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Economia
Fmi, assist del Fondo ai Dem: cambiare Reddito cittadinanza-Quota 100

Assist del Fondo Monetario al Pd su rimodulazione dell’Iva e riforma del Reddito di cittadinanza e Quota 100. Nella consueta missione in Italia la nuova analisi sul nostro Paese, il Fmi dà un aiutino ai Dem nel dibattito interno alla maggioranza, Dem rafforzati nella coalizione di governo dopo l’esito del voto regionale in Emilia-Romagna e in Calabria e che chiedono agli alleati 5S di mettere mano alle due misure simbolo del Conte-uno e di recuperare risorse importanti per il cantiere dell’Irpef dalla rimodulazione dell’imposta indiretta sui consumi.

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Bisogna "razionalizzare le aliquote agevolate Iva, prestando attenzione alle conseguenze che si avrebbero aumentando le aliquote sui beni consumati soprattutto dai meno abbienti”, segnala il Fmi, consigliando di allargare la base imponibile per poter procedere a una riduzione del cuneo fiscale più ambiziosa e a una riforma del sistema fiscale generale.

"Il cuneo fiscale medio italiano sul lavoro e' di circa il 48% rispetto a una media Ue di circa il 42%. Il piano governativo riduce modestamente il cuneo fiscale dello 0,2-0,3% del Pil nel periodo 2020-21. Una riduzione più ambiziosa verso la media europea potrebbe costare il 2% del Pil, che dovrebbe essere compensato da un significativo ampliamento della base imponibile”, aggiunge poi il Fmi, raccomandando che "il sistema fiscale venga migliorato per promuovere la crescita e la partecipazione della forza lavoro, beneficiando le famiglie con redditi medio-bassi".

Il Fondo osserva che "c'è un ampio margine" per ampliare la base imponibile, "razionalizzando le spese fiscali a valere sull'Irpef, in particolare quelle non mirate o che disincentivano l'offerta di lavoro; l'Iva; aggiornando il sistema di valutazione della proprietà che grava in modo sproporzionato sulle famiglie più povere".

“Bene la lotta evasione, ma rafforzare l’Agenzia delle Entrate”. ”Il Governo si sta concentrando sulla riduzione del gap di compliance fiscale (6% del Pil). Punta sulla fatturazione elettronica e la digitalizzazione. Tra le altre misure, prevede un monitoraggio e un'analisi dei rischi migliorati accedendo ai dati finanziari, il che richiede di affrontare i problemi relativi alla privacy. Rafforzare le disposizioni istituzionali e la governance dell'Agenzia delle Entrate, colmare le carenze di personale e rimuovere gli ostacoli legali alla riscossione dei debiti fiscali, sosterrebbe ulteriormente gli sforzi”, aggiunge il Fondo che cita la lotta all'evasione come impegno che il Governo attuale sta portando avanti.

“Il Reddito cittadinanza va modificato, più lavoro e meno assistenzialismo”. "Il programma sul Reddito di cittadinanza si rivolge ai piu' vulnerabili. Tuttavia, il beneficio e' ben al di sopra dei parametri di riferimento internazionali; diminuisce troppo rapidamente a seconda delle dimensioni della famiglia, penalizzando i nuclei piu' numerosi e piu' poveri; inoltre viene meno bruscamente se si accetta un'offerta di lavoro, anche a basso salario. Queste caratteristiche dovrebbero essere allineate alle migliori pratiche internazionali per evitare disincentivi al lavoro e condizioni di dipendenza assistenzialistica".

“Pensioni, l’Italia ha fatto molto ma con Quota 100 più spesa e discontinuità”. "L'Italia ha fatto piu' della maggior parte dei paesi nel riformare il sistema pensionistico, generando risparmi nel lungo periodo. Ma nei prossimi decenni, si prevede che le pressioni sulla spesa aumenteranno considerevolmente. Quota 100 ha aumentato ulteriormente le spese e creato una discontinuita' nell'eta' pensionabile". Il Fmi aggiunge che "e' importante mantenere l'indicizzazione dell'eta' pensionabile all'aspettativa di vita, garantire l'equita' per il pensionamento anticipato (ovvero, collegare strettamente prestazioni e contributi) e regolare i parametri pensionistici per garantire l’accessibilita'". L'attuale spesa primaria dovrebbe essere ridotta a medio termine per raggiungere gli obiettivi di disavanzo migliorando al contempo la protezione dei poveri e continuando ad aumentare gli investimenti pubblici.

