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Economia
Gas, Cingolani: "In 24-30 mesi indipendenti da Mosca". Enel accelera su Lng
Roberto Cingolani  e Mario Draghi 

"Entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altre fonti". Il ruolo dei nuovi impianti e il rinforzo delle infrastrutture

Mentre si attende tra oggi e domani l’annuncio ufficiale di Washington sul divieto alle importazioni di greggio dalla Russia e la Commissione europea si prepara ad alzare il velo sul piano comunitario (REPowerEU) per far fronte a una interruzione delle forniture di gas da Mosca, anche l’Italia, fra gli Stati europei maggiormente dipendenti per gli approvvigionamenti di metano dai gasdotti che dall’ex Urss attraversano l’Ucraina e arrivano nel nostro Paese, si prepara a tagliare il cordone ombelicale energetico con la Russia.

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Ad Agorà su Rai3, il ministro ha spiegato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani ha spiegato che all’Italia, che "da Mosca importa circa 29 miliardi di metri cubi di gas, (poco più del 40% degli approvvigionamenti) e che “vanno sostituiti, ci vorranno 24-30 mesi per essere totalmente indipendenti" per l'importazione di metano dalla Russia.

"Entro la primavera inoltrata circa 15-16 miliardi di metri cubi saranno rimpiazzati da altre fonti e ne rimarrà poco meno della metà” che sarà ottenuta, tra l'altro, con impianti nuovi e il rinforzo delle nostre infrastrutture, ha proseguito il titolare del Mite. Lo stoccaggio di gas dell'Italia è sufficiente a fronteggiare anche l'ipotesi di uno stop della fornitura dalla Russia. “Le nostre riserve attuali e il piano di contingenza ci darebbero un tempo lungo per arrivare alla buona stagione", ha assicurato infatti Cingolani.

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"Al momento abbiamo tre rigassificatori che vanno più o meno al 60% della loro capacità di esercizio per via del bilancio energetico globale e questi possono a breve essere portati a una capacità superiore e quindi produrre più gas. E già per metà di quest'anno installeremo un primo rigassificatore galleggiante", ha annunciato il ministro, escludendo la riapertura di centrali a carbone chiuse.

In conclusione, "in questo momento il gas russo sta fluendo pur con i problemi etici ed economici. Con un grande sforzo dobbiamo cercare di andare avanti. Ora rischiamo di avere meno gas. Quindi, mi rendo conto della difficiltà enorme di tutti gli operatori, ma anche dei cittadini ma credo che il punto non sia ritardare il Pnrr, ma sostituire il prima possibile la totale dipendenza dal gas russo e operare a livello interazionale" sui costi dell'energia e del gas, ha concluso Cingolani, replicando alla richiesta di Confindustria "di rivedere il Pnrr e allungarne la durata" a causa la guerra tra Russia e Ucraina.

(Segue: il progetto Enel dell'impianto Lng di Porto Empedocle e il piano REPowerEU della Commissione europea)

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