Economia
Ilva Taranto, Arcelor Mittal lascia. Il Mise: non consentiremo la chiusura

Il motivo? L'annullamento dello scudo penale e il rischio chiusura dell'altoforno 2. La lettera ai La comunicazione ai commissari straordinari dell'azienda
"Il governo non consentira' la chiusura dell'Ilva" lo affermano fonti del Mise presenti al vertice che si sta tenendo al Ministero di via Veneto con Patuanelli, Provenzano, Speranza, Catalfo, Costa e rappresentati del Ministero dell'Economia. "Non esistono presupposti giuridici per il recesso del contratto. Convocheremo immediatamente Mittal" afferma la fonte vicina al ministro Patuanelli. |
Svolta clamorosa nella vicenda della ex Ilva. Il gigante dell'acciaio indoeuropeo ArcelorMittal ha annunciato il ritiro dalla ex Ilva di Taranto. Con una nota, la società ha riferito di aver inviato ai commissari straordinari di Ilva "una comunicazione di recesso dal contratto o risoluzione dello stesso" riguardo l'affitto e il successivo acquisto condizionato dei rami d'azienda di Ilva e di alcune sue controllate.
Il gruppo ricorda che il contratto prevede che, nel caso in cui un nuovo provvedimento legislativo incida sul piano ambientale dello stabilimento di Taranto in misura tale da rendere impossibile la sua gestione o l'attuazione del piano industriale, la società ha il diritto contrattuale di recedere dallo stesso contratto.
E Arcelor Mittal mette nel mirino il provvedimento con cui, dal 3 novembre 2019, "il Parlamento italiano ha eliminato la protezione legale necessaria alla società per attuare il suo piano ambientale senza il rischio di responsabilità penale, giustificando così la comunicazione di recesso".
"In aggiunta - si legge - i provvedimenti emessi dal Tribunale penale di Taranto obbligano i Commissari straordinari di Ilva a completare talune prescrizioni entro il 13 dicembre 2019. Tali prescrizioni dovrebbero ragionevolmente e prudenzialmente essere applicate anche ad altri due altiforni dello stabilimento di Taranto. Lo spegnimento renderebbe impossibile per la società attuare il suo piano industriale, gestire lo stabilimento di Taranto e, in generale, eseguire il contratto".
Arcelor Mittal si era impegnata a realizzare investimenti ambientali per 1,1 miliardi, produttivi per 1,2 miliardi e a pagare la ex Ilva, una volta terminato il periodo di affitto (18 mesi a partire dal primo novembre 2018), 1,8 miliardi di euro (detratti i canoni già versati). La ex Ilva occupa 10.700 operai di cui 8.200 a Taranto che non si sa ora che fine faranno.
"E' una decisione che assume un carattere grave per le conseguenze industriali, occupazionali e ambientali", ha tuonato la segretaria generale della Fiom Cgil, Francesca Re David. "È da tempo che noi evidenziamo forti preoccupazioni rispetto alla realizzazione dell'accordo. Il comportamento del Governo è contraddittorio è inaccettabile: con il Conte 1 ha introdotto la tutela penale parallela agli investimenti e con il Conte 2 ha cancellato la stessa norma dando all'azienda l'alibi per arrivare a questa decisione", sottolinea Re David.
"L'incontro con il Governo, che chiediamo da settimane, diventa - dice Re David - ormai urgentissimo. L'azienda deve chiarire quali siano sue intenzioni rispetto dell'accordo e al piano di investimenti. In occasione dell'incontro fissato per stasera con la Presidenza del Consiglio, la Cgil porrà la questione dell'ex Ilva come una priorità''.
"Sulla vicenda esprimiamo tutta la nostra preoccupazione e lo sconcerto per l'annuncio da parte di Arcelor Mittal del disimpegno sull'azienda. Non si perda tempo: il presidente Conte convochi immediatamente Arcelor Mittal. Non si scherza con i lavoratori e con l'ambiente: pretendiamo serietà e rispetto'', ha scritto invece in una nota Pietro Bussolati della segreteria nazionale Pd.
Intanto, il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli ha convocato subito un vertice per il futuro dell'ex Ilva a cui partecipaeranno il ministro per il Sud e la Coesione territoriale, Giuseppe Provenzano, il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, e potrebbe aggiungersi il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.
ArcelorMittal: Salvini, Conte riferisca urgentemente in Parlamento
“Se il governo tasse, sbarchi e manette farà scappare anche i proprietari di Ilva, mettendo a rischio il lavoro di decine di migliaia di operai e il futuro industriale del Paese, sarà un disastro, e le dimissioni sarebbero l’unica risposta possibile. La Lega chiede che Conte venga urgentemente a riferire in Parlamento”. Così Matteo Salvini in una nota.
"Conte e Patuanelli convochino subito azienda al tavolo. La decisione di Arcelor Mittal è inaccettabile. Il governo ricordi l'ordine del giorno approvato in Senato che contiene una serie di impegni inderogabili. A Taranto ci sono ventimila posti da difendere in ogni modo". Lo afferma il senatore Pd Dario Stefano, vicepresidente del gruppo dem a Palazzo Madama.
ArcelorMittal: Carfagna, su ex Ilva sciagurata gestione M5s
“Se un’azienda vuole investire in Italia, deve poter contare su regole certe. Su una politica industriale seria e non affidata ai ripensamenti di partiti e maggioranze instabili". Lo scrive Mara Carfagna, vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia. "La rinuncia di Arcelor Mittal allo stabilimento ex Ilva è solo l’ultima conseguenza della sciagurata gestione del M5S. Siamo ora di fronte a una vera e propria emergenza sociale, ambientale e occupazionale. Il governo - conclude - faccia tutto il necessario per provare a rimediare a questo danno, tutelando i posti di lavoro e consentendo una ordinata riconversione ambientale dell’impianto”.