Economia
Generali, 150 mln di utili in più all'anno. Così Donnet punta sul gestito

Generali, sottotono dopo i conti, rilancia sull’asset management per aumentare la redditività del gruppo. Ecco come
Generali punta con decisione sulle attività di asset management, con l’obiettivo di sfruttare da un lato le economie di scale realizzabili grazie alla massa già raggiunta dai patrimoni sotto gestione (446 miliardi di euro a livello europeo, che il gruppo vuole far salire ad almeno 500 miliardi entro il 2020), dall’altra l’esperienza di Generali nella gestione di asset assicurativi, creando un Insurance Solution Team, un gruppo di esperti all'interno della holding, in grado di sviluppare nuovi prodotti e servizi di consulenza pensati in particolare per gli investitori “liability driven”. L’obiettivo più ampio è riuscire a rispondere alle esigenze delle compagnie assicurative ma anche dei singoli risparmiatori alla ricerca di rendimenti interessenti in un contesto che si prevede resterà a lungo contraddistinto da bassi tassi di interesse, traghettando il leone di Trieste verso un maggiore contributo da parte dei servizi “fee-based”, servizi che consentono cioè di generare ricavi da commissione.
Per riuscirvi Tim Ryan e il suo team faranno leva su due pilastri: accresceranno le competenze del gruppo e offriranno nuove soluzioni di investimento su misura per le aziende europee e prodotti di risparmio per i clienti privati. Per riuscirci verrà attivata una nuova piattaforma di gestione sui “real asset” (immobili, debito e capitale privato e strumenti collegati all’economia reale in genere) e di gestione attiva, così da cogliere rendimenti e profitti maggiori (l’obiettivo è arrivare a 300 milioni di utile all’anno per la divisione di asset management, dando un contributo di 150 milioni di euro l’anno all’utile di gruppo).
Tale piattaforma verrà creata sia valorizzando le competenze del personale interno al gruppo, sia attraverso nuovi accordi con gestori di portafoglio con riconosciuti risultati record. Una strategia che appare in linea, secondo gli analisti, alla più recente tendenza notata da parte di molti intermediari finanziari italiani, che con l’approssimarsi dell’entrata in vigore della Mifid 2 sono tentati di internalizzare nuovamente l’attività di “fabbrica prodotti” per recuperare margini, dando meno importanza alle sole considerazioni relative alle dimensioni e alle economie di scala che queste sono in grado di generare.
Ultima ma non meno importante considerazione, questa “rivoluzione” delle attività di asset management dovrebbe consentire di ridurre del 16% il rapporto costi/ricavi, arrivando a non oltre il 55% entro la fine del 2020. Lo stesso Ryan commentando le novità ha sottolineato come la nuova strategia miri a “incrementare gli asset gestiti internamente e ottimizzare le nostre strutture operative, anche razionalizzando i costi”.
“Costituiremo - ha proseguito Ryan - una piattaforma multi-boutique che integra nuove competenze di investimento altamente specializzate a quelle già esistenti, traendo beneficio da una struttura fortemente centralizzata”. Non è ancora stato deciso, secondo quanto risulta ad Affaritaliani, se la nuova strategia poterà il gruppo ad effettuare anche investimenti nel campo, oggi molto “caldo”, dei crediti non performanti (Npl), ma non è da escludere che il neo costituito Insurance Solution Team non possa ragionare anche in tal senso.
Nel frattempo a Milano il titolo di Generali chiude a Piazza Affari in netto calo del 2,94% a 14,84 euro dopo aver registrato nel primo trimestre un utile di 535 milioni, in flessione del 9% dallo scorso anno. Un primo trimestre chiuso con premi totali per 19,23 miliardi di euro, in calo dai 19,84 miliardi di euro di un anno prima e inferiori al consensus che si aspettava circa 19,7 miliardi. Mentre l’utile operativo (1,21 miliardi, in aumento dagli 1,16 miliardi di un anno prima) è apparso in linea con le attese, con un lieve calo del risultato operativo del ramo Danni (476 milioni), compensato da un miglioramento di quello del ramo Vita (771 milioni), il Combined ratio (rapporto fra spese generali e costi di risarcimento dei sinistri sulla raccolta premi totali) ha deluso le aspettative salendo al 93,1%. Numeri che, in realtà, rendono ancora più attuale la decisione di recuperare margini e capacità di offrire soluzioni innovative attraverso la divisione di asset management, che dunque si avvia a diventare uno dei cardini della strategia di crescita di Generali in tutta Europa.
Luca Spoldi