Guerra commerciale Usa-Ue, il puzzle dei dazi sul pharma: che cosa c’è realmente in gioco per Trump - Affaritaliani.it

Economia

Ultimo aggiornamento: 16:12

Guerra commerciale Usa-Ue, il puzzle dei dazi sul pharma: che cosa c’è realmente in gioco per Trump

L'analisi di Servaas Michielssens, Head of Healthcare, Thematic Global Equity di Candriam

 Il puzzle dei dazi sul pharma: cosa c’è realmente in gioco per gli Usa

L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un accordo sui dazi domenica 27 luglio 2025. Tuttavia, permane una certa confusione sul livello di quelli relativi al settore farmaceutico. Nelle prossime settimane si concluderà un'indagine in corso ai sensi della Sezione 232, che esamina le implicazioni per la sicurezza nazionale di una serie di settori sensibili, tra cui la catena di approvvigionamento farmaceutica. Ciò potrebbe avere un impatto sul livello dei dazi applicati alle aziende pharma.

Dove vuole arrivare quindi l'amministrazione Trump? A nostro avviso, gli obiettivi principali sono tre. In primo luogo, Trump vuole riportare la produzione farmaceutica nel Paese, creare posti di lavoro a livello domestico e ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle catene di approvvigionamento estere, nell'ambito di una più ampia spinta verso la sicurezza economica e sanitaria.

In secondo luogo, c'è l'aspetto fiscale. Molte aziende farmaceutiche producono farmaci in Paesi come l'Irlanda, dove sistemi di tassazione favorevoli riducono il loro carico fiscale complessivo. Il ritorno della produzione negli Stati Uniti consentirebbe al Paese di incassare maggiori entrate fiscali dalle imprese.

Infine, i dazi potrebbero essere utilizzati come leva per affrontare il problema persistente delle disparità di prezzo dei farmaci. I consumatori statunitensi spesso pagano molto di più rispetto ai pazienti di altri paesi sviluppati e l'amministrazione USA potrebbe utilizzare i dazi per esercitare pressioni sulle aziende affinché riducano tale divario. Anche se i prezzi e la produzione sono questioni separate, rimangono politicamente interconnesse.

Dazi Usa al 15% e l'impatto sul settore farmaceutico 

Nel breve, l'impatto sulle aziende farmaceutiche è limitato. Molte hanno aumentato preventivamente le scorte negli Stati Uniti per proteggersi da interruzioni a breve termine. In un orizzonte di medio lungo periodo, il settore ha già risposto annunciando oltre 200 miliardi di dollari di investimenti per espandere la capacità produttiva interna degli Stati Uniti.

L'amministrazione Trump ha pubblicamente elogiato diverse aziende per questi sforzi, segnalando la volontà di concedere tempo per l'attuazione di queste misure prima di applicare i nuovi dazi. La realtà è che la costruzione di infrastrutture produttive non può avvenire dall'oggi al domani.

Guardando al business, i dazi sui prodotti farmaceutici potrebbero non essere così destabilizzanti come quelli applicati ad altri settori. Grazie agli elevati margini lordi, le aziende farmaceutiche sono in grado di assorbire aumenti modesti dei costi. Tuttavia, la complessità risiede nel transfer pricing. Molte aziende attribuiscono un valore interno elevato ai farmaci prodotti all'estero, in parte a causa della proprietà intellettuale associata ad essi. Questa pratica trasferisce i profitti, e quindi le imposte, verso giurisdizioni con una fiscalità più favorevole. Se i dazi venissero applicati, questo approccio contabile sarebbe probabilmente oggetto di un attento esame.

Inoltre, è interessante notare che le aziende farmaceutiche con sede negli Stati Uniti potrebbero essere più esposte rispetto alle loro controparti non statunitensi. Molte aziende americane hanno trasferito all'estero sia la produzione che la proprietà intellettuale per beneficiare dell'arbitraggio fiscale. Al contrario, le aziende straniere mantengono spesso una significativa capacità produttiva negli Stati Uniti e hanno meno incentivi a ricorrere a un transfer pricing aggressivo.

I dazi sul settore farmaceutico rimangono un obiettivo non definito, vista l’indagine in corso ai sensi della Sezione 232. Ad oggi, l'impatto dei dazi può essere assorbito, ma attendiamo ulteriori dettagli sulla loro esatta attuazione. Nel complesso, la direzione è chiara: maggiore controllo degli Stati Uniti sulla catena di approvvigionamento farmaceutica, aumento del gettito fiscale e possibilità di ricorrere a ulteriori dazi ai sensi della sezione 232 come leva nelle discussioni sui prezzi dei farmaci.