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Economia
Fmi: "Crescita economica mondiale? Addio. Choc continui e tassi alti a lungo"
Fmi, Kristalina Georgieva

FMI, tassi di interesse alti ancora a lungo

“Sono ufficialmente finiti i tempi della crescita economica mondiale, sarà necessario abituarsi a shock continui e a tassi di interesse che rimarranno alti a lungo” è praticamente la sintesi delle ultime dichiarazioni del numero uno del FMI, Kristalina Georgieva. Nelle parole dell’economista bulgaro si avverte  la preoccupazione sul momento oltremodo delicato dell’economia globale scossa da fattori geopolitici di forte gravità, come guerra in Ucraina e terrorismo in Israele e, ancora sotto l’inflazione. In ogni caso per tutti, Governi e Banche Centrali, il nemico numero uno è sempre l’inflazione e su questo occorre concentrare le politiche economiche globali perchè, come sostiene la Georgieva “La stabilità dei prezzi è un prerequisito per la crescita economica. Protegge anche i cittadini, soprattutto i membri più poveri della società. Dopo un periodo di aumento della spesa pubblica, è giunto il momento di ripristinare le regole fiscali".

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FMI, previsioni di crescita globale mediocri

Quindi, di fronte a previsioni di crescita mediocri, l’Organizzazione mondiale con sede a Washington, le autorità economiche nazionali e regionali devono controllare il sistema bancario per garantire la stabilità finanziaria del sistema. I tassi dovrebbero rimanere alti per diverso tempo e questa sembra essere una certezza dimostrata anche dai trend  dei rendimenti obbligazionari negli Stati Uniti e nell’Unione Europea, dove i mercati si stanno adeguando in modo ordinato. “Queste continue crisi dell’economia-ha detto la Georgieva-si riflettono pesantemente sui paesi più deboli che devono difendersi dagli alti costi dei propri debiti. Anche per questo sarebbe necessario aumentare i fondi delle quote dei membri del FMI”. Concorde sui queste indicazioni anche il Commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni, che ha rilevato come la crisi di Gaza potrebbe influenzare negativamente il commercio.

“Siamo sotto l’impatto di una nuova guerra. Non stiamo ancora misurando appieno l’impatto economico che avrà. Ha aspetti umani e una dimensione geopolitica e, quindi, potrebbe influenzare il commercio su scala globale. Non vediamo un grande impatto sui prezzi del petrolio al momento, ma l'incertezza sta aumentando e l’economia è debole”. Unico dato positivo rilevato da Gentiloni è che l’Europa è debole ma non è entrata in recessione. Una magra consolazione che non diminuisce le preoccupazioni di Governi, analisti,investitori  e soprattutto delle persone costrette ogni giorno a confrontarsi con una realtà complessa.

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