"Deficit/Pil al 2,4% in 2020, serve consolidamento graduale ed equilibrato". Il Fmi prevede un deficit "intorno al 2,4%" del Pil nel 2020, in calo marginale successivamente. E' scritto nelle conclusioni dell'Article IV, che si basa su ipotesi di crescita inferiori rispetto al Governo ed esclude future clausole di salvaguardia Iva. Il Fondo riconosce che la politica fiscale nel 2019 e' andata meglio del previsto grazie a una gestione "prudente" e ha contribuito a rafforzare la fiducia dei mercati. Nel 2020 ha un'impostazione "moderatamente espansiva", ma "l'Italia ha bisogno di un consolidamento credibile nel medio-termine poiche' lo spazio fiscale rimane a rischio. Il debito rimarra' elevato e vicino al 135% nel medio-termine, in aumento nel lungo-termine a causa della spesa previdenziale. Se dovessero verificarsi shock avversi, salirebbe piu' rapidamente". Per questo il Fmi consiglia di approfittare dei bassi tassi per consolidare la finanza pubblica "in modo graduale ed equilibrato", con l'obiettivo di "un avanzo di mezzo punto di Pil entro il 2025"

"Banche, servono altre aggregazioni e proseguire nel calo npl". Le banche italiane sono piu' patrimonializzate e hanno una migliore qualita' dell'attivo, i progressi sono stati "considerevoli", ma ci sono ancora sfide importanti da affrontare e c'e' bisogno di migliorare la resilienza del settore. Questo il messaggio che arriva dal Fondo monetario internazionale a conclusione della tradizionale missione in Italia che tiene conto, quest'anno, anche della valutazione periodica Fsap, che sara' resa nota in dettaglio a marzo, e che suggerisce una serie di azioni.

Ad iniziare da una richiesta di maggiore capitale per le banche piu' deboli, per proseguire con l'indicazione di continuare nella riduzione dei crediti deteriorati con una speciale attenzione ai crediti Utp. Secondo l'Fmi le aspettative della Vigilanza Bce sul percorso di copertura totale dello stock di deteriorati entro un numero definito di anni deve essere esteso anche alle banche non significative che hanno molti deteriorati. In Italia serve poi un'ulteriore fase di consolidamento del settore alla luce dello scarso margine di crescita dei ricavi. Il Fondo, poi, raccomanda all'Italia di rimuovere il gap legislativo rispetto all'Europa, presente da tempo, sulle regole del 'fit and proper' per gli esponenti dei consigli di amministrazione. 

Il Fondo monetario sottolinea, tra i miglioramenti del settore bancario, il fatto che il rapporto tra crediti deteriorati e crediti complessivi, l'npl ratio, sia piu' che dimezzato in tre anni, scendendo dal 16% del 2016 al 7,3% del settembre 2019 con le cessioni di deteriorati in linea o sopra il target prefissato anche considerando le tensioni sul mercato nel periodo 2018-2019. Ci sono tuttavia sfide importanti davanti aggiunge il comunicato finale della Missione articolo 4 del Fondo. Gli ispettori giudicano ancora bassa la capitalizzazione delle banche italiane: il capital ratio (Cet1) e' di un punto e mezzo sotto la media europea mentre l'npl ratio e' due volte sopra la stessa media.

"La redditivita' resta bassa" aggiungono gli ispettori dell'istituzione di Washington riconoscendo come questo sia un problema diffuso in Europa. "Molte banche devono ridurre ulteriormente i costi e investire in tecnologia" si legge nel comunicato. Serve poi una "forte attenzione degli organi di supervisione della banca alla realizzabilita' del modello di business e la riduzione dei costi deve, di conseguenza, essere continua e intensificarsi". Dal Fondo, inoltre, arriva anche un riferimento al rischio sovrano detenuto nei portafogli delle banche italiane, un nesso, si legge, che andrebbe contenuto per evitare possibili turbative di mercato. 

"L'Italia colga l'occasione dei tassi bassi per spingere sulle riforme". 'Carpe diem'. Il Fondo monetario internazionale, a conclusione della missione in Italia, suggerisce al Paese di cogliere l'occasione dei bassi tassi di interesse per realizzare un pacchetto di riforme in grado di aumentare il tasso di crescita e migliorare la flessibilita'. La ricetta del Fondo monetario non cambia da anni nei suoi tratti salienti: l'Italia faccia le riforme strutturali per togliere le barriere alla concorrenza, il rigido meccanismo della contrattazione salariale, le inefficenze del settore pubblico e del sistema giudiziario. Liberalizzare i mercati e decentralizzare la contrattazione salariale sono le priorita', scrive il Fondo, che stima un beneficio da queste riforme del 6-7% del Pil in un decennio. La crescita quest'anno sara' dello 0,5% e salira' allo 0,6-0,7% successivamente. Buoni i progressi delle banche italiane ma il Fondo 'boccia' l'utilizzo del Fitd per risolvere le crisi.

"Ambiente, carbon tax di 70 euro/tonnellata per ridurre emissioni". "L'impegno dell'Italia nella riduzione delle emissioni di Co2 richiede una forte azione politica. La tassazione e' lo strumento piu' efficace". Il Fondo osserva che "le tasse sulle emissioni sono elevate in alcuni settori, ma nella maggior parte dei casi, soprattutto nell'elettricita', sono basse. Una carbon tax uniforme di 70 euro per tonnellata di CO2, al di sopra della quale dovrebbero essere aggiunte accise, ridurrebbe le emissioni del 20% entro il 2030. Potrebbe essere introdotta gradualmente". I ricavi generati, secondo il Fondo, potrebbero essere utilizzati per compensare le famiglie piu' colpite o compensare gli effetti di imposte distorsive. "Investimenti e incentivi pubblici ben mirati, liberalizzazione dei prezzi dell'energia e standard normativi potrebbero contribuire a promuovere lo sviluppo di tecnologie pulite", dice il Fondo. 

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