Economia
Generali, utile raddoppiato nei 9 mesi a 2,8 mld. Boom del segmento Danni

I premi lordi del gruppo Generali crescono del 4,7% a 60,461 miliardi di euro. In aumento anche il patrimonio netto (+2,1%) a 27,2 mld
Generali, ottima performance del segmento Danni (+50%). Cresce il patrimonio netto del gruppo
Il Gruppo Generali archivia i primi nove mesi del 2023 con un utile normalizzato che aumenta significativamente a 2,97 miliardi di euro, rispetto ai 2,29 miliardi dello stesso periodo 2022 (+29,6%). L'utile netto sale a 2,82 miliardi di euro, in crescita del 94% rispetto a 1,45 miliardi dello stesso periodo del 2022. Il risultato operativo è in aumento a 5,1 miliardi (+16,7%), anche grazie alla diversificazione delle fonti di utile, che comprende il contributo delle acquisizioni. In particolare, il risultato operativo del segmento Danni è in forte crescita a 2,155 miliardi (+50,3%).
L’utile netto normalizzato, spiega il gruppo, aumenta principalmente per miglioramento del risultato operativo, che evidenzia il beneficio di fonti di utile diversificate, all’utile non ricorrente relativo alla cessione di un complesso immobiliare londinese (per 193 milioni al netto delle imposte) e riflette anche l'impatto di -93 milioni di euro legati a strumenti a reddito fisso russi registrato nei primi nove mesi del 2022.
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"Nei nove mesi il Gruppo Generali ha continuato a crescere in maniera profittevole, grazie al forte aumento del risultato operativo e dell’utile netto, nonostante il maggiore impatto delle catastrofi naturali, confermando la propria resilienza in un contesto che rimane complesso dal punto di vista macroeconomico e geopolitico". Così il group cfo di Generali, Cristiano Borean, commenta i risultati al 30 settembre 2023 del gruppo.
"In linea con la nostra strategia – aggiunge - proseguiamo l’impegno sull’eccellenza tecnica nel segmento Danni, mentre nel segmento Vita continueremo a sviluppare le linee di business più profittevoli. Grazie al modello di business diversificato e alla solida posizione di capitale, Generali è pienamente in linea per raggiungere con successo tutti gli obiettivi della strategia 'Lifetime Partner 24: Driving Growth'".
I premi lordi del gruppo Generali crescono del 4,7% a 60,461 miliardi di euro, grazie principalmente alla forte crescita del segmento Danni. La raccolta netta Vita si attesta a -1,194 miliardi, mostrando un miglioramento nel trend del terzo trimestre rispetto ai precedenti trimestri dell’anno e confermando flussi netti resilienti nelle linee unitlinked e puro rischio e malattia: questo, spiega il gruppo, è coerente con la strategia di riposizionamento del portafoglio Vita e riflette inoltre le dinamiche osservate, in particolare nel canale bancario, in Italia e in Francia.
Il Combined Ratio migliora a 94,3% (-3,1 p.p.), grazie al beneficio di una minore sinistralità, principalmente dovuta a un maggiore effetto dell’attualizzazione, nonostante l’impatto significativo delle catastrofi naturali. Il risultato operativo Vita si attesta a 2,786 miliardi di euro (-1,1%), con un miglioramento nel terzo trimestre 2023 rispetto al secondo trimestre 2023. Il New Business Margin è in crescita al 5,74% (+0,04 p.p.). Il risultato operativo del segmento Asset Wealth Management cresce a 728 milioni di euro (+3,8%), grazie al forte contributo di Banca Generali. Il risultato operativo del segmento Holding e altre attività migliora a -216 milioni (-249 milioni nei primi 9 mesi 2022).
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Il patrimonio netto di gruppo è in aumento a 27,2 miliardi di euro (+2,1% rispetto a FY2022). Il Contractual service margin (Csm) è pari a 32,2 miliardi di euro (31 miliardi FY2022). Gli Asset Under Management complessivi del Gruppo sono pari a 625,3 miliardi di euro (+1,6% rispetto a FY2022).
Il gruppo, infine, conferma una solida posizione di capitale, con il Solvency Ratio al 224% (221% FY2022). L’aumento riflette principalmente il forte contributo della generazione normalizzata di capitale, che, assieme all’impatto complessivamente positivo dalle varianze di mercato, ha più che compensato gli impatti negativi derivanti dalle modifiche regolamentari, dalle varianze non economiche e dai movimenti di capitale (accantonamento del dividendo di periodo, al netto della recente emissione di debito subordinato).