Gedi, le forbici di Elkann su La Stampa.Il Cdr rispedisce il piano al mittente
Dopo Urbano Cairo, anche John Elkann, appena messo piede in Gedi, prenota i preziosi fondi stanziati dall’ultima legge di Bilancio per prepensionare 22 giornalisti alla Stampa. Dopo aver aver proposto a fine dicembre una ricetta fatta di prepensionamenti, sforbiciata agli stipendi e cassa integrazione a rotazione ed essersi vista respingere dal Cdr la proposta, la nuova proprietà del gruppo che edita Repubblica, Stampa, Secolo XIX, 13 testate locali, il settimanale l'Espresso e altri periodici ha ripresentato a metà gennaio un piano lacrime e sangue per il corpo redazionale del blasonato quotidiano di Torino diretto da Maurizio Molinari.
Secondo quanto si vocifera in ambienti giornalistici, il nuovo direttore generale del gruppo Gedi Maurizio Scanavino avrebbe messo sul tavolo del Cdr 37 uscite su un organico complessivo di 180 giornalisti (di cui 22 prepensionamenti), cassa integrazione per tutti i redattori al 15% e tagli agli straordinari e alle domeniche. Per le uscite sono previsti un incentivo di 18 mesi di stipendio e qualche benefit, esattamente la metà delle 36 mensilità proposte dalla vecchia proprietà De Benedetti ai “cugini” di Repubblica.
Il Cdr ha rispedito nuovamente al mittente la proposta, giudicata “irricevibile”, anche perché il corpo redazionale aveva altre aspettative nei confronti del cambio di proprietà: con il 43,4% del capitale, Exor nel portafoglio partecipazioni vanta infatti anche il controllo del prestigioso settimanale britannico Economist e, subito dopo il passaggio di testimone fra il gruppo Cir e la famiglia Agnelli, già presente in Gedi come eredità del vecchio conferimento di Itedi, i rappresentanti della holding avevano parlato di “sfida sul digitale a pagamento” (senza però specificare quale direzione prendere). Parole che avevano fatto intendere di voler azionare prima la leva dei ricavi, al posto di quella dei costi, per operare in un settore iper maturo come quello dell'editoria.
E invece è tornata la vecchia ricetta fatta di tagli che finisce per impoverire il prodotto editoriale. Intanto, da Torino dove la Confindustria ha appena celebrato i 110 anni di storia, rimbalza che John Elkann abbia anche messo gli occhi sulla tornata elettorale della confederazione dell’Aquilotto che a fine marzo deve designare il successore di Vincenzo Boccia.
Fra gli associati di Viale dell’Astronomia che erano presenti all'appuntamento sabaudo, circolano i rumors che Elkann appoggi e sostenga la corsa della candidata torinese Licia Mattioli, imprenditrice dei gioielli che deve vedersela con il milanese Carlo Bonomi e il bresciano Giuseppe Pasini.
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