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Economia
Ex-Ilva, ArcelorMittal investe in Francia ma non in Italia

Ex-Ilva, ArcelorMittal investe in Francia ma non in Italia

Incredibile ma vero: il focus si sposta su Dunkerque, con ArcelorMittal che trasferisce i suoi investimenti dalla terra italiana a quella francese. Una mossa che alimenterà il dibattito sull'indirizzo della politica industriale italiana. La questione cruciale è se lo Stato italiano debba investire direttamente, come ai tempi dell'Iri, o se debba creare un ambiente favorevole per il settore privato, rispettando rigorosi parametri ambientali e salvaguardando la salute delle comunità circostanti. Inoltre, la dipendenza dell'Italia dalle importazioni di acciaio mette in luce la necessità di una politica comune sulle materie prime a livello europeo. Gli scenari di deglobalizzazione richiedono un coordinamento strategico, come dimostra la storia dell'Europa unita sulla base della Comunità europea del carbone e dell'acciaio negli anni '60. La crisi dell'Ilva e le decisioni future determineranno la direzione della produzione di acciaio in Italia e il suo ruolo sul mercato globale.

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Negli ultimi tempi, si è affermata una convinzione che potrebbe rivelarsi poco salutare per l'economia nazionale e non solo: l'idea che lo Stato possa essere la soluzione ideale per la gestione delle grandi partite economiche. Senza dubbio, il coinvolgimento del pubblico può svolgere un ruolo significativo, ma questa strada presenta non pochi rischi. L'esempio emblematico di questa situazione è rappresentato dall'Ilva, dove le decisioni politiche hanno avuto conseguenze rilevanti. Il caso dell'ex Ilva è un monito sulla necessità di una gestione attenta e ponderata, considerando gli impatti a lungo termine delle decisioni prese.

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L'impianto dell'Ilva di Taranto è stato un esempio di cattedrale nel deserto, nato per volontà politica negli anni '50 quando il fabbisogno di acciaio a ciclo integrale in Italia era già superato, scrive il Corriere. La politica di quegli anni ha preferito la creazione di lavoro attraverso il ciclo integrale, ignorando la sostenibilità economica. Questa scelta, nel corso di sei decenni, ha portato a una crisi ambientale e a sfide economiche significative, con l'aggiunta di costi per la salute dei cittadini.

ArcelorMittal, subentrata nella gestione dell'Ilva, ha tentato di affrontare la situazione, ma i costi economici e ambientali sono risultati difficilmente sostenibili. La gestione pubblica e politica, ostaggio del consenso elettorale, si è rivelata incapace di elaborare piani industriali efficaci. La recente discussione su commissariamento e nazionalizzazione solleva domande cruciali: con quali investimenti? Con quali obiettivi? La politica, spesso carente nella comprensione delle dinamiche industriali, dovrebbe focalizzarsi sulla composizione degli interessi e sulle politiche sociali per sostenere i lavoratori colpiti dalle crisi aziendali.

Ilva: Tar Lombardia sblocca sospensione distacco gas Adi, Snam proceda a stop 

Il Tar della Lombardia ha sbloccato la sospensione del distacco del Gas da parte di Snam nei confronti di Acciaierie d'Italia che il tribunale aveva concesso fino al 10 gennaio scorso. L'ordinanza, a quanto si apprende, resa nota oggi, infatti, conferma "la sospensione dell’efficacia e dell’esecuzione degli atti gravati" e "respinge l'istanza di misure cautelari". Il Tribunale infatti nella sentenza ha sottolineato come sia emerso, "anche durante la sospensione delle procedure di discatura, Acciaierie d'Italia non ha individuato il fornitore sul libero mercato del gas naturale che possa far fronte al proprio fabbisogno dei gas, ponendo così termine al servizio di default trasporto fornito da Snam Rete Gas S.p.A. e che l’Autorità ha evidenziato, in particolare, che “Adi, nel corso del 2023, ha ricevuto offerte di fornitura dalla sola Eni S.p.A. la quale da ultimo, nel mese di ottobre, ha comunicato l’impossibilità di formulare offerte, rilevando il mancato rispetto del piano di rientro previsto da un accordo transattivo stipulato tra le parti”. Un servizio, quello di di default trasporto per il quale, “in base alle informazioni trasmesse da Snam Rete Gas S.p.A. risultano fatture non pagate per un totale di circa 109 mln di euro in scadenza al 31.12.2023, a cui vanno aggiunti gli importi relativi al servizio erogato nei mesi di novembre e dicembre 2023 le cui fatture, non erano ancora venute in scadenza,ammontavano ad un totale stimato di circa 69 mln euro.  

Il tribunale, si legge ancora nella sentenza messa a punto dal presidente del Tar Lombardia, Antonio Vinciguerra, dal Consigliere Mauro Gatti e Luca Iera, estensore, ha dunque ritenuto che "la mancata individuazione del fornitore sul libero mercato del gas naturale è di fatto imputabile ad una valutazione di convenienza economica della ricorrente, frutto quindi di libere scelte imprenditoriali" e che l'azienda , nel procrastinare l'assunzione degli impegno economici, abbia mirato solo a "salvaguardare la propria posizione imprenditoriale" nonostante l’adeguata fornitura di gas naturale sia indispensabile per lo svolgimento delle proprie attività". E dal momento che gli impianti ex Ilva costituiscono "stabilimenti di interesse strategico nazionale", la sospensione non possa essere "strumentalizzata al fine di soddisfare interessi puramente economici delle parti in giudizio" nè è possibile "continuare a far gravare sulla fiscalità generale che sostiene la spesa per il servizio di default trasporto, come rilevato da Areare, parte dei costi indispensabili per lo svolgimento dell’attività di impresa".

Peraltro conclude il Tar Lombardia, "ADI risulta tutt’ora in mora nel pagamento di un’ingente somma dovuta per la fruizione del servizio di default trasporto chiesto e poi prorogato, oltre l’ordinario regime temporale, da Arera e poi di fatto ulteriormente prorogato a seguito dell’ordinanza n. 1023/2023 della Sezione".

Ex Ilva: Acciaierie d'Italia impugna ordinanza Tar Lombardia al Consiglio di Stato

Acciaierie d’Italia comunica che procederà ad impugnare innanzi al Consiglio di Stato l’ordinanza del Tar della Lombardia inerente la fornitura di gas, pubblicata oggi". E' quanto si legge in una nota di Adi che ricorrerà dunque contro la decisione del tribunale amministrativo della Lombardia che ha deciso di non confermare la sospensione per la 'discatura' del gas da parte di Snam concessa fino al 10 gennaio scorso.

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