Economia
Il dopo Brexit. Milano Capitale Finanziaria d'Europa?

Intervista ad Alessia Potecchi, Presidente dell'Assemblea del Partito Democratico di Milano
"Io penso che se vince Milano, vince l’Italia" Così esordisce Alessia Potecchi sull'argomento. "La nostra città punta a raccogliere l’eredità che Londra lascerà dopo la Brexit e prova ad attirare manager e banche in fuga. Sì, l’obiettivo è quello di conquistare il ruolo di «Capitale europea della Finanza». Non è certamente una partita semplice perché in gara ci sono città come Francoforte, Parigi e Dublino. Milano ha le carte in regola per farcela. E’ un polo internazionale, è in grado di offrire servizi di primaria importanza, penso alla sanità ma anche all’istruzione, con le scuole internazionali".
Ma nel tuo ruolo di Presidente dell'Assemblea del Partito Democratico di Milano, puoi darci qualche anticipazione su quanto la politica farà per questa città?
"Per potenziare queste possibilità sarà presentato un disegno di legge ad hoc con soluzioni concrete per gli investitori stranieri che vorranno trasferirsi nel capoluogo lombardo, come ha annunciato il Presidente della Commissione Finanze della Camera Maurizio Bernardo durante un importante convegno sul tema che si è tenuto a Milano. Si tratta di una legge apposita per Milano che sarà proposta ai due rami del Parlamento e prevede appunto alcune nuove soluzioni per gli investitori stranieri in materia fiscale. Inoltre il 75% dei milanesi vuole a Milano le agenzie europee che lasceranno Londra, come ha rilevato un sondaggio Swg presentato di recente".
Quali saranno gli altri vantaggi che Milano potrà offrire agli investitori stranieri?
"Milano è una città metropolitana che pensa, progetta, ragiona sempre di più con una mentalità che include, che si allarga e che si proietta verso un contesto internazionale ed europeo. Milano si presenta oggi come uno straordinario laboratorio, un crogiolo per fondere idee e proposte per innovare, per rinnovare, per progettare il futuro. Viviamo una fase nuova nel processo di globalizzazione. Ci sono dinanzi a noi tre scenari possibili: il primo è quello della catastrofe, se verrà meno l'edificio europeo; il secondo è quello della stagnazione, se si resterà con le mani in mano ad aspettare; il terzo è quello del fare e dell'agire. L'Italia e Milano hanno una straordinaria opportunità. C'è una congiuntura "astrale" del tutto eccezionale che oggi va sfruttata con il massimo impegno".
Si può parlare di "effetto EXPO" anche in questo caso?
"Milano è stata al centro della ribalta internazionale con la bellissima ed efficiente riuscita esposizione di EXPO 2015 e ora è al centro degli interessi economici e finanziari. É in grado di competere con le altre piazze finanziarie europee per concorrere all'assegnazione degli enti, delle autorità e delle istituzioni che prima della Brexit operavano in Gran Bretagna.
Ma per la Brexit sembra che i tempi si allunghino un po'
"La gestione del divorzio è in corso. Si sta rivelando meno complicata. È necessario per tutti gli interessati definire con rapidità i tempi e i modi dell'operazione Brexit. La gestione del divorzio è in corso. Si sta rivelando meno complicata. È necessario per tutti gli interessati definire con rapidità i tempi e i modi dell'operazione Brexit. A Londra hanno sede l’EBA (Autorità Bancaria Europea) e l'EMA (Autorità Europea per i Medicinali) e altre istituzioni finanziarie destinate prima o poi a spostarsi per trovare altre collocazioni. Milano ha uno splendido biglietto da visita, è un polo economico e finanziario in crescita; esiste pieno ed unanime accordo tra forze politiche ed istituzioni, ha una posizione logistica centrale ed efficienti strutture, può, insomma, rappresentare una grande opportunità".
Intendi dire che anche il mondo del lavoro milanese potrebbe trarne vantaggio?
