Economia
Ex Ilva, 5 milioni di tonnellate nel 2021.5 miliardi di investimenti in 5 anni

Nel 2021 la produzione di acciaio del colosso ex Ilva crescerà da 3,4 milioni di tonnellate a 5. Tra maggio e giugno 2022 il 60% delle quote sarà di Invitalia
La produzione di acciaio dell'ex-Ilva l'anno prossimo salirà dai 3,4 milioni di tonnellate di quest'anno ai 5 milioni. Sono le indicazioni date stamani dal numero uno di Invitalia Domenico Arcuri in un summit con quattro ministri, i sindacati e i rappresentanti di ArcelorMittal. Lo riferisce il sindacato Fim-Cisl. In videoconferenza c'erano i ministri Stefano Patuanelli, Nunzia Catalfo, Roberto Gualtieri e Giuseppe Provenzano con i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Roberto Benaglia, Francesca Re David e Rocco Palombella, i vertici di ArcelorMittal Italia, Lucia Morselli e Domenico Arcuri. In apertura Patuanelli, riferisce la nota della Fim-Cisl ha sottolineato che l'operazione si concluderà nel 2022 con l'entrata del nuovo soggetto industriale a partecipazione pubblica e privata.
I nuovi investimenti messi in campo - come affermato da Patuanelli - saranno utilizzati per il rifacimento di Afo5 e la realizzazione di un forno elettrico, nonché un impianto di preridotto extra aziendale. Secondo il ministro dell'Economia, Gualtieri, l'intesa raggiunta ha richiesto uno sforzo significativo sul piano finanziario che punta alla decarbonizzazione della produzione di acciaio, poggiando sulla strategia del New Green europeo. Non appena arriverà l'autorizzazione dell'antitrust europeo, ha detto Arcuri secondo quanto riporta Fim-Cisl, entro gennaio 2021 Invitalia procederà ad un aumento del capitale (400 milioni), che darà parità di voto al 50% nella nuova società.
Tra maggio e giugno 2022, poi, è previsto un nuovo aumento di capitale da parte di Invitalia (680 milioni) che passerà così al controllo del nuovo gruppo con il 60% delle quote. Indispensabile per Arcuri l'accordo sindacale e il dissequestro degli impianti. Arcuri, infine, ha illustrato anche il nuovo piano industriale: la produzione dopo lo step di 5 milioni di tonnellate l'anno prossimo dovrà crescere e raggiungere i 6 milioni di tonnellate nel 2023, per poi passare a 7 milioni nel 2024. Infine, nel 2025 (data in cui e' previsto il dissequestro), quando gli impianti lavoreranno a pieno regime, la produzione raggiungerà gli 8 milioni di tonnellate.
Ex Ilva: un piano di investimento da 5,1 miliardi
L'investimento totale per i 5 anni sarà di 5,1 miliardi; di questi 1,3 miliardi saranno indirizzati al piano ambientale. Al ciclo integrale, con l'ammodernamento di Afo5, verrà aggiunto un ciclo produttivo ibrido, con la realizzazione di un forno elettrico e tre impianti di preridotto, di cui due extra perimetro aziendale, che dovranno soddisfare le richieste anche di altri impianti siderurgici italiani. Le misure del piano ambientale dovranno ridurre del 70% le emissioni inquinanti. Nel piano di marzo - ha concluso Arcuri - è garantita l'occupazione dei 10.700 lavoratori, con un progressivo riassorbimento della cassa integrazione. Per il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia, l'incontro di oggi ha finalmente chiarito gli aspetti alla base dell'intesa di marzo tra governo e azienda.
Ex Ilva: l'accordo per la "piena occupazione"
Ma come ha ricordato anche Arcuri - precisa Benaglia - uno dei temi principali dell'intesa è l'accordo sindacale che non deve rappresentare solo da certificazione del coinvestimento tra il Governo e Ami, ma dovrà essere un'intesa che garantisca l'occupazione e dia tempi certi sugli investimenti. Seguiremo passo dopo passo, l'evolversi dell'intesa - aggiunge il leader dei metalmeccanici della Cisl, affinché' l'aumento graduale della produzione dia nuove opportunità agli impianti di finitura dei prodotti, come tubifici e laminazione. Il tema dell'occupazione resta centrale e deve avere non garanzie generiche ma fattuali.
Il segretario generale Fim-Cisl nella nota aggiunge che "c'è tuttavia la necessità di comprendere concretamente, da qui al 2025 quando è prevista la piena occupazione, su quale tipo di ammortizzatori possiamo contare. Non possiamo permetterci che i lavoratori restino in cassa per 5 anni di fila". Benaglia ricorda quindi "i 1.600 lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria, che non possono essere esclusi dal perimetro della nuova intesa. Anche per loro va trovata una soluzione lavorativa dentro l'accordo. In merito ai lavoratori di Ilva in As abbiamo chiesto ai ministri Gualtieri e Catalfo chiarimenti per l'integrazione del 10% prevista da precedenti accordi ministeriali, ricevendo garanzie sull'impegno degli stessi ministri, affinché' tale integrazione venga confermata anche per il 2021". Benaglia conclude che nell'accordo, attraverso la presenza dello Stato "si punta ad un'inversione di rotta rispetto al passato, anche attraverso un coinvolgimento costante dei lavoratori".