Gala: bomba elettrica in Borsa. Spending review, cappio ai fornitori - Affaritaliani.it

Economia

Gala: bomba elettrica in Borsa. Spending review, cappio ai fornitori

di Benedetto Barra


Burocrazia, inefficienza amministrativa, caos giuridico: sono gli ingredienti velenosi di un pasticcio che rischia di far saltare una società quotata, la Gala, per una serie clamorosa di equivoci, di mercato e di politica. Del resto, in nome dell'efficienza della spesa pubblica. Non sempre difesa dal pubblico...

La Gala, società quotata in Borsa che opera nel trading dell’energia, aveva partecipato alla gara bandita dalla Consip (la società del Ministero dell'Economia che centralizza molti acquisti statali) nel 2015 per la fornitura dell'energia elettrica alle pubbliche amministrazioni, vincendo tutti e dieci i lotti. Solo che mentre la Pubblica amministrazione aveva conservato il diritto di pagare in funzione del prezzo del petrolio, Gala non aveva saputo o potuto negoziare contrattualmente questa stessa garanzia con i suoi fornitori, per cui dopo il crollo delle quotazioni del greggio si ritrovava a dover vendere allo Stato energia che comprava a un prezzo più caro di quello di vendita.

A quel punto, l'azienda - presieduta da Filippo Tortoriello - aveva chiesto alla Consip di poter pagare meno, rinegoziando il contratto, ma la Consip si era rifiutata ed aveva vinto diversi ricorsi che Gala aveva presentato a Tar, Consiglio di Stato e magistratura civile. Fino a che, a Natale scorso, era intervenuta una normativa voluta da alcuni parlamentari del Pd e inserita nella legge di stabilità – subito ribattezzata “legge salva-Gala” – in base alla quale si rende obbligatorio riportare ad equità i prezzi delle forniture alla PA diventati penalizzanti per motivi di natura straordinaria, dando mandato all’authority competente di mettere a posto le cose.

Nei giorni scorsi si è appunto riunito il collegio dell’Autorità per l’energia, presieduta da Guido Bortoni, per esaminare la vicenda Gala-Consip, e a quanto è dato sapere l’orientamento è quello, salomonico, di spingere le parti ad un accordo, che poi l’authority ratificherà, che però lascia l’amaro in bocca ad entrambi i protagonisti del contenzioso.

Peraltro, l'ipotesi ha scatenato molte reazioni contrarie – da Assoelettrica ad Assorinnovabili – a cui si è a maggior ragione attaccata Consip per respingere al mittente la richiesta di sanatoria di Gala, che tra l’altro aveva inizialmente chiesto che l’autorità presieduta da Bortoni applicasse una totale retroattività della revisione prezzi. Una bella pretesa: in ballo c’erano, anzi ci sono, 120 milioni di perdite, che la Consip sarebbe costretta a scaricare interamente sugli enti locali aderenti alla sua convenzione.

Nel tira e molla, alla fine, si sarebbe individuata una mediazione: si recupera tutto il 2016 e dicembre 2015, circa una cinquantina di milioni. Troppo per Consip, che si lamenta. Troppo poco per Gala, che con 70 milioni di perdita rischia di finire comunque a gambe all’aria.

Infatti, la società che vede nel suo cda Gustavo Piga (ex Consip) e che vede sedere nel suo consiglio anche l’ex amministratore delegato di Bnl Davide Croff, sarebbe comunque costretta a svalutare il capitale e ricostituirlo, ma nel mondo dell’energia – dove sono in molti ad attendere di spartirsi i clienti di Gala – si dice che la proprietà non sarebbe in grado di sostenere un aumento di capitale di quella portata. Inoltre in ambienti vicini all'Enel, che è ovviamente il principale fornitore di energia a Gala, escludono che il gruppo sia disposto a fare sconti e dilazioni ad un'azienda che pur navigando in cattive acque continua a spendere mezzo milione l’anno per sponsorizzare la squadra del Frosinone. Nei prossimi giorni la risposta definitiva dell’Autorità per l’Energia e la riunione del cda di Gala. Il giallo continua. E i contatori girano.