"Si possono e si debbono trovare percorsi per ottenere dei risultati che significano lavoro, occupazione e sviluppo economico per il nostro territorio. Il sindaco Sala da tempo insiste su questi obiettivi. Ha lavorato e lavora con il governo Renzi prima ed ora con il governo Gentiloni al dopo Expo nel nuovo scenario causato dalla Brexit con la priorità di puntare, oltre all'acquisizione dell'EBA, all’attrazione di investimenti che permetterebbero a Milano, mediante una politica fiscale intelligente (si potrebbe istituire ad esempio nella zona della Expo una no Tax area) di fare da traino per l’intero Paese. La città può far partire le prime realizzazioni che auspica il Ministro Calenda per il progetto Industry 4.0, può utilizzare l'eccellenza del suo sistema formativo universitario, Bocconi e Statale ad esempio, può utilizzare le opportunità finanziarie e del credito rese possibili dalla crescita del suo sistema bancario".
Pensi che l'Unione Europea e in generale il sistema bancario potrebbero favorire Milano nel dopo Brexit?
"Dal canto suo l’Unione Europea non può permettere al Regno Unito di prendere soltanto i vantaggi dell’addio all’Unione senza accollarsi alcun onere, per questo motivo le banche britanniche sono già con la valigia in mano perché le banche con base a Londra saranno costrette a lavorare nell’UE come soggetti extra comunitari a cui dovranno essere applicate restrizioni tariffarie e legislative. I grandi gruppi bancari e assicurativi abituati ad operare nella City, la più grande piazza finanziaria europea, rischiano di registrare pesanti perdite dal punto di vista dei ricavi. Sono 120 mila i posti di lavoro creati dal settore di banche e assicurazioni in Lombardia, occorre salvaguardare questi posti di lavoro e l’arrivo di nuove società finanziarie a Milano è un opportunità così come ha giustamente dichiarato Vegas".
Quanto è importante il ruolo del Comune di Milano?
"Occorre in questo contesto svolgere un lavoro di squadra, identificare gli aspetti attrattivi per le multinazionali ed elaborare una proposta concreta che parta da Milano. Il ruolo da protagonista deve averlo il Comune di Milano, ma anche il Governo e la Regione devono sostenere questo tipo di iniziativa con una forte e immediata politica di incentivazione fiscale e uno snellimento del sistema burocratico: l’azione dell’esecutivo sta andando proprio in questa direzione. Vanno eliminati tutti quei lacci e lacciuoli che impediscono all’economia di crescere e di svilupparsi. L'uscita dall'Europa della Gran Bretagna deve determinare un rilancio della politica di integrazione europea. Bisogna riprendere l'iniziativa per definire al più presto una politica comune sull'immigrazione e sulle politiche fiscali, il Parlamento Europeo deve avere maggiori poteri nell'indirizzo delle politiche sociali ed economiche, deve esserci una vera politica estera dell’Europa. Va archiviata la politica di austerità consentendo ai Paesi, da troppo tempo impantanati nella stagnazione, di avere la mano libera per definire una politica di investimenti pubblici".
Certo che senza l'appoggio del Governo la sola città di Milano potrà fare ben poco
"Questo progetto sembra contare su solide sponde anche a Roma. Il Governo si sta infatti impegnando per consentire al capoluogo lombardo di raccogliere l'eredità di Londra per quanto riguarda tutta una serie di funzioni che lasceranno la capitale inglese a seguito della Brexit. E non si sta parlando soltanto dell’EMA, l'Agenzia Europea del Farmaco, ma di servizi ed enti che coinvolgono la piazza finanziaria. Ad interessare in particolare sono i servizi che garantiscono il funzionamento del mercato dei derivati in euro. Operazioni di Eurocleaning svolte dalle "Casse di compensazione e garanzia" come LCH Clearnet, controllata dal London Stock Exchange, gruppo della Borsa londinese del quale fa parte anche Piazza Affari. Una fetta di mondo finanziario che muove 570 miliardi al giorno e genera 9 miliardi annui di gettito fiscale".
Come possiamo concludere?
"Dobbiamo continuare questo percorso con grande determinazione, il contesto è quanto mai oggi favorevole, dobbiamo sfruttare al meglio tutte le opportunità che si presentano e che possono coagulare tutte le forze per ottenere il risultato. Se Milano vincesse questa sfida sarebbe una grande vittoria per il nostro Paese e per tutti noi".