Grecia, sì dell'Eurogruppo al piano. Dubbi dall'Fmi e dalla Germania
Il governo greco ha inviato intorno alla scorsa mezzanotte alla Commissione Europea la lista di riforme ed ha subito ottenuto il primo consenso. "Dal punto di vista della Commissione, la lista e' abbastanza esaustiva da essere un valido punto di partenza per una conclusione di successo della review", ha sottolineato una fonte comunitaria, "siamo decisamente incoraggiati dal forte impegno a combattere l'evasione fiscale e la corruzione".
Il piano comprendera' "riforme per combattere la corruzione e l'evasione fiscale" e "misure per riformare la pubblica amministrazione e ridurre la burocrazia". Verranno inoltre introdotte nuove norme sulle esenzioni fiscali e sui prestiti in sofferenza. "La lista di riforme verra' inviata ai ministri delle Finanze dell'Eurogruppo martedi' mattina e nel pomeriggio si terra' una teleconferenza", ha fatto sapere un funzionario del governo greco all'agenzia Reuters, senza spiegare le ragioni del ritardo. Il funzionario ha aggiunto che il pacchetto includera' inoltre interventi per affrontare la "crisi umanitaria" della Grecia, tra i quali un intervento sui pignoramenti immobiliari.
Il piano con l'elenco degli impegni sulle riforme, che dovra' essere vagliato da commissione Ue, Bce e Fmi servira' per sbloccare l'estensione di 4 mesi dei prestiti alla Grecia. Nel piano sono previsti provvedimenti di lotta all'evasione, misure anticorruzione, privatizzazioni e la riforma della pubblica amministrazione.
Secondo il quotidiano tedesco Bild le riforme permetteranno al governo di Atene incassi extra per 7,3 miliardi di euro. Piu' nel dettaglio 2,5 miliardi di euro dalle tasse sui grandi patrimoni e agli oligarchi, altri 2,5 miliardi di euro di recuperi fiscali e 2,3 miliardi dalla lotta al contrabbando di benzina e sigarette.
"I greci hanno presentato la lista delle misure, tardi ma nei tempi", ha confermato il presidente dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, in un’audizione martedì mattina al Comitato Affari Economici e Monetari del Parlamento Europeo. Dijsselbloem ha poi specificato che quello al quale si lavora con il governo greco "non è un nuovo accordo, ma una indicazione delle riforme su cui si vuole spingere, e questo nuovo lavoro richiederà quattro mesi". Rispondendo alle domande degli eurodeputati, il presidente ha definito gli sforzi del nuovo governo greco "molto seri". E che di una Grexit - l’uscita di Atene dall’euro - "non se ne parli nemmeno, non siamo preparati", ha ribadito da Jeroen Dijsselbloem. "Il mio obiettivo - ha aggiunto - è che l’Eurozona rimanga intatta: stare insieme è difficile ma dobbiamo rimanere uniti".
Segnali non del tutto positivi arrivano dal Fondo monetario internazionale, che fonti vicine a Washington dicono essere tendenzialmente favorevole a un via libera. Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, in un’intervista, aveva detto stamattina che "l’uscita della Grecia dall’eurozona non è in discussione". Lagarde aveva però manifestato qualche dubbio: "in vari settori" - ha sottolineato - mancano rassicurazioni sulle riforme previste dal Memorandum, in particolare Iva, pensioni e continuazione delle liberalizzazioni, privatizzazioni e riforma del lavoro
Bocciatura invece dalla Germania: il portavoce del ministro delle finanze tedesco Schaeuble, Martin Jaeger, ha sottolineato che "la lettera di Atene non conduce a soluzioni sostanziali" e ha rimarcato che la stessa "va nella direzione di un finanziamento ponte, senza rispondere pienamente alle richieste del programma. La lettera non rispetta i criteri concordati lunedì dall’Eurogruppo".
Positivo anche se cauto il numero uno della Bce, Mario Draghi. La lettera di Atene all'Eurogruppo rappresenta un "valido punto di partenza per una conclusione positiva della revisione" del programma, sostiene Draghi in una lettera all'Eurogruppo, nella quale precisa che "gli impegni sottolineati dalle autorita' differiscono dagli impegni dell'attuale programma in alcuni settori". "Dato il tempo molto limitato disponibile", spiega Draghi, non e' stato possibile per Atene "elaborare proposte concrete e impegni su crescita, finanza pubblica e stabilita' finanziaria. Questo e' comprensibile". Tuttavia "gli impegni sottolineati dalle autorita' differiscono dagli impegni dell'attuale programma in alcuni settori" e quindi "durante la revisione dovremo valutare se le misure che non sono accettabili possano essere rimpiazzate con misure eguali o migliori in modo da raggiungere gli obiettivi del programma".