di transizione nella produzione di energia cui spetta il compito di creare i professionisti in grado di gestire questo cambiamento epocale nella produzione industriale italiana.

L’introduzione di Allegra (Tirreno Power)

Fabrizio Allegra, Direttore Generale Tirreno Power: “Energia e sviluppo dalla Liguria all’Italia perché la Liguria è stata da sempre un treno importante dello sviluppo economico della nazione. L’industria elettrica fonda radici profonde in Liguria, alcune centrali risalgono all’inizio del secolo sorso, pensiamo per esempio alla gloriosa Ansaldo Energia, che ha accompagnato lo sviluppo dell’industria nel mondo. La Liguria è la vetrina del Made in Italy del tema fondamentale della transizione energetica. Sono stati definiti dei programmi ambiziosi di decarbonizzazione nella regione, ci vuole però un equilibrio tra rinnovabili e centrali a gas. La Transizione accompagnata dalle istituzioni e dalle università che hanno investito in innovazione e ha portato benefici non solo al territorio ma all’intero paese.

Riteniamo che sia fondamentale mettere a fattor comune con tutti gli Stakeholder tutte le riflessioni sulla transizione energetica, per questo il tema dalla Liguria all’Italia è fondamentale. – continua Allegra, Direttore Tirreno Power - Molto importante l’accordo con l’università a cui abbiamo dedicato spazi da dare agli studenti, chiudendo un anello mancante fra formazione accademica e quello che è necessario per prepararsi ad un inserimento nel mondo del lavoro. Questi tasselli hanno consentito in maniera virtuosa di controbilanciare una negatività in un’opportunità concreta di sviluppo.

La potenza è nulla senza il confronto, la transizione energetica deve mettere in rete una quantità di energia rinnovabile davvero imponente, per rendere disponibile energia verde sul mercato, è necessario però che questa energia sia controllata, quindi è necessario mettere in piedi un sistema che controlli le accelerazioni e le frenate dell’energia rinnovabile. Il sistema chiede che le centrali funzionino quando servono che offrano servizi di rete e che permettano di dare continuità di servizio. Per fare questo bisogna cambiare il set di regole, premiare e dare incentivi a questi servizi non ad altri. Siamo pronti a portare avanti progetti innovativi e investire, è necessaria una regolamentazione chiara e a lungo termine, che permetta di premiare questa tipologia di sevizi.

Next Generation Ue è un cambiamento epocale, stiamo cambiando il modello di riferimento. Sta per arrivare un mondo nuovo, sono necessarie nuove risorse, noi abbiamo puntato molto sulle competenze delle persone e sul rapporto con il territorio. Pensiamo in grande, l’Italia può iniziare a pensare di diventare esportatrice di energia. Creiamo le infrastrutture per cui l’Italia possa essere leader nel settore energetico”. Ha concluso Fabrizio Allegra, Direttore Generale Tirreno power.

Le considerazioni di Pinto (Axpo Italia)

Salvatore Pinto, Presidente Axpo Italia: “Abbiamo festeggiato 20 anni di storia a Genova, la città dove siamo nati. Axpo ha investito 2 miliardi in Italia costruendo centrali a ciclo combinato, investendo sul trasporto del gas, abbiamo costruito Axpo Energie Solutions per il mondo dell’efficienza energetica. Abbiamo fatto tante cose e le abbiamo fatte a Geova. La nostra azienda è la terza per fatturato in Liguria e tra le prime cento aziende italiane.

Esiste una transizione energetica reale e una raccontata. Il nostro settore è un settore dove non mancano i soldi, il Climate Change è già stato avviato prima, il vero problema sono i permessi. I soldi ci sono, le tecnologie stanno arrivando, ma nella realtà i permessi e i tempi non sono congiunti con i piani. Abbiamo in Italia un vantaggio, un mix produttivo migliore in Europa: poco carbone e centrali a gas di ultima generazione, possiamo coniugare bene le fonti fossili che inquinano meno con lo sviluppo. come Axpo usiamo già tanta tecnologia, in alcune centrali usiamo i droni per controllarla e abbiamo sensori acustici per controllare il livello delle turbine, questa digitalizzazione può essere utilizzata in tutti i settori. Cambieranno i business model e ci saranno aziende che collaboreranno, ma se la politica non fa la sua parte e non si arriva a delle semplificazioni, sarà difficile portare a termine la transizione.

