Economia
Top influencer in crisi, mentre avanzano i content creator dai piccoli numeri. Le cifre
Dopo la crisi reputazionale che ha travolto Chiara Ferragni, le aziende hanno smesso di inseguire i profili da milioni di follower, puntando su creator credibili e trasparenti

Grande crisi per i top influencer: i brand prediligono profili autentici e affidabili
È il mondo degli influencer a ritrovarsi oggi immerso in un’irreversibile rivoluzione sociale e culturale, spinta dagli utenti del web, che alle celebrity patinate e perfette preferiscono content creator autentici, trasparenti e affidabili. A confermare questo trend sono i compensi, sempre più in calo per i top influencer e i volti social più noti, mentre in netto aumento per i mid-tier influencer, ossia quei creator seguiti da circa 50.000 a 300.000 follower. Nonostante una visibilità nettamente inferiore, questi profili sono sostenuti da un pubblico solido, fedele e coinvolto: la ricetta perfetta, insomma, per le aziende che — dopo il caso Ferragni-Balocco — cercano sempre meno influencer troppo visibili e costruiti, e sempre più creator capaci di generare alti tassi di engagement, trasmettendo fiducia e autenticità alla propria community.
Da già un po’ di tempo il pubblico ha dimostrato di cercare, difatti, la genuinità e non solo la mera esposizione mediatica. I contenuti perfetti esteticamente non piacciono più, ma si richiede trasparenza, etica e sincerità. Ed in ragione di ciò e della grave crisi reputazionale che ha colpito Chiara Ferragni, simbolo del marketing italiano e internazionale, le aziende hanno avviato un significativo cambio di strategia: abbandonata la corsa ai grandi numeri, stanno ora privilegiando collaborazioni con profili reali, genuini e trasparenti.
Le priorità nel mondo dell’influencer marketing stanno, difatti, cambiando radicalmente: l’affidabilità sta sostituendo la visibilità, la coerenza prende il posto della spettacolarità, e la qualità batte la quantità. Questo spostamento di paradigma è in gran parte dovuto alla saturazione crescente del mercato: la facilità di accesso agli strumenti mediatici ha abbassato la soglia d’ingresso per diventare content creator, portando a un’esplosione di nuovi profili, in particolare tra i nano influencer (1.000–10.000 follower) e i micro creator (fino a 100.000 follower). Come segnalato da Money.it, questa sovrabbondanza ha provocato una svalutazione dei contenuti sponsorizzati: i brand si trovano a dover scegliere tra un’enorme quantità di creator, spesso simili tra loro, e reagiscono riducendo i compensi e pretendendo risultati più tangibili e misurabili. Secondo uno studio della società DeRev, nel 2025 i compensi medi per post hanno registrato un calo significativo: -11% su Instagram per i nano influencer, -16,7% su TikTok e -12,5% su YouTube.