Economia
Giorgio Armani, patrimonio da 12 miliardi: ecco chi sono gli eredi. Quotazione in Borsa? Non prima di 5 anni
I parenti già siedono nel cda della società che non è quotata ma che ora, dopo la scomparsa del fondatore, tra cinque anni potrebbe entrare in Borsa

Giorgio Armani, patrimonio da 12 miliardi: ecco chi sono gli eredi
Tre nipoti, nessun figlio, una sorella, Rosanna, ottantaseienne, un fido collaboratore e alcuni pronipoti. Questi, gli eredi del patrimonio di Giorgio Armani, morto a Milano a 91 anni, che vale secondo Forbes intorno ai 12 miliardi di euro.
Un'eredità imponente (2,3 miliardi di fatturato, 600 milioni di utili in 4 anni e oltre 8 mila dipendenti) quella del gruppo Armani, dove oltre alla moda ci sono ristoranti e alberghi e da ultimo anche la Capannina di Viareggio acquistata pochissimo tempo fa. Un atto d'amore visto che proprio lì Giorgio Armani aveva conosciuto il grande amore della sua vita, Sergio Galeotti, l'uomo con cui ha fondato la maison proprio 50 anni fa, scomparso prematuramente. Comunque lo stilista ha pianificato la successione. Lo ha scritto anche nel suo libro autobiografico "Per Amore" uscito nel 2022.
"La successione la ho in mente, e ci sarà. Il fido Leo (Dell'Orco, che lo ha rappresentato dopo le sfilate di giugno visto che lo stilista era in ospedale) e Silvana (Armani, la nipote quasi settantenne), sono i miei luogotenenti dello stile".
Silvana, figlia del fratello Sergio scomparso prematuramente, ha una sorella, Roberta, di anni 54. E poi c'è il nipote, Andrea Camerana, 55 anni, figlio della sorella Rosanna e imparentato con la famiglia Agnelli per parte di padre nonchè marito della cantante Alexia.
I parenti già siedono nel cda della società che non è quotata ma che ora, dopo la scomparsa del fondatore, tra cinque anni potrebbe entrare in Borsa. Comunque la successione, che prevede sei categorie di azioni, è regolata in un documento articolato redatto già nel 2016, poi rivisto nel 2023 con l'introduzione delle azioni senza diritto di voto.
Giorgio Armani possedeva il 99,9% del gruppo mentre lo 0,1% fa capo alla Fondazione che porta il suo nome e che avrà un ruolo importante nella successione. Secondo indiscrezioni, sono previste sei categorie di azioni che vanno dalla A alla F più due senza diritto di voto. I soci A avranno il 30% del capitale, quelli F il 10%, gli altri il 15% a testa. Ogni azione A darà diritto a 1,33 voti e ogni F a tre voti dunque, pur con il 40% del capitale, A+F, che hanno anche poteri determinanti nelle decisioni strategiche, avranno oltre il 53% dei voti nelle assemblee.
Inoltre, i soci A possono nominare tre consiglieri, tra i quali sarà scelto il presidente, e gli F due consiglieri, tra i quali verrà selezionato l'amministratore delegato, con il cda che avrà otto membri. È molto probabile che in queste due categorie di azioni si collocherà la Fondazione Giorgio Armani. Basta invece la maggioranza assoluta dei presenti nel cda, tra cui figurano anche Leo Dell'Orco e il fondatore di Yoox, Federico Marchetti, per approvare il bilancio e, decorso il quinto anno successivo all'entrata in vigore dello statuto, sarà possibile la quotazione.
Per fusioni, scissioni, modifiche dello statuto e aumenti di capitale occorre invece il 75% dei voti in assemblea straordinaria. Sulle retribuzioni occorre almeno il 51% dei voti, altrimenti "agli amministratori non viene attribuito alcun compenso".
Ma possono anche essere retribuiti "sotto forma di partecipazione agli utili" o di stock option. Per le scelte dei responsabili stile, la procedura coinvolge tutte le categorie sebbene, di fatto, A e F abbiano anche in questo caso un determinante potere di veto. Il gruppo dunque dovrebbe restare unito almeno nel breve periodo anche se la macchina è complessa da far funzionare e dunque molto probabilmente bisognerà trovare un manager in grado di portare avanti l'articolato gruppo creato in 50 anni da Re Giorgio.