Semplificazione. Diamo le regole, il mercato è pronto, l’Italia ha soldi, bisogna indirizzare il risparmio per portare innovazione e favorire gli investimenti in ricerca, l’Italia ha tutte le possibilità per uscire da questa crisi se riusciamo a creare qualcosa di diverso.

L’Europa rappresenta come emissioni di CO2 solo l’8%. Lo dobbiamo fare perché siamo la culla della civiltà e perché abbiamo perso come Europa diverse rivoluzioni (internet, microelettronica) oggi abbiamo l’opportunità di cogliere quella che la transizione energetica rappresenta come nuova spinta. Dobbiamo investire in innovazione e ricerca per conquistare una leadership che altri paesi hanno in altri settori.

Come Italia siamo un hub del gas, siamo un paese in cui le competenze ci sono, siamo un paese che ha 4 milioni di imprenditori capaci, bisogna passare dalle parole e i fatti perchè questo è l’ultimo treno."

Le dichiarazioni di Bianco (Iren)

Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato Iren: “Il rapporto di Iren con la regione è importante, siamo un‘azienda a controllo di cento comuni tra cui il comune di Genova, sul territorio abbiamo piccole produzioni idroelettriche.
Il nostro piano industriale al 202,5 permette 1 miliardo di investimenti, oltre 600 milioni nella provincia di Genova. Abbiamo investito decine di milioni negli ultimi anni per la digitalizzazione di progetti e nelle competenze per migliorare la qualità del servizio e la competitività dell’azienda. Abbiamo scoperto che serve anche essere un’azienda capace di affrontare con immediatezza quello che sta per succedere. Rispetto ad altri non abbiamo fatto il Lock down, i nostri mestieri non si possono interrompere e sono indispensabili per il funzionamento del sistema, nel giro di poche ore abbiamo cambiato il modo di lavorare per portare avanti l’azienda.

Voglio sottolineare, essendo già un produttore molto avanti nell’abbattimento delle emissioni, alcune caratteristiche: le nostre centrali non producono solo energia, ma in stagione invernale produciamo calore, è un calore che consente di riscaldare citta importanti come anche Genova, e creare calore con un'unica centrale, togliendo le combustioni diffuse ha un impatto ambientale straordinario, questo è un contributo assai importante.

L’efficienza energetica è il miglior modo di carbonizzare: significa emetter meno e quindi consumare meno. Il nostro piano prevede 3,7 miliardi, il rischio maggiore è che alcune cose vadano più lente di quanto speriamo. Spesso si parla del modello Genova, il modello Genova è questo, non avere una deroga da tutti, ma avere obiettivi chiari in un tempo definito. Questo chiedono le aziende, poche regole, anche severe, ma chiare e poco discutibili.  Queste cose sono attuabili a tantissimi contesti, a maggior ragione oggi, all’interno di un quadro di obiettivi strategici, non solo italiani ma di tutta l’Europa.

Siamo un paese indebitato e puntiamo tutto su questo piano. Quello che più conta è la nostra capacità di mettere in campo progetti, bisogna essere efficaci nell’utilizzo delle risorse. Gli incentivi dati su una prima fase son incentivi che sono serviti a nulla in termine di filiere, è centrale ragionare sull’idea di filiera.

Siamo fra i primi operatori di una filiera dell’ambiente, l’economia circolare vale quanto la transizione energetica. Siamo in grado di sviluppare competenze che ci vedono leader nel mondo, come recupero dei rifiuti e recupero della plastica, può nascere una filiera di recupero rifiuti. Ci sono delle prospettive interessanti se si ragiona come sistema.

Ci vogliono regole chiare. È l’occasione per rinforzare le caratteristiche fondamentali di questo paese: cultura, innovazione, ricerca e istruzione”.

Il commento di Marino (Ansaldo Energia)

Ansaldo Energia ha più di 160 anni di storia ligure e di innovazione, si confronta nel mondo solo con USA, Germania e Giappone che sono le sole a fare un prodotto così tecnologico come la nostra turbina. Siamo nel pieno di una trasformazione importante come la transizione energetica e la digitalizzazione, una trasformazione importante nella nostra azienda per guardare al futuro con maggiore ottimismo. Il Covid. è stata una quarta variabile in questo mondo in evoluzione, abbiamo risposto in maniera positiva grazie ad una flessibilità che ci ha permesso di riprendere velocemente dopo il Lock down. Questo ci ha permesso chiudere l’anno in positivo.
Le università ci forniscono competenze importanti che ci permettono di portare avanti queste sfide in maniera determinata e guardare al futuro con ottimismo. È sicuramente un momento di grande opportunità che ci permette di fare ecosistema in maniera intelligente.

Credo che il gas sia l’energia di transizione per motivi tecnici, in particolare partendo dal processo di decarobonizzazione. Il gas va anche a sostituire il carbone. È un sistema che deve lavorare in maniera integrale, le macchine di ultima generazione sono anche in grado di bruciare idrogeno e saranno in grado di abbattere il consumo di anidride. Si prevede, entro il 2030, di avere una produzione di idrogeno Green. Il gas in parallelo alle rinnovabili sicuramente è l’energia di transizione.

Uno dei temi grossi che frenano il processo sono i permessi. C’è una difficoltà ad utilizzare il Recovey Fund e capire come utilizzarlo. Devono essere dei processi che permettano di investire in tecnologia trasversale, sulla capacità di innovazione e in ultima battuta investendo sulle competenze, solo cosi si può investire sul futuro. Per fare questo la burocrazia deve essere snellita. Ci vuole una strategia chiara, poco burocratica e che incentivi davvero l’innovazione.

Gli ecosistemi che ci hanno permesso di fare quello che facciamo sono la base per costruire questo innovamento. Aiutiamo le imprese, spingiamo chi sta crescendo e chi sta facendo, mi piacerebbe vedere incentivare piani di assunzione e di crescita, la Germania ha incentivato la produzione e la filiera, guardiamo alle rinnovabili. Credo che chi vuol entrare in questi settori debba essere spinto e messo in condizioni di lavorare”. Ha commentato nel suo intervento Giuseppe Marino, Amministratore Delegato Ansaldo Energia.

Le osservazioni di Delfino, Rettore dell’università di Genova

La presenza di impianti a ciclo combinato è un valore importante del sistema perché consente di avere una programmazione di sicurezza, la formazione e la parte industriale così vicine sono una grande opportunità. Abbiamo firmato una convenzione per cui l’azienda ha messo a disposizione delle aree all’università di Genova, adatte alle strutture di ricerca e grazie a queste aree abbiamo potuto accedere a fondi europei per la ricerca in questi campi.

La micro-generazione distribuita è un tema che ci ha visti protagonisti negli ultimi 10 anni, abbiamo realizzato infrastrutture che si basano su fonti rinnovabili, il tema della gestione intelligente dell’energia, i sistemi di automazione e di gestione sono sistemi che possono essere considerati fondamentali per la transizione. - ha dichiaratFederico Delfino, Rettore Università di Genova - La Liguria ha un’occasione unica, quella di provare a connotarsi come la regione della sostenibilità, è una declinazione sia ambientale che operativa, è una linea di sviluppo che si avvicina alla produzione di valore che arriva dal turismo e dalla valenza storico artistica della regione. Se l’università si associa alle imprese e lavora sullo sviluppo sostenibile e sull’economia circolare può dare una grande mano a livello nazionale. 

L’università in questa fase deve rinnovarsi, abbiamo un’opportunità che ci arriva dal piano di rilancio nazionale che si basa sul piano di rilancio europeo: i fondi a disposizione sono una grande opportunità e credo che l’università in quanto istituzione pubblica che si occupa di innovazione può giocare un ruolo sociale importante. Il tema dell’energia è un tema davvero importante nella nostra regione, se vediamo la composizione delle imprese scopriamo che in Liguria ci sono grandissimi soggetti pubblici e privati che si occupano di energia. Dal punto di vista dell’occupazione credo sia una filiera importantissima. Stiamo configurando altre centrali nei territori liguri, il tema è quello della transizione energetica che può portare, a sua volta, altri sviluppi”.  

 

